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Il suono della sveglia interruppe il mio sonno.
Guardai l'orologio ed erano già le otto, così decisi di alzarmi abbastanza velocemente visto che alle nove sarei dovuta essere agli studi di amici. Andai in bagno, mi lavai e poi mi preparai. In cucina Francesca, che era già in piedi da un po', stava facendo colazione.
"Buongiorno Francy" dissi prendendo in mano qualche biscotto.
F:"Ti accompagno io al lavoro va bene?"
E:" Ti ringrazio"
Finimmo di mangiare e poi uscimmo di casa.
Appena arrivai agli studi incontrai Elisa.
E:" Ciao Eli!"
Lei venne verso di me e mi abbracciò.
Elisa:" Buongiorno Emma come va?" Chiese sorridendo.
E:" Abbastanza bene dai, bisogna lavorare un sacco con i ragazzi questa settimana!"
Elisa:" Si sono davvero tutti molto bravi"
Continuammo a parlare un po' di lavoro e poi ognuna di noi andò dai rispettivi ragazzi.
In casetta bianca erano rimasti solo Mike e Sebastian; appena arrivai mi salutarono ebbri di gioia.
M:" Ciao Emma!"
S:" Ehi Emma!"
E:" Buongiorno ragazzi, come state?"
Iniziammo a parlare un po' e poi io andai in sala prove con Mike e Sebastian andò in sala danza.
E:" Molto bene Mike, i brani erano perfetti, però devi cantare come ora anche al serale!"
M:" Va bene" disse sorridendo.
E:" Vuoi provare un'altra volta i sei abbastanza sicuro?"
M:" Per me va bene così semmai risentiamo domani"
E:" Va benissimo... io dovrei provare 'A mano a mano', resti a sentire?" Chiesi sorridendo.
M:" Certo!"
Provai la canzone, Mike si complimentò e poi io me ne andai a prendere un caffè alla macchinetta.
Successivamente mi recai in sala ballo per vedere come stava lavorando Sebastian.
Appena entrai però vidi Stefano; anche lui stava lavorando alla coreografia di Sebastian. Io feci finta di nulla e continuai a guardare Sebastian anche se mi risultò abbastanza difficile vista l'infinita bellezza di Stefano.
Tra uno sguardo e l'altro la lezione di ballo finì ed uscimmo dalla stanza tutti molto soddisfatti.
Io decisi di tornare nel mio camerino a prendere la mia borsa per poi andare a casa ma ad un certo punto una mano si appoggiò sulla mia spalla. Mi voltai di scatto abbastanza spaventata e mi ritrovai a faccia a faccia con Stefano.
S:" Dobbiamo parlare" disse lui guardandomi negli occhi.
Io lo guardai per qualche secondo poi mi voltai e continuai a camminare. Lui mi fermò un'altra volta e continuò a supplicarmi.
S:" Emma fermati, per favore parliamo!"
E:" Io non ho nulla da dirti" risposi decisa.
Provai di nuovo a continuare a camminare ma lui mi bloccò nuovamente con le mani.
E:" Stefano basta! Lasciami stare!" Urlai con tono abbastanza arrabbiato per poi continuare a percorrere la mia strada con una camminata spedita.
Non avevo voglia di vederlo e nemmeno di parlargli. Forse ignorarlo sarebbe stata la cosa migliore da fare, alla fine in quel momento non mi mancava nemmeno così tanto, volevo dedicarmi solo al lavoro e alla mia squadra.
Arrivai in camerino, presi la borsa e poi chiamai Francesca.
E:" Ehi Fra hai finito le commissioni?"
F:" Si, ti passo a prendere?"
E:" Si grazie"
F:" Dieci minuti e dovrei essere lì"
E:" Va bene ti aspetto al parcheggio, a dopo!"
Iniziai ad avviarmi verso le porte di uscita e appena arrivata fuori decisi di sedermi su un muretto davanti al parcheggio.
Presi il telefono e controllai qualche notifica anche se continuavo a sentire la voce di un bambino e mi domandavo in continuazione da dove provenisse. Ad un certo punto i miei occhi capirono molto velocemente; vidi Stefano giocare a pallone con suo figlio. Feci finta di messaggiare al telefono per non farmi notare anche se i miei occhi non facevano altro che guardarli. Santiago continuava a farsi rincorrere dal padre che dopo tanto lo prese in braccio e gli iniziò a fare il solletico. Continuavano a ridere e un piccolo sorriso si disegnò sul mio viso. "É proprio un bravo padre" pensai. Successivamente ripresi il telefono e continuai a fare finta di guardare i messaggi anche se Francesca sarebbe dovuta arrivare a breve.
Ad un certo punto il pallone mi arrivò molto vicino. Alzai lo sguardo di scatto e vidi Santiago correre verso di me.
Santiago:" Ciao, mi passi la palla?"
E:" Certo!" Risposi sorridendo.
Glie la lanciai abbastanza piano e lui la afferrò velocemente.
Santiago:" Grazie"
Emma:" Prego, come ti chiami?" Decisi di chiedere visto che stava continuando a guardarmi.
Santiago:" Santiago e tu?"
E:" Io sono Emma"
Santiago:" Emma vuoi giocare con me e mio papà a pallone?"
E:" Mi piacerebbe molto, ma tra poco devo andare via..."
Nel frattempo Stefano si avvicinò a noi, io alzai velocemente lo sguardo per poi riabbassarlo.
Santiago:" Ah uffa"
E:" Dai la prossima volta!"
Santiago:" Va bene" rispose il piccolo sorridendo.
E:" Dai! Andate a giocare che vi guardo!" Dissi anche io sorridendo e guardando velocemente Stefano.
Santiago iniziò a correre con la palla in mano, Stefano invece stette qualche secondo a guardarmi sorridendo, poi si voltò e corse verso figlio.
Dopo poco vidi arrivare Francesca e prima di salire in macchina notai Santiago che mi stava salutando con la manina, ricambiai il saluto e poi salì in macchina.

L'esigenza di te (Emma e Stefano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora