Nonostante la stanchezza, mi alzo di buon'ora, spegnendo la sveglia e alzandomi dal letto senza fatica. Sono comunque molto stanca, non vedo già l'ora che arrivi la sera per tornare a letto. Mi faccio una doccia veloce poi indosso la biancheria e gli abiti da lavoro, mettendo il tesserino al collo per non dimenticarlo e andando poi in cucina per prepararmi del caffè.
Penso al fatto che dovrò lavorare molto e che invierò i risultati a Jason affinché mi aiuti ad identificare i colpevoli. So perfettamente che una volta scoperti dovrò ucciderli. Sorrido a quel pensiero, pregustando il momento in cui il mio coltello affonderà nella carne di quei malviventi.
Dopo aver bevuto il caffè, esco di casa, chiudo bene la porta d'ingresso, e mi avvio alla macchina, salendo e mettendo in moto. Ascolto la radio ma non le notizie. Non lo faccio mai, mi disturbano. Non guardo mai il telegiornale, solo in rari casi. Ho già un capo dispotico che ci aggiorna su tutto quello che succede.
Arrivo a lavoro in orario, perché non vedo ancora la macchina di Jennifer e Jack ma quella di Michael. Lui starà già lavorando al caso delle modelle morte. Mi affretto a raggiungere l'entrata, poi prendo l'ascensore e salgo al mio piano, andando poi alle macchinette per prendere un caffè. Piper spunta all'improvviso alle mie spalle, facendomi sussultare per un momento. Non l'avevo nemmeno vista arrivare.
<< Jauregui, ciao, sei arrivata. Ti devo parlare>> dice seria, prendendo il suo caffè e facendomi cenno di seguirla nel suo ufficio. La seguo senza fiatare, controllando di tanto in tanto gli altri poliziotti, e vedo Michael nel suo studio intento a lavorare su qualche provetta. Entro nell'ufficio di Piper e mi siedo su una delle sedie difronte alla scrivania, poi lei beve un sorso del suo caffè e resta in silenzio per un momento. Mi guarda negli occhi, poi si siede alla sedia della sua scrivania.
<< Lauren, ho bisogno che tu lavora al caso integrale. Che tu analizzi tutti i reparti e i dati che abbiamo trovato. Penso che ci sia qualcosa che mi sfugge>> dice seria.
<< E Clifford cosa sta facendo?>> chiedo.
<< Oh lui sta lavorando su un altro caso, quello dell'uomo che ha ucciso la moglie. Stamattina hanno trovato il suo cadavere, pensiamo che si sia suicidato>> dice ed io annuisco, come se non ne fossi già a conoscenza.
<<Va bene, lavorerò sui casi. Vado>> dico alzandomi.
<< Grazie>> dice lei bevendo un sorso del suo caffè.
Esco dal suo ufficio per dirigermi al mio studio, poi prendo gli strumenti che mi servono e chiedo ad un poliziotto se mi può portare i reperti degli ultimi quattro omicidi. Lui me li porta e appoggia le scatole sulla mia scrivania, poi lo ringrazio e mi metto a lavoro.
Non saluto nemmeno Michael, troppo impegnato a catalogare e a lavorare.
Accendo il computer ed inizio a lavorare sul primo omicidio. La ragazza è stata trovata con un coltello privo di impronte impiantato nel cuore. Alla seconda hanno sparato, alla terza hanno tagliato la gola e la quarta è stata strangolata. Non riesco a capire come abbiano fatto a non lasciare tracce, non riesco a capacitarmi del fatto che non ci sia poi molto su cui indagare.
Sto per mettere via i reparti del primo caso, quando mi cade l'occhio su una provetta. La osservo con cura e vedo che al suo interno c'è un capello. Deve averlo imbustato Jack senza dirlo perché non ricordo di averlo catalogato. Forse se n'è dimenticato, a volte lo fa. Pesco nelle altre tre scatole e trovo altri capelli, e sorrido. Forse Jack pensava che fossero delle modelle, per quello non l'ha detto a nessuno. Ha commesso un errore ma io non dirò nulla, perché forse quei capelli appartengono all'assassino e c'è una sola persona che deve saperlo.
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The serial killer
Fanfiction> sento dire. Quando alzo lo sguardo vedo una ragazza magra ed alta puntarmi contro una pistola. La prima cosa che penso è che è una bellissima ragazza, la seconda è che me ne sono dimenticata una. Dannazione.