{Capitolo 4}

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"Che cosa?!"

Non capii affatto perché lo avevano detto.

Insomma, che bisogno c'era di trasferirsi in un'altra casa dello stesso paese?

I miei si guardarono come se non ci fosse speranza che io cambiassi idea.

Ed è stato proprio quello, invece, che mi aiutò a riflettere sul perché di quella risposta.

Gli sguardi dei miei genitori sono sempre stati così intriganti, riuscivano a fare dialoghi interi solo girando la testa verso l'altro.

Li guardai con aria interrogativa:

"Mamma, Papà, ma che bisogno c'è di fare ciò? insomma, stiamo benissimo qui...vero?"

I miei si guardarono di nuovo, cominciavo ad odiarlo.

"Virginia devi capire che mi hanno trasferito ad un altro atelier e si trova molto vicino alla casa di nonna.Se restiamo qui sarà molto difficile per noi perché stiamo molto lontani da quell'atelier di abiti da sposa potrei persino perdere il lavoro. Quindi sono costretta...siamo costretti a trasferirci tutti"

Disse mia madre con tono colpevole.

Continuai a guardarli fissi senza capire cosa stesse succedendo.

"Riguardo alla tua scuola non ti devi preoccupare, tanto stavamo pensando di iscriverti a un altra scuola che è migliore di quella che stai frequentando ora, vicino a casa di tua nonna c'è una scuola che è tra le migliori di Parigi, è un opportunità, mi dispiace che dovrai lasciare i tuoi amici di questa scuola, Virginia"

Disse mio padre con lo stesso tono di mia madre.

I miei non sapevano che a scuola non avevo amici e che mi prendevano in giro ogni giorno che passava.

Mia madre ha cercato spesso di provare a chiedermi se c'era qualche amica che mi avrebbe fatto piacere invitare a casa nostra.

Ma ho sempre evitato il discorso, non volevo dirgli della mia situazione, in qualche modo mi faceva sentire...debole.

Ho fatto finta di essere dispiaciuta di lasciare la scuola in realtà ero contenta che un'opportunità come questa si presentasse.

Dopo questo discorso c'è stato un grosso attimo di silenzio, così ritornai in camera mia, cominciai a riflettere su cosa era giusto e sbagliato.

Dopotutto, però, questa scelta stava cominciando a piacermi.

Questa sarebbe potuta essere un occasione per capire come mia nonna perse la vita.

Ero quasi eccitata di andare a vivere lì, tanto ero consapevole che se avessi lasciato questo posto non avrei lasciato nulla.

Ero stanca, il giorno era sul farsi della sera, così presi un libro dalla mia libreria e cominciai a leggere.

Leggere era la mia passione. Nascondersi nei meandri di pagine e pagine, catapultarsi in altri misteriosissimi mondi, vivere in luoghi inventati.

Leggere è l'unica cosa di quest'impiastro di vita che mi faceva stare bene.

Ero pronta a partire.

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