Chapter Two

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-Luke, sei tu?
-Sì, Ash, chi vuoi che sia?- sbuffò il biondo togliendosi la felpa zuppa d'acqua.
Ashton scese le scale di corsa con il suo solito sorriso sulla faccia.
Erano amici dai tempi delle elementari, entrambi due pezzi di ghiaccio, che si capivano perfettamente.

-Allora? -chiese.

-Allora, siamo fottuti amico.-

-Come sarebbe a dire? -domandó Luke, portando le mani sui fianchi.

-Niente soldi. Dobbiamo aspettare.-

Il biondo si passó una mano fra i capelli e si sedette sulla poltrona blu.
Le sue mani calme erano diventate due pugni, che battevano nervosamente sulle sue cosce.

Rimasero dei secondi in silenzio.

La mente di Luke, stava impazzendo: faceva calcoli con cifre altissime velocemente, era il suo talento.

-Hai trovato qualcuna per la festa? Ci sarà molto denaro, e qualcosa di più, non vorrai farti trovare senza una degna accompagnatrice. -interruppe l'amico, il lungo escogitare del biondo.

-Non ho trovato nessuna. Quelle troie si vogliono solo far toccare.- disse, mordicchiandosi il labbro inferiore e afferrando il telecomando.

-E ti dispiace?-

-É questione di principio, Ash.-affermó accedendo il televisore.

Teneva la testa bassa, guardava la punta delle sue scarpe.
Camminava velocemente, verso la scuola di recitazione.
Sua madre l'aveva ritenuta "una buona soluzione per sconfiggere la timidezza", e dopotutto a Beth non dispiaceva andarci. Le era sempre piaciuto recitare.

-Scusi il ritardo Mrs. Anderson.- mormorò con il fiatone, sedendosi su una poltroncina di velluto rosso.
La donna le rivolse un sorriso e continuò a spiegare.

-Alex?-richiamó la bruna, l'amico dormente ridacchiando.

-Ehi Beth.- la salutó con voce assonnata, -ancora in ritardo?- proseguí

-Sì.-sospiró.

Mrs Anderson battè le mani, come per riportare alla realtá i suoi allievi fin troppo sognatori e speranzosi che quell'istituto avrebbe portato loro fama e successo.

-Abbiamo un nuovo arrivato. Si chiama Luke Hemmings.- così presentò l'insegnante il ragazzo alto, magro con dei grossi occhiali da sole sul naso, che osservava quella stanza angusta con superficialitá.
Il biondo tolse gli occhiali e Beth poté incontrare i suoi occhi glaciali che la guardavano vivaci.
La mora abbassó lo sguardo. Non le piaceva essere osservata, affatto. Giocherelló con una ciocca di capelli ramati, finché Alex le toccò il braccio.

-Beth, dobbiamo andare. La lezione è finita.-le disse con un sorriso.

-Oh sì, arrivo.-

Si alzò di scatto e prese la tracolla di cuoio scuro.
Sentí una mano calda afferrarle il polso destro e sussurrare al suo orecchio "dimmi il tuo nome."

lego house. // hemmings. IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora