12 - "Questo profumo mi ricorda lei"

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Il diario di Venia Giannuzzi era davvero diventato di dominio pubblico. Merope avrebbe potuto anche gettare l'originale e prenderne uno usato, ma non lo fece. Sapeva che la vera copia, con l'odore di Venia ancora impresso come un marchio indelebile, non poteva essere paragonata ad una forse fasulla.

Mentre passeggiava per Monopoli, la prima cosa che i suoi occhi vigili notarono fu un poster fuori ad una libreria.

"Voglio ricordare ogni giorno come il più bello di tutti"

Entrò in libreria. C'erano molte persone al suo interno che chiacchieravano animatamente. Una signora sulla quarantina leggeva il diario, ormai un libro, seduta su una poltrona, con una tazza di tè in mano e gli occhiali posati su quel suo naso adunco e curvilineo.

Merope prese una copia e lesse la prima pagina. C'era anche la sua dedica! In copertina vi era una foto di Venia, il sorriso spavaldo pronunciato sul suo bel volto.

<<Diventerà sicuramente un best seller>> disse qualcuno. Merope si voltò e vide un ragazzo dalle braccia tatuate e i capelli biondo platino che prendeva una copia del libro.

<<Ci siamo noi in questo libro. Tutti sapranno chi siamo veramente. Non avremo più maschere>>, continuò, sfogliando le pagine ed annusandone l'aroma. <<Questo profumo mi ricorda lei>>

Era il giovane che cantava in quella rock band, la "Shadow's Epic Sound". Aveva ragione Venia, cambiava sempre colore di capelli. Tutte le persone che conosceva Venia cambiavano colore di capelli.

Tranne io, pensò.

Poi Merope udì delle voci. Provenivano da quelle signore che chiacchieravano sul nuovo libro che "sta avendo tanto clamore soprattutto fra i giovani".

<<Possiamo conoscere meglio questa ragazza adesso. Di lei fino ad ora abbiamo saputo solo che è stata uccisa brutalmente ad un Gay Pride. Credo che la mente di questa giovane aprirà quelle che sono le porte chiuse del mondo.>>

Merope non ci vide più dalla rabbia. Non riuscì a trattenersi.

<<Voi non conoscevate Venia Giannuzzi. Nessuno di voi sapeva chi fosse in realtà. Forse neanche io la conoscevo!>>

Strappò il libro dalle mani della signora che stava parlando e lo gettò via, scaraventandolo contro al muro.

Se ne andò e le lacrime presero ad inondarle il viso.


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