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Le sue morbide mani che mi accarezzavano il viso mi svegliarono. Mi voltai verso di lui e gli sorrisi poi con un filo di voce sussurrai "buongiorno". Lui si avvicinò e iniziò a baciarmi il collo e poi il viso fino ad arrivare alle mie labbra. Continuammo a baciarci per un po', quanto mi era mancato, quanto mi era mancato quell'essere noi che solo noi potevamo essere.
S:" É ora di alzarsi piccola"
E:" Hai ragione... uffa" sbuffai.
S:" Andiamo insieme al lavoro?"
E:" Ste non voglio che ci vedano insieme...non ho voglia"
S:" Va bene capitano"
Ci alzammo e ci preparammo velocemente.
S:"Almeno una colazione al bar?"
E:" Ma tu hai voglia di comparire su tutti i giornali adesso?"
S:" Prima o poi capiterá..."
E:" Ste prima facciamo finire amici, non voglio fare la figura di quella che invece di aiutare i ragazzi va al bar con l'ex, oltretutto anche lui lavora nel programma, ma dimmi te!!"
S:" Si hai ragione"
E:" Certo che ho ragione... se vuoi ci sono i biscotti, il latte e penso un po' di succo"
Lui mangiò qualcosa rapidamente e poi salimmo ognuno nelle rispettive macchine e ci avviammo verso gli studi.
Arrivai alla casetta bianca e trovai Mike e Sebastian seduti sui divanetti in giardino.
"Buongiorno!" Esclamai piena di energia
M: "Ciao Emma!"
S:" Vedo che sei di buonumore oggi" disse ridendo
E:" Si molto ahahah"
Mi sedetti vicino a loro e iniziammo a parlare di come stavano andando le cose in casetta.
E:" Fatemi un caffé dai" dissi alzandomi.
Entrammo in cucina e i ragazzi me ne prepararono uno velocemente, ormai mi conoscevano; in tazza e decaffeinato.
Continuammo a parlare finché Sebastian non dovette andare a lezione di ballo.
E:" Sebii dai resta ancora 10 minuti" implorai facendo la vocina da bambina.
S:" Non posso" rispose sorridendo e preparando velocemente la borsa per la lezione. Sebastian se ne andò e io e Mike prima di provare le canzoni decidemmo di giocare un po' con la console che avevano in casetta. Poi, dopo la lezione, lo salutai e andai verso il parcheggio.
Presi il telefono e chiamai Francesca per sentire se sarebbe venuta a casa.
Aprì la portiera della macchina ma mentre feci per entrare due mani mi afferrarono i fianchi. Voltai velocemente il mio viso: era Stefano.
E:" Cretino!" Urlai ridendo.
S:" Shhh non urlare o ci sentiranno"
E:" Hai ragione... che ci fai qua?" Chiesi stupita.
S:" Mi mancavi..." sussurrò molto piano nel mio orecchio destro. Poi iniziò a baciarmi ma dopo poco mi staccai.
S:" Sta sera alle otto e mezza sotto casa" ordinò lui.
E:" E se io non venissi?"
S:" So che verrai" disse sorridendo "Fatti proprio bella eh" e continuò a sorridermi.
E:" Vedremo..."
Iniziammo a sentire delle voci in lontananza e lui si allontanò velocemente. Io salì in macchina e andai a casa.

L'esigenza di te (Emma e Stefano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora