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Finì la prima manche e ovviamente ci sarebbe stato il solito "chi inizierá"... chissá questa volta cosa avrebbe organizzato Maria. Entrarono Marcello e Stefano, ormai sapevo che Marcello sarebbe stato il mio aiutante come nelle altre puntate in modo da non creare troppo imbarazzo tra me e Stefano. Cosí fu. Marcello mi aiutó ad indossare un grosso reggiseno dove io e Elisa avremmo dovuto mettere piú soldi possibili. La sfida fu molto divertente ma anche imbarazzante visto che ero per terra e sembravo travolta da un uragano. Ad un certo punto Stefano aiutó Elisa ad alzarsi mentre io speravo che fosse arrivato Marcello ad aiutarmi. Ad un certo punto due grandi e dolci mani si appoggiarono sui miei fianchi, le riconobbi subito, erano quelle mani, le stesse mani, sempre quelle. Non capí piú nulla e mi limitai a sorridere. Il pubblico si fece sentire con un boato che mi fece quasi male, mi sentivo svenire ma cercai di non fare notare nulla e continuai a sorridere. Stefano mi fece alzare e io ringraziai con un "grazie" per non sembrare fredda o maleducata nei confronti della nostra storia. Furono pochi secondi, ma sembrarono un'eternità. Vinsi la sfida, il mio reggiseno era stra colmo di soldi e così decisi di iniziare la seconda manche schierandomi. In quel momento avevo solo voglia di cantare e di sfogarmi, così decisi di esibirmi con una mia canzone molto vecchia. Non la cantavo da tempo ma mentre la cantai non riuscivo a pensare a nient'altro che a lui.
"E mentre scendono lacrime sento freddo senza averti qui, e poi mi sembra un po strano e mi trema la mano mi manca l aria se tu non sei qui e pensandoci bene sai questa canzone mi parla di te"
No emma fermati non devi pensare a lui
Lui ti ha fatto troppo male.
Non se lo merita.
Ma io continuai a pensare a lui, avevo voglia di lui in quel momento... poco dopo la canzone finì e io non me ne accorsi nemmeno. Avevo cantato col cuore, con tutta me stessa e mi ero lasciata trascinare da quella mancanza di lui che mi stava perseguitando. Mi risedetti vicino ai miei ragazzi e Elisa rispose anche lei con un "canto io"; era davvero brava e negli ultimi anni lavorando con lei avevo imparato davvero tante cose. La puntata finì velocemente e purtroppo perdemmo Thomas,un ragazzo della squadra davvero forte e bravo. Dispiaciuta tornai in camerino a prendere la mia borsa e poi mi diressi verso l'uscita. Stavo camminando ma ad un certo punto due occhi famigliari incrociarono i miei. Cazzo era Stefano. Ogni volta che me lo trovavo davanti non sapevo come comportarmi, molte volte lo ignoravo invece altre accennavo un piccolo sorriso per correttezza. Feci finta di guardare il telefono e a passo svelto uscì dagli studi. Mi diressi verso il parcheggio ma continuavo a non trovare le chiavi della macchina cosí decisi di andare a controllare se le avessi lasciate in camerino. Rientrai, presi l'ascensore e appena le porte si aprirono me lo ritrovai davanti. Stefano questa sera mi stava veramente perseguitando. Per quanto cercavo di odiarlo era veramente bello, portava il suo borsone di ballo e aveva una bottiglietta d'acqua in mano. Decisi di accennare un sorriso per non apparire maleducata ma ad un certo punto...
S:" ehi"
Mi salutó. Non succedeva da anni. Cosa stava succedendo? Non capivo come mai tutto questo in una sola sera? Risposi con un "ciao" restando abbastanza distaccata
S:" come mai continui a fare avanti e indietro?"
La domanda era "come mai mi stava parlando? Cosa voleva da me? Perchè mi stava chiedendo quella cosa?"
E:"Non trovo piú le chiavi della macchina, sto andando a controllare se sono in camerino"
S:" Ah ho capito"
Capito cosa? Cosa glie ne fregava?
Non sapevo cosa fare nè cosa rispondere ma per fortuna lui continuó la conversazione.
S:"come va?"
E:"tutto bene grazie" dissi cercando di far capire che volevo solo andare a prendere le mie chiavi; ma ovviamente lui non capì e continuó.
S:"se vuoi comunque ti posso accompagnare a cercare le chiavi... non c'è più quasi nessuno qua e non vorrei che restassi sola"
Ma cosa mi stava chiedendo? Non sapevo cosa rispondere ma era ovvio che non volevo...
E:" Sono abbastanza grande per andare da sola, ciao"
Mi avviai rapidamente verso il camerino. Dallo specchio che andava verso la porta peró riuscì a vederlo, stava continuando a guardarmi e non smetteva. Cosa aveva da guardarmi?
Dopo avermi fatto così tanto male aveva ancora il coraggio di guardarmi e soprattutto il coraggio di parlarmi.

L'esigenza di te (Emma e Stefano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora