{Capitolo 16}

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L'acqua stava scorrendo da un po' ormai.

La stavo fissando quasi incantata da essa.

Avevo lo sguardo fisso sul rubinetto aperto.

Chiusi il flusso d'acqua quando raggiunsi il livello desiderato di essa nella vasca.

Mi spogliai completamente, addosso non avevo più nessun peso.

Mi immersi nell'acqua tiepida.

Riuscivo a sentire il brivido che partiva dalla caviglia e finiva alla mia nuca, avevo oramai i capelli bagnati.

Le parole di Six Feet Under di Billie Eilish si stavano ripetendo lasciando che io uscissi fuori da tutto.

Fuori dal mondo.

Che cosa sapevo io?

Di chi sapevo tutto?

Chi era che continuava a perseguitarmi lasciandomi biglietti anonimi?

Anne?

Non era possibile.

O forse si.

Io non sapevo quasi nulla di lei.

Oltretutto i miei genitori non erano nemmeno in casa.

Mi stufai immediatamente di quel discorso nella mia testa e lo richiusi.

Ora la mia mente era libera.

Libera da ogni pensiero.

Libera da me.

Libera dagli altri.

Restai zuppa in vasca per circa un oretta abbondante, finche decisi che era meglio essere a conoscenza di dove si sarebbero potuti cacciare i miei genitori ed Anne.

Ci misi molto per uscire dalla vasca e indossare il mio accappatoio.

Per asciugare i miei capelli che nel frattempo erano divenuti una massa informe.

Mi infilai una tutina per stare a casa.

Mi diressi poi verso la mia camera, buttandomi sul letto e ripetendomi continuamente che avrei dovuto afferrare il telefono e sentire i miei genitori o Anne.

Saranno usciti tutti quanti insieme?

Ma non avevo la forza per alzarmi dal letto ed alzare la cornetta.

La sensazione era troppo bella.

Sobbalzai quando sentii rimbombare nella mia camera tre colpetti alla finestra.

Ero tesa e continuavo a fissare la forma che si stava dimenando dietro la persiana per essere notata da me.

Non riuscivo a capire chi fosse.

Alzai furtivamente le persiane e mi si scaricò tutta la mia tensione quando davanti a me si figurò Henri.

"Virginia che cos'è quella faccia tesa?"

Il mio viso formò un espressione di dolcezza nella sua.

"Henri" Dissi come se fosse l'unica cosa bella che mi fosse mai capitata.

"Henri!" Aggiunsi preoccupata all'idea che era salito sul tetto per risalire al secondo piano della casa.

Senza pensarci due volte lo spinsi dentro.

Ci guardammo.

Ci abbracciammo.

"Quanto tempo!" Dissi ancora immersa nelle sue braccia.

"In realtà è circa un giorno" Disse aggiungendo una risatina.

"Henri ma tu non dovresti stare a scuol..."

Sobbalzai di nuovo

"Henri, oggi sarebbe stato il mio primo giorno di scuola!!"

Henri mi guardò con aria preoccupata. Tuttavia cercò di consolarmi.

"Virginia non devi preoccuparti, un giorno non ti cambia la vita"

"Henri ma tu non lo sai, ho cominciato la scuola nell'altro quartiere e ho fatto due giorni soli, ora da quando mi sono stabilita qui ho dovuto saltare una settimana per ristabilirmi ed oggi avrei dovuto iniziare!"

"Virginia dove sono i tuoi? Almeno avvisali"

"è proprio questo il punto Henri...Non ne ho la più pallida idea!"

Mi guardò con aria interrogativa.

"Stamattina mi sono alzata in cerca di qualcuno e non ho trovato nessuno, così ho fatto colazione da sola e poi ne approfittai per farmi un bagno, avrei dovuto chiamarli prima che tu bussassi alla finestra!"

Mi guardò quasi con aria divertita.

"Virginia non c'è problema, puoi chiamarli ora"

Mi stupii da sola per la mia stupidità.

Senza nemmeno aggiungere una parola mi diressi verso il telefono e digitai il numero.

Mi rispose mamma in tono freddo, dicendomi che loro ci avrebbero messo di più a tornare.

Guardai Henri con la faccia di chi aveva bisogno di più risposte.








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