Caro Smerald,
Venerdì 4 novembre 2015, ore 05.66
Scusa se ti ho fatto aspettare, Smerald. Non volevo. Non sono riuscita ad addormentarmi, neanche per un secondo. È stata la notte più lunga di tutta la mia vita. Il cielo si trasforma in un caleidoscopio di nero e arancione: ciò significa che il sole sta spuntando all'orizzonte. Vorrei essere al mare, anche se siamo a novembre. Sentire il fragore dell'acqua e la schiuma che si forma alla riva, la sabbia che pizzica sgradevole sotto ai piedi e una dolce brezza che canta sul volto, scuotendomi i capelli. L'estate mi manca. Tanto. Novembre non mi è mai piaciuto: è triste, solitario e troppo lungo. Forse è il mese più lungo dell'anno, chissà.
Merope ancora non mi parla. E credo che non lo farò anch'io e sai perché? Merope ha fatto la spia: è stata proprio lei a gettarmi fra le grinfie e gli artigli di Emma Libanese. Le ha detto che sono stata io a graffiarle il motorino. Capisci? Quando Merope me l'ha raccontato, non ho voluto crederci.
"Che cosa hai fatto? E soprattutto perché mai l'avresti fatto?" le ho domandato, incredula. Non sapevo cos'altro aspettarmi.
"Venia, devi smetterla con la tua simpatia"
"Merope, adesso mi hai stancata. Non provare mai più a dirmi cosa devo o non devo fare. La vita è mia, se ho voluto graffiare il motore a quella stronza è una mia questione. E soprattutto decido io con chi essere simpatica!"
Merope sbuffa e sussurra, quasi seccata: "Fallo"
"Ora mi spieghi perché hai fatto la spia?", ho continuato a domandare, anche se lei sembrava non ascoltare.
"E va bene", poi, parlando sempre più a bassa voce e lanciando occhiate furtive ai passanti, dice: "Sto provando per te qualcosa che mi spaventa. Che mi fa paura. E io non voglio che ciò accada, Venia. Mi hai capita. Forse è meglio stare lontani per un po'. Ciao."
Se ne va. Se ne vanno tutti.
Avevo sempre saputo cosa significasse sentirsi soli tra la folla, tra un mucchio di gente. Mentre Merope se ne andava, un paio di ragazzini, con i loro corpi, hanno nascosto il suo. Merope era stata mangiata dalla folla, e io non la vedevo più. I bordi del mio campo visivo si erano sfocati, perché ho sentito le lacrime assalirmi in fretta, ma ho resistito. Quindi prova qualcosa per me? Perché ha fatto la spia? Perché mi ha trattata e umiliata in quel modo? Non si dovrebbero proteggere le persone che si amano anziché danneggiarle?
E io non sapevo di possedere sentimenti così fragili sino a quel momento.
Tua,
Venia
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Caro Smerald, ti scrivo ...
Romance"Voglio ricordare ogni giorno come il più bello e sensazionale di tutti". Venia Giannuzzi aveva solo diciotto anni quando viene uccisa per mano di un attacco terroristico ad un GayPride. Come eredità, lascia ai suoi familiari un diario. Un diario n...