{Capitolo 22}

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Era mattina.

Mi strofinai gli occhi.

Henri stava ancora dormendo. Feci piano per non svegliarlo.

A me sveglio il trambusto che stavano facendo i medici nell'ospedale.

Ero andata all'ospedale quando avevo circa otto anni, ma non me lo ricordavo così rumoroso.

Anne era seduta accanto a me, stava smanettando qualcosa sul suo smartphone.

"A chi stai scrivendo?" Chiesi con voce rauca e con occhi ancora impastati dal sonno.

"Oh Virginia! Mi hai spaventato, buongiorno comunque."

"Anne non hai risposto alla mia domanda."

"Ah, ma no, cioè, non è nessuno è un amico."

"Un amico?" Non ci credevo.

"Si è un amico" Disse quasi frustrata dalla mia insistenza ma rimanendo sempre sorridente.

In effetti non avevo motivo per cui insistere così tanto.

Presi qualche spicciolo dalla tasca e mi diressi verso i distributori automatici.

Avevo bisogno di energie.

Sapevo che non potevo di certo trovare il mio succo d'arancia con il croissant ma almeno qualcosa di simile ci deve pur esser stato.

Trovai una piccola bottiglia di succo d'arancia e una barretta energetica.

Mi bastava.

Mi rifiondai sulla sedia con la delicatzza di un elefante.

Era evidente che avevo ancora sonno.

"Anne che ore sono?"

"7.55"

"Così presto?"

Aiuto.

Non mi svegliavo così presto nemmeno quando andavo a scuola.

In realtà per andare a scuola mi svegliavo anche prima, ma era anomalo comunque.

Scuola.

La scuola!.

Svegliai Henri di colpo.

"Henri! Stai saltando scuola!"

"Virginia, oggi è sabato"

Mi voltai verso Anne che mi fece spallucce.

Era sabato?

Ed era gia passato così in fretta il tempo?

Sentimmo la porta della stanza di mamma aprirsi di colpo e da lì ci uscì mio padre.

Mio padre furioso.

Pensandoci non vedevo mio padre dalla sera scorsa, ha passato la nottata in stanza con la mamma senza nemmeno uscire.

"Io non ci posso credere!"

Ci alzammo tutti e tre in piedi aspettando che mio padre ci notasse per venirci incontro.

Così accadde.

"Papà!"

"Ancora non ci posso credere!" Disse ancora in preda all'ira.

Si fermò un istante davanti a noi.

Squadrò Henri dalla testa ai piedi.

Speravo non chiedesse nulla, in quel momento era inapproppriato presentarsi.

Riesco a sentire la tensione di Henri che sale.

Mio padre sbuffò ritenendo la cosa poco interessante e continuò il dicorso.

SEGRETI [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora