{Capitolo 5}

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Era sera, ed era ora di cena, ma io non avevo fame, avevo troppi pensieri per la testa.

Mi lessi, quindi circa due libri uno dopo l'altro senza nemmeno rendermi conto del tempo che passava.

Sentii bussare in camera mia, era mamma.

"Virginia, non hai mangiato oggi, come va?"

"Tutto bene mamma"

"Ti ho lasciato un pò di insalata in caso avessi fame"Disse con tono dolce.

"Grazie"Ci fu un lungo attimo di silenzio.

Mamma si sedette sul mio letto dove io ero sdraiata

"So che è stato un colpo troppo forte per te adesso, ma ci sembrava giusto che io e tuo padre ti dicessimo che la partenza sarà immediata, dovrò stare molto presto sul posto di lavoro, partiremo domani pomeriggio sul tardi"

Ero perplessa, ma eccitata all'idea.

"Tranquilla, va bene, le valige le preparerò a ritorno da scuola".

"Non andava bene, era troppo immediato, ma non potevo dirgli nulla, loro erano già turbati all'idea, se anche io mi ci sarei messa avrei solo peggiorato le cose più di come già erano.

"Vedrai che anche lì ci saranno delle persone amabili, e comunque se tu vuoi ancora invitare qualcuno che lasci in questo posto puoi tranquillamente farlo ancora a casa della nonna, mia cara"

"Certo mamma, è solo dall'altra parte del paese che cosa ci vuole?" dissi con tono arrabbiato, quasi ironico, avevo azzardato troppo con quella risposta, ma stavo solo sfogandomi all'idea.

Probabilmente ancora non ero pronta ma non per questo dovevo aggredirla così

Anche a lei faceva male lasciare questo piccolo quartiere di periferia per spostarci in luoghi centrali del paese.

Mi guardo con faccia da cane bastonato.

"Scusa" ribadii, una piccola lacrima stava solcando il viso di mia madre. Mi sentivo in colpa.

"Tranquilla Virginia, vai a dormire" mi liquidò subito chiudendo la porta uscendo.

Mi sentivo uno schifo, sapevo che a lei faceva male lasciare il quatriere.

La porta si riaprii c'era mia madre dietro

"Buonanotte" sussurrò

"Notte mamma" ricambiai con lo stesso sorriso innocente che anche mia madre fece.

Era tardi.

Mi ficcai sotto le coperte e cominciai a sognare come potesse essere la casa di nonna.

Quella mattina mi svegliai prima di tutti, era parecchio presto, ma dopo circa una mezzoretta sarebbe cominciata la lezione quindi mi preparai.

Silenziosamente per cercare di non svegliare i miei che ancora non si svegliavano.

Probabilmente ieri sera avevano parlato a lungo.

Stavo per uscire di casa quando spalancai la porta dei miei per salutarli pensando che ormai erano svegli e li trovai ancora dormienti, ma svegliai mio padre.

"Papà io vado"

Era confuso.

Guardò l'orario e balzò impiedi svegliando mia madre che fece la medesima cosa.

"Ciao cara, buona scuola"

Disse mio padre mentre di vestiva velocemente.

Uscii di casa, avevo quasi paura di riincontrare quel tizio di ieri che mi fissava da lontano, ma cerai di non pensarci.

A scuola si cominciava sempre con la stessa routine

"Virginia ma come ti sei vestita ecc.."

Ma stranamente ero troppo felice per dargli retta, insomma, non li avrei più rivisti, e questa cosa mi faceva troppo rallegrare.

Addirittuta cominciai a ridere alle battute che facevano su di me.

Camminai su quelle scale e pensai:"Addio per sempre scale"

Mi sedetti nel mio banco e pensai "Addio banco".

Addirittura salutai a mente anche tutti gli insegnanti.

Ma mi sentii veramente soddisfatta quando uscii dal portone di scuola e con mezza scuola davanti gridai a squarciagola "ADDIO!" q

Quella risposta faceva quasi ridere con il tono felice con cui l'avevo detto e infatti tutti si misero a ridere.

Ma non mi importava più oramai.

Addiritura mi misi a ridere anche io.

Non ero mai stata una persona molto sorridente, e nemmeno così estroversa da fare questo gesto

Ma questo giorno era forse il più felice di tutti e non so cosa mi spinse a farlo.

Probabilmente ero troppo felice per pensare.

SEGRETI [Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora