Capitolo 1 + Trailer

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Un fascio di luce passa dalla finestra arrivando fino ai miei occhi.
Li apro e mi guardo attorno confusa, come se stessi dimenticando qualcosa.
Tiro su i gomiti e poso il mio sguardo verso la sveglia appoggiata al comodino.

Oh no. Non ci posso credere.
In tutta fretta mi alzo dal letto cercando di non farmi prendere dal panico, ma più fisso l'ora e più mi è difficile restare calma.

<<Merda! Com'è possibile che in questa casa nessuno abbia pensato di svegliarmi?!>> Grido. Esco da camera mia sbattendo la porta e in fretta e furia scendo le scale dirigendomi verso la sala.
<<Si può sapere che ti prende Eva?!>> Mi volto e fulmino mia madre come mai avrei pensato di fare in vita mia.

<<Che mi prende?! Ma stai scherzando?! Sono le 9:00 e dovrei già essere in aeroporto, il volo parte tra meno di due ore e invece guarda un po', sono ancora qui!>>.
Ammetto di sentirmi un po' in colpa ad urlare a mia madre in questo modo, ma in questo momento la rabbia sta prendendo il sopravvento.

<<Beh se tu ti fossi ricordata di puntare la sveglia questo non sarebbe successo. Ora datti una calmata e vatti a preparare.>>
Annuisco.

<<Scusami, non volevo urlarti in quel modo, ma aspetto questo giorno da molto tempo, sai che è molto importante per me.>>
L'ultima cosa che voglio fare è litigare con mia madre, è solo grazie a lei se posso partire e non voglio deluderla ancor prima di farlo.

<<Tranquilla tesoro. Ora va' a fare colazione, è tardi. Io salgo di sopra a farmi una doccia e a prendere le valigie.>>

Mi dirigo verso la cucina per preparami qualcosa da mangiare.
Non posso che sorridere quando sul tavolo vedo un bel bicchiere di spremuta d'arancia e un cornetto al cioccolato. Subito dopo mi rabbuio.

Mia madre era uscita a prendermi la colazione, preparandomi anche la spremuta e io per ringraziarla le avevo urlato contro.

Mi siedo e porto davanti a me il piatto contenente il cornetto, di fianco noto un bigliettino con una piccola frase. "Non dimenticare mai di fare colazione."
Senza nemmeno accorgermene inzio a piangere.

Mia madre sin da quando ero piccola mi rimprovera per ore dicendomi che la colazione era il pasto più importante della giornata, si svegliava un'ora prima di me per farmi sempre trovare tutto pronto e io, la maggior parte delle volte, nemmeno mi sforzavo di assaggiare.

Solo ora mi rendo conto di non aver apprezzato a pieno tutto ciò che mia madre ha sempre fatto per me e più ci penso e più mi piange il cuore.

<<Eva..>> Sussulto.
Mi volto e mi asciugo il viso ormai rigato dalle lacrime.

<<Ciao, Christian, non ti ho proprio sentito arrivare.>>
Mi sforzo di sorridere ma proprio non ci riesco.

<<Tu e la mamma avete litigato?>>
Faccio cenno di si col viso e mi alzo dalla sedia per abbracciarlo.
Ricambia subito stringendomi forte a se, ma poi si scosta e mi tiene per le mani.

<<Ascolta, so che è un passo importante, che aspettavi questo momento da molto, ma non devi farti prendere dal panico. Siamo cresciuti in un contesto molto difficile e vedrai che d'ora in poi riuscirai a cavartela alla grande.
Non nego che ci saranno momenti difficili, in cui vorrai mollare tutto, ma sappi che io ci sarò sempre come tu ci sei stata per me in tutti questi anni difficili.>>

Sentendo le sue parole mi rimetto a piangere.
Essere cresciuti in una famiglia con un padre alcolizzato non ha fatto altro che renderci la vita un inferno. Nostra madre lavorava tutto il giorno, a volte anche la sera, in qualche ristorante, tutto questo solo per non farci mancare nulla, a differenza di lui, che non si preoccupava minimamente di noi.

Mentre gli altri figli spendevano il loro tempo divertendosi in famiglia, io e Christian restavamo in casa a preparare da mangiare per noi due e per papà, quando veniva...

Ricordo che molte volte chiedevo a Chris dove fosse nostro padre e non faceva altro che dirmi "non ti preoccupare vedrai che sta per arrivare" nascondendomi il fatto che fosse al bar ad ubriacarsi.

Ricordo ogni singola parola che usciva dalle sue labbra quando tornava a casa ubriaco e furioso. 《Siete dei buoni a nulla.》, 《era meglio se non mi sposavo》, 《resterete dei falliti a vita》.
Ricordo che piangevo per ore, mi chiedevo cosa avessimo fatto di male per meritarci una cosa del genere, e Chris ogni volta provava a consolarmi dicendo che un giorno tutto questo sarebbe stato solo un ricordo e che le sue parole avrebbero smesso di farmi stare male.
Aveva ragione.

A quindici anni capii che non sarebbe cambiato, anzi no, che non voleva cambiare.

Ho iniziato così a vivere più serenamente, ogni volta che mi insultava non stavo più male come prima, non ne avevo motivo, non ero io quella che stava sbagliando.

<<Hai ragione Chris, non devo rovinare questo momento.>>

Da oggi la nostra vita subirà un drastico cambiamento, mamma andrà a vivere da Chris in una piccola città di Washington e io me ne andrò alla Stanford university in California.

In quanto a nostro padre, beh, probabilmente al ritorno sarà così ubriaco da non rendersi nemmeno conto della nostra assenza.

MADNESS - Un passato da dimenticare (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora