<<A Daniel piace creare problemi anche quando non ci sono.>> mi riferisce Jace portandosi alla bocca una tazza fumante di caffè americano.
Il bar in cui mi ha portata è veramente bello. È ampio, luminoso e presenta varie sfumature di bianco e grigio che si intonano perfettamente al parquet beige
<<Magari non è stata colpa sua.>> faccio spallucce e inizio a mangiare il mio muffin al cioccolato.
<<Eva, lo conosco meglio di te, so come è fatto.>>
Sono confusa, non riesco più a capire i comportamenti di questo ragazzo. Prima mi convincono del fatto che è in un modo e poi smentiscono.
<<Ma tu ed Ashley mi avete detto che è una brava persona.>>
Accenna ad un sorriso comprensivo e ritorna a parlarmi allontanando la tazza dalle sue labbra.
<<E lo è credimi, ma non mostra facilmente questo suo lato buono. Se credi che lui ti sarà grato per quello che tu ed Ashley avete fatto per lui ieri, ti sbagli.>>
Non so più cosa dire, quindi mi limito a finire la mia colazione. Non mi aspettavo nemmeno che mi ringraziasse, ma vederlo lì mentre dormiva, mi sembrava di vedere in lui una persona diversa. Infondo anche io ero come lui, mi dimostravo allegra e vivace agli occhi di tutti, eppure una volta arrivata a casa ritornavo ad essere me stessa.
La ragazza che si chiudeva in camera quando i suoi genitori litigavano, la ragazza che non ha mai sentito ricambiare un ti voglio bene da suo padre e che ha sempre avuto paura di dire qualcosa di sbagliato che potesse far scattare in lui una reazione violenta. Siamo uguali, abbiamo soltanto due modi opposti di nasconderlo. O magari è fatto così, ma ogni persona ha del buono in fondo al cuore. E se lui è uno di quelli, in un modo o nell'altro cambierà quando troverà la persona giusta.<<Tra dieci minuti dobbiamo andare. Ti lascio davanti a casa?>> mi riferisce guardando il cellulare.
<<Si va bene. Non mi hai ancora detto che lavoro fai..>> schiocco un mezzo sorriso e lo vedo ricambiare.
<<Lavoro al Samantha's pub.>> il mio sorriso svanisce appena sento nominare quel bar. Odio quel posto.
<<Non mi piace quella ragazza.>> vorrei aggiungere un paio di insulti rivolti a lei ma decido di non farlo per non risultare ridicola.
Ha un espressione sul volto divertita, e non posso fare a meno di inarcare un sopracciglio e fissarlo cercando cercando di restare seria.
<<Che c'è?!>> Non ci riesco e scoppio a ridere insieme a lui.<<Stai parlando di Emily?>> aggrotto la fronte.
<<Non si chiama Samantha?>>
Il sorriso che aveva prima gli muore dalle labbra.
<<No, Samantha è sua sorella. È morta l'anno scorso in un incidente stradale. Quando è venuta a mancare non sapeva più se chiudere il locale o no, così le ho dato una mano, prendendo il posto di di sua sorella, era un brutto periodo anche per me. Il fatto di lavorare mi ha dato la possibilità di cambiare, e anche se all'inizio non mi pagava per me era una distrazione .>>
Sospira passandosi una mano tra i capelli.
<<Ora per fortuna le cose stanno andando bene, è molto disponibile e mi ha dato orari flessibili per lasciarmi liberi i momenti di scuola e studio. Di solito lavoro la sera, ma dato che il semestre non è ancora iniziato preferisco andare mattina e pomeriggio.>>
<<Mi dispiace per lei.>> sospiro anch'io colpita dalla triste storia di quella ragazza che avevo giudicato troppo in fretta.
<<Dispiace anche a me. Andiamo?>> annuisco e insieme camminiamo verso la sua auto.Passo metà del viaggio in silenzio a riflettere sulla storia di Emily e a pensare a quali problemi aveva Jace. Volevo così tanto chiedergli cosa gli era successo ma non mi sembrava il momento adatto. Ma il fatto che lui abbia chiesto ad Ashley di non dire nulla e di chiudere la bocca potrebbe significare che è veramente qualcosa di grave. Altrimenti uno non si presenta nel bel mezzo della mattina per dire qualcosa che non è di rilevante importanza.
<<Manca una settimana prima dell'inizio del semestre e io non ho ancora iniziato a cercare lavoro.>> sbuffo a me stessa. Mi ero promessa che una volta arrivata qui avrei iniziato a mandare curriculum fin da subito.
Ho bisogno di pensare ad altro o finirò per rimanere giù di morale tutta la mattinata.
<<Cosa ti piacerebbe fare?>> mi domanda senza togliere lo sguardo dalla strada.
<<Non lo so, non mi importa, ho solo bisogno di trovare i soldi per pagarmi l'appartamento.>>
Mia madre negli anni era riuscita da sola a risparmiarmi i soldi per la retta universitaria. E non so come ha fatto, ma voglio contribuire anch'io in qualcosa.
Quando le ho detto che avevo intenzione di lavorare era contraria, diceva che avrei dovuto dedicarmi allo studio, ma non me la sono sentita di gravare tutte le spese su di lei. Anche volendo non può riuscire a pagarmi tutto, è troppo per lei. E ora che si è trasferita insieme a mio fratello non ha nemmeno un lavoro.<<Conosco un posto in cui cercano personale, se vuoi posso chiedere un colloquio per te. All'inizio volevo andare a lavorare lì, ma poi ho pensato che Emily sarebbe rimasta sola.>>
<<Grazie!>>
Batto le mani entusiasta e mi avvento su di lui posandogli un bacio sulla guancia.
Non appena ritorno al mio posto mi rendo conto della mia reazione eccessiva e divento tutta rossa.
<<Scusa.>> Balbetto.
<<E di cosa?>> non so esattamente di cosa mi sto scusando, credo forse per il fatto di essergli saltata addosso.
<<Beh per quello che è appena successo, mi sono fatta prendere dall'emozione.>> in vita mia ho avuto soltanto una relazione durata un mese, all'età di 14 anni, quindi non so esattamente come devo comportarmi, so che devo essere me stessa ma così sto esagerando. Ho sempre messo lo studio al primo posto lasciando da parte i ragazzi, per rendere mia madre orgogliosa di me e per poter fare una vita migliore in futuro e ora la mia inesperienza sta iniziando a mostrarsi.
<<Devi smetterla di scusarti per ogni cosa.>> posa la sua mano sulla mia per rassicurarmi e poi la ritrae per far presa sul volante non appena il semaforo si illumina di verde.
<<Lo so ma non me ne rendo conto.>> ammetto. Anche se so di mentire. Ho sempre dovuto chiedere scusa a mio padre anche quando la colpa non era mia pur di non farmi alzare le mani addosso, ma non ha mai funzionato. E ora mi sto portando dietro quest'abitudine.<<Siamo arrivati.>> alzo il mio sguardo verso il finestrino e annuisco.
<<C'è qualcosa che non va?>> chiede preoccupato.
<<No. Sto bene>> cerco di sfoggiare il mio miglior sorriso e fortunatamente ci riesco. Non voglio dover raccontare a Jace i miei problemi, mi fido di lui, ma dover rivivere nella mia testa tutti quei momenti mentre li racconto mi fa male.Entrambi scendiamo dalla macchina, mi posa un braccio sulla vita e una volta arrivata davanti alla porta di casa mi da un casto bacio sulla fronte, dandomi un ultimo abbraccio prima di andare.
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MADNESS - Un passato da dimenticare (IN PAUSA)
RomancePer Eva è il momento di iniziare una nuova vita al college. Ma non sarà come se lo sognava. Non da quando nella sua vita compariranno Jace, un ragazzo all'apparenza buono, ma con oscuri segreti, e Daniel, un ragazzo senza cuore, un ragazzo che non d...