{Capitolo 26}

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Eravamo quasi arrivate all'ospedale.

Io nel frattempo mi ero ripresa dal momento di sconforto parlando insieme ad Anne.

Mi ha spiegato un po' di mamma, come stava e cosa ha detto quando ci ha parlato.

Disse stava bene, che entro cinque giorni sarebbe tornata a casa.

Ero strafelice di questa cosa.

Anne parcheggiò delicatamente la sua macchina nel parcheggiò dell'ospedale.

Salimmo per raggiungere il piano dove mamma aveva la sua stanza.

Era appena uscito papà dalla camera quando io ed Anne arrivammo.

"Papà" Lo chiamai.

"Virginia, Anne! sono felice che siate ritornate di nuovo, sto andando a comprare una bottiglietta d'acqua a Giselle, se le volete fare compagnia entrate pure"

"Oh no grazie mille signor Lemoine, io sono venuta ad accompagnare Virginia adesso devo proprio tornare, grazie comunque"

Le lanciai un occhiataccia, non sapevo che non sarebbe rimasta.

Anne si stava dirigendo verso l'uscita, papà invece verso il distributore automatico.

Raggiunsi papà con una specie di piccola corsetta.

"Papà devo farti una domanda".

"Dimmi pure, è riguardo alla mamma?" Disse appoggiandosi alla macchinetta sorseggiando il suo caffè che si era concesso approfittando della bottiglietta d'acqua.

"No, vedi papà, in camera mia ho trovato un foglio, ci stavano scritti diversi nomi, tra cui quello della nonna"

Mio padre si fece serio.

"Virginia dove vuoi arrivare?" Disse quasi in tono arrabbiato.

"Devi sapere papà che non era l'unico nome su quel foglio, ci stava anche un altro nome".

Lo guardai preoccupata.

Aveva qualcosa da nascondere e tutta questa situazione cominciava a farmi paura.

Papà mi lanciò un occhiataccia e mi spinse a continuare.

"Ci stava scritto questo nome e vorrei sono sapere chi è"

Mi bloccai.

Papà si faceva sempre più serio.

"Alain Mercier" Dissi di colpo.

Papà spalancò gli occhi, ma li richiuse subito dopo per non mostrarlo.

La sua faccia era completamente preoccupata, triste, arrabbiata, una mescolanza di emozioni alla sola pronuncia di un semplice nome.

So voltò dall'altra parte.

Camminava in direzione della camera di mamma.

"Papà vorrei solo..."

"Virginia non sono affari tuoi"

Anche il suo tono di voce era cambiato.

"Papà ho bisogno di saperlo!"

Si voltò di scatto verso la mia direzione.

Alzò il tono della voce.

"Virginia non sono affari tuoi, devi stare lontana da questa situazione, hai capito?"

Mi strillò davanti a mezzo ospedale.

La mia faccia ed il mio corpo erano impietriti.

Papà entrò nella stanza di mamma chiudendomi fuori.

SEGRETI [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora