Le parole mi stavano devastando. I miei genitori erano troppo agitati. io guardavo il vuoto mentre loro mi sballottavano da una parte all'altra in cerca di spiegazioni.
Era troppo.
"Virginia, tu non sai nemmeno quello che io e tuo padre abbiamo passato, che cosa ti passa per la mente?!" Mi strilla mamma mentre mi sballotta da una parte all'altra.
La mia mente era in confusione.
"Mamma calmati" Sussurrai, quasi come se non volessi svegliare qualcuno.
"No Virginia ti prego dammi spiegazioni!" Era disperata. Stava sfogando tutta la sua rabbia su di me. Mi stava sputando addosso tutto quello che in quel momento stava provando.
Le lacrime continuavano a solcarle il viso, e mentre piangeva e mi strattonava da una parte all'altra io ero impassibile. Insensibile.
Papà stava in piedi accanto al tavolo a vedere la scena sgomentato.
Tutta questa situazione mi stava dando sui nervi, un altra parola e sarei scappata ancora. Un altra parola e sarei esplosa ancora una volta.
"Vi prego basta!" Dissi ad alta voce. Ma non a voce tanto alta da superare quella di mia madre che si lamentava ancora.
"VI PREGO BASTA!" Mi sentirono questa volta. Si bloccarono, e i loro sguardi mi spinsero a continuare il discorso.
"Avevo bisogno di più spazio, la mia vita è incasinata. Mettetevi nei miei panni, ho vissuto tutto così... Incasinato." Non trovavo più le parole. Mi snervava.
"Virginia io e tua madre vorremo solo capire il motivo che ti ha spinto a fare ciò"
"Cosa? Ma veramente ancora non avete capito? Mi sgridate per delle piccolezze simili, e poi osate anche dirmi il perché!?" Mi sembrava scontato.
"Virginia ma è stato solo quella la motivazione oppure no?"
"Ovvio che no, anche prima... cioè..."
"Virginia che cosa ti hanno fatto prima?"
Non volevo dirgli di scuola, perché da una parte mi faceva sentire debole dire queste cose ai miei, e poi non volevo dargli troppa importanza.
Restai in silenzio.
"Virginia è qualche amica o amico che hai lasciato nella vecchia casa?" Disse mio padre.
Ero stufa di questa storia.
"No, al contrario!"
Si guardarono perplessi, come se una cosa del genere non potesse accadere.
"Virginia ci devi per caso spiegare qualcosa?"
"Si mamma non avevo amici ok? Non avevo nessuno che mi confortava, nessuno che mi aiutava, nessuno che mi chiedesse come stavo quando gli altri compagni mi prendevano in giro e si divertivano su di me!" Gli sputai in faccia tutto quello che provavo e che ho provato.
"Virginia ma..." Mia madre cercava di continuare.
Ogni volta che si affrontava un argomento scomodo non volevo continuarlo, specialmente se poi cominciavano a bagnarmi gli occhi.
Salii le scale e mi rifugiai in camera, lasciando appesi mamma e papà.
Non capivo perché gli dissi di scuola. Eppure cercavo di non dargli importanza, cercavo di pensare che avevo ragione io e che io ero sicuramente più importante ed intelligente di loro.
Un insieme di cose che una persona non sa più reggere, un insieme di problemi che le persone non sanno più gestire.
La goccia che ha fato traboccare il vaso.
Mi rifugiai in camera mia sprofondando del mio letto, cominciando a pensare a tutti i miei guai che continuavano a turbarmi.
Ma tutti i miei pensieri cattivi si bloccarono facendo spuntare in me un leggero sorriso di qualcosa di inaspettato, che magari sarebbe potuto essere una svolta in tutto questo caos.
Henri.
Un nome che possiede cento significati.
Le mie lacrime si bloccarono.
Non lo conoscevo da nemmeno un giorno eppure in lui ci stava qualcosa, qualcosa che non riuscivo a capire.
Ecco.
Io e lui siamo uguali.
Emarginati dalla società giovanile odierna ed a proprio agio nelle proprie stranezze.
Chissà in questo momento dove starà camminando. Chissà se si sta godendo la vista della tour Eiffel dalla sua terrazza di casa.
Chissà.
Ad interrompere i miei pensieri è Anne. La padrona di casa. Anne è una ragazza molto simpatica. avrà circa sulla ventina di anni, non di più.
Prima che arrivassimo noi la casa prima era intestata a lei. Credo sia una specie di nostra cugina di secondo grado o roba del genere.
Non l'avevo mai vista fino ad ora. Forse l'ho vista ai funerali di nonna, ma non posso ricordala così nettamente.
"Virginia" Apre dolcemente la porta, facendo scoprire da essa solamente metà del suo viso.
"Virginia, ho saputo di tutto. Cioè in effetti come facevo a non farlo." Si fa scappare una risatina nervosa.
Continuavo a fissare il soffitto. Era più vicino quando mi sdraiavo sul letto a castello. Anne mi parlava da sotto.
"Virginia, so che non ci conosciamo e che probabilmente io di te non so nulla, ma non voglio lasciare che tutta questa situazione passi inosservata"
Continuavo a non capire. Non rispondevo.
"Anche io ho passato momenti simili" Cercava di attirare la mia attenzione.
"Io sono scappata più volte da questa casa quando abitavo insieme ai miei genitori" Quasi ci stava riuscendo.
"Una volta ho persino spaccato una parete" Mi siedo sul letto e mi volto verso di lei.
"Se noti infatti nella stanza numero 1 Trovi una specie di buco sulla parete grande quanto un mio pugno riempito con dei pezzi di mattoni." Si fa scappare un altra risata.
Alzo il lato destro della bocca. Un accenno di sorriso che sembrava quasi un ghigno. Era il massimo che potevo fare in quel momento.
"Tutto ciò che volevo dirti è che è normale. Tutto ti sembra un disastro."
Continuavo a guardarla con aria incuriosita.
"Bisogna solo che tu trova i tuoi posti" Lo diceva come se ci fosse altro dietro alle sue parole.
"Io ho bisogno dei miei spazi Anne, i miei genitori non capiscono più nulla, è inutile rimproverarmi perché sto facendo qualcosa che mi piace fare" Dico lamentandomi.
"Virginia non posso essere più d'accordo con te. Continua a fare quello che ti piace fare. Ti piace leggere giusto?" Dice in tono interrogativo.
"Non si era capito?" Cerco di fare ironia con risultati quasi antipatici.
"Ti consiglio un libro che in periodi come questi mi ha aiutato molto, si chiama 'Lacrime di gioia'". La guardo ancora più incuriosita, ma era riuscita a farmi sorridere.
Anne era una persona in gamba.
Si dirige verso la porta e fa per chiuderla, poi, come se si fosse ricordata qualcosa che ancora non mi aveva detto, la riaprii.
"Ah Virginia, lo conosco Henri , è un ragazzo che sa il fatto suo" Dice ammiccandomi.
Chiude la porta lasciandomi ancora sbalordita per la sua competenza.
Continuerò a parlare con Anne molto più spesso. Era come se da quella serata fosse la mia nuova sorella maggiore.
La sorella di una ragazza che è sempre stata figlia unica.
Anche se ci assomigliavamo molto poco. Lei era mora con gli occhi castani, io bionda con gli occhi chiari.
Ma non importa.
Mi sentivo quasi più completa.
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SEGRETI [Wattys2018]
Mystery / Thriller*Quanti segreti si celano dietro le parole?* Virginia, 17 anni, una ragazza tenuta all'oscuro dai segreti di famiglia. Tutto ciò che era certo sarebbe potuto cambiare radicalmente. La vita, di una ragazza che l'unica cosa che voleva sapere era la ca...