5 - La tua voce è fiabesca

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Merope aveva voglia di uscire. Il sole stava per tramontare e il cielo si tramutò in un caleidoscopio di oro e viola, con dei bagliori rosso fuoco che parevano creare delle striature leggere ma intense fra le nuvole scorrevoli.

Le ombre dei palazzi e delle case si disseminavano sul pavimento crepato e sconfitto dal tempo. Le luci iniziarono ad illuminare la cittadina di Monopoli, e Merope decise di farsi una camminata giù al porto. Le barche si muovevano, spostate dal leggero vento e nell'aria aleggiava il forte tanfo di pesce appena pescato. Dei marinai gridavano ordini, con il loro solito dialetto.

"We pigghj u pesc da n'derr, SCANS FETICCC!" Non vi allarmate, non è né arabo, né tedesco e neanche qualunque altra lingua stiate immaginando. Significa "prendi il pesce che ti è appena caduto, fannullone!"

Dopo questa intensa lezione

Non trovate sia pura poesia?!

Merope sorrise, si sedette su di una panca rivolta al mare e riprese nella sua scomoda lettura. Credeva di fare un torto a Venia leggendo i suoi segreti.

Una volte lei e Venia si erano sedute su quella stessa panca. La nostalgia prese a vibrare maliziosa.

Lascia stare.

Caro Smerald,

Venerdì 20 agosto 2015, ore 20.03

Oh Smerald! Penso che adorerò questo paesino. Monopoli la trovo semplicemente fantastica! Sai, è una cittadina balneare, pullulante di marinai con le loro barche in viaggio verso mari profondi e scuri, intrisi di giganteschi polpi che fanno saettare i loro tentacoli guizzanti in aria! Ovviamente scherzo! Oggi è stata una giornata stupenda! Se posso dirlo, STUPENDAMENTE CILIEGIANTE!

Abito in un palazzo in periferia e proprio qui vicino c'è il liceo, quindi molto probabilmente non dovrò prendere l'autobus. Stamane sono andata in segreteria a consegnare i moduli di iscrizione per il quarto anno, sempre indirizzandomi verso il liceo linguistico. Ho conosciuto una ragazza. Mi è simpatica, se devo ammetterlo. La sua disponibilità è stata accettata da me con favore, anche perché sono un po' spaventata.

Lei si chiama Merope. Mi ha detto che è originaria degli Stati Uniti. Il suo nome mi ricorda una Dea Greca o Romana. Non saprei. O forse semplicemente Merope Gaunt, la madre di Voldemort! Caspita, ora che ci penso è proprio vero! Wow! :)

"Hey, ciao!" mi ha salutata Merope.

"Ciao" ho fatto io.

"Sei nuova?"

"Se per nuova intendi che tu per me sei sconosciuta allora sì, sono nuova"

Merope ha sorriso, con una cadenza quasi lenta di capire le cose e poi si è presentata, e a quel punto mi sono presentata anch'io.

Non so lei, ma quando oggi le ho stretto la mano non ho sentito quasi niente e, come spesso accade, ci accorgiamo troppo tardi delle cose belle che ci capitano nella vita. Anche se durano poco o pochissimo o pochissimissimo. Ho avuto paura che non l'avrei più incontrata.

Lo so, sono abbastanza uno "sbattimento di rotelle", diciamo una noia mortale, ma non m'importa, perché ho cominciato a parlare a raffica, senza più riuscire a fermarmi, e ciò non mi capitava da moltissimo tempo. Poi ho visto il mio riflesso nei suoi occhi e mi sono accorta che è stato bello. E la mia giornata si è accesa, e il sole ha cominciato a sorridere, e gli alberi sibilavano, e gli uccellini mi ronzavano intorno, come succedeva a Biancaneve.

Quindi, se un giorno, cara Merope, dovesse succederti di leggere queste pagine (cosa molto improbabile, ma fa niente), và in fondo per cercare la via e trova in te quello che può essere il ricordo più bello nella memoria.

***

Aspetta un attimo, Venia, pensò Merope. Forse ha modificato il diario. Forse ne ha scritto un altro, copiando gli appunti da quello vecchio. Forse pensava anche di pubblicare la sua storia. Certo, dopo tutto quello che aveva passato ...

Ed era vero. Molte di quelle pagine erano sgualcite e a Merope pareva molto strano. Forse aveva intenzione di suicidarsi prima di morire per davvero?

Sfogliò la pagina e continuò.

***

Dovevo consegnare il modulo di iscrizione ed è risaputo che per queste cose bisogna attendere.

"Caspita!" ho detto, "Ci mettono sempre così tanto?!"

"Abbastanza"

"E dimmi, tu perché sei qui?"

"In questi tempi noi studenti cerchiamo di vendere libri scolastici degli anni precedenti. Se ti serve qualcosa, un libro di seconda mano, posso chiedere a qualche mio amico"

"Mi farebbe molto piacere, grazie"

"Sai già cosa fare dopo la scuola?" ha detto, e io ho pensato: cosa?

"Mhh ..., in verità vorrei fare qualcosa di fruttoso"

"Fruttoso?"

"Succhevole! Caspita, voglio creare parole nuove! È un mestiere faticoso, sai? Soprattutto per noi scrittori. Tutti hanno un posto nella loro vita, io voglio un lavoro immaginoso fino a farmi spellare i macchinari danzanti della mia testa!"

"Okay, non ho capito ma va bene così" abbiamo riso. Mi piaceva la sua risata.

"Questa si che è autorità", hai detto.

"Tu dici?"

"Devi essere molto sicura di te se vuoi aggiungere nuove parole al vocabolario"

"Il fatto è che voglio liberare la mente a tutte quelle povere persone che si scervellano a trovare le parole e che fanno fatica ... nella danza del parlare!"

Merope è scoppiata a ridere. Subito mi sono accorta di quanto fosse leggera, e fiabesca, e ciliegiante la sua risata.

Adesso sto per andare. Ci vediamo, Smerald.

Tua,

Venia

Caro Smerald, ti scrivo ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora