Abbiamo dormito abbracciate, strette l'una all'altra, nel suo piccolo letto, quello stesso letto che ho visto la prima volta che sono stata in casa sua, il giorno in cui l'ho rapita.
Tremavo dalla paura, e Camila mi ha stretto a se, confortandomi e dicendomi che Jason non sarebbe mai arrivato.
Ho cercato di crederci, e adesso sono qui seduta al tavolo della cucina a bere del caffè, guardando la televisione.
Camila è in camera e sta preparando le valigie, controllando di avere con sé il passaporto. Mi porterà lei a lavoro e mi verrà a prendere, per poi andare a casa mia e preparare le valigie.
Andremo via da Miami e andremo a Cuba, per ricominciare una nuova vita assieme. Non conosco molto bene questa ragazza ma mi fido di lei e sono sicura che andrà tutto bene.
Quello che mi dispiace è lasciare il mio lavoro perché ci tengo molto, ma devo scappare da Jason, e dalla mia doppia vita, ricominciare da capo.
Camila entra in cucina e mi sorride.
<< Le valigie sono pronte>> dice << ci mancano soltanto le tue>>
Annuisco dicendole che le preparerò una volta arrivata a casa.
Lei si siede sulla sedia di fronte a me e prende un po' di caffè dalla moka, per poi berlo in silenzio. Quando arriva l'ora di andare a lavoro sono in ansia, perché ho paura di trovare Jason fuori casa ad aspettarmi. Ma Camila esce di casa tenendo in mano la pistola, puntandola conto il nulla mentre camminiamo in direzione della sua macchina.
Mi ricordo solo ora di quanto sia stravagante la sua macchina, ma la ragazza dice che è più veloce, e che ce la farà in caso in cui dovessimo scappare da Jason.
Decido di crederle e salgo in macchina, allacciando la cintura e concentrandomi sulla strada davanti a me.
Camila guida con attenzione tenendo la pistola sulle gambe, poi svolta nella via che conduce alla centrale e si guarda ancora intorno, ma di Jason nessuna traccia.
<< Grazie>> dico chinandomi verso di lei per darle un bacio sulle labbra. Lei mi bacia a lungo poi mi lascia andare, e prende la pistola, pronta a colpire in caso in cui qualcuno spuntasse alle mie spalle.
Ma arrivo alla centrale senza danni, e quando sono in ascensore mi permetto di prendere un lungo respiro.
Prendo un altro caffè alle macchinette, e controllo per l'ultima volta di essere sola. Quando mi rendo conto che Jason non può entrare senza tesserino mi sento più tranquilla, e mi guardo intorno, prestando attenzione a tutti i dettagli che vedrò per l'ultima volta.
Saluto Jennifer seduta alla sua scrivania, poi Jack ed infine Piper nel suo studio, concentrata a lavorare.
Vado nel mio studio e vedo immediatamente Michael seduto su quella che è la mia sedia. Gli sorrido nonostante tutto, senza chiedermi che cosa ci faccia lì.
<< Devo dirti una cosa>> dice tranquillo, con un bellissimo sorriso sul volto.
<< Dimmi>> dico sorridendo.
<< Crystal è incinta>> dice portandosi una mano alla bocca, per soffocare un gridolino. Io corro ad abbracciarlo, dandogli una una o due pacche sulla schiena.
Lo sento ridere di cuore, e mi sento così felice per lui. Ho fatto bene ad aspettare di partire, perché se fosse partita ieri non avrei scoperto questa bellissima notizia.
<< Congratulazioni>> dico felice per lui.
Michael arrossisce, e poi torna nel suo studio lasciandomi sola con i miei pensieri. Mi sento strana, così decido di controllare il computer, ma non trovo alcuna e-mail.
Decido di mettermi a lavorare per l'ultima volta al caso delle modelle. Mi chiedo come farà Michael senza di me, ma poi mi rendo conto che ce la farà benissimo da solo.
Dopo la pausa pranzo decido di andare nel laboratorio e guardarlo bene per l'ultima volta. Ripenso alle ore trascorse in quel luogo, ad analizzare e provare gli schizzi di sangue, a lavorare sulle fotografie con l'utilizzo del computer. Mi rendo conto che il mio lavoro mi mancherà molto e spero di trovare qualcosa di simile a Cuba.
Con Camila.
Mi permetto di pensare a lei e mi chiedo che cosa stia facendo, così le invio un messaggio. Lei mi dice che appena prenotato il nostro volo, ed io mi rendo conto che sta succedendo davvero. Me ne andrò da Miami, me ne andrò per davvero. Adesso l'ansia è stata sostituita dall'euforia, e non sto più nella pelle.
Mentre torno a lavorare sul caso delle modelle penso a tutti gli omicidi che ho commesso, omicidi a fin di bene. Penso che non ci sarà più nessuno a fare giustizia, ma poi ricordo che c'è ancora Jason, e che probabilmente ci penserà lui. Lui ne è in grado, ce la farà anche senza di me. È stato lui ad insegnarmi tutto, forse troverà qualcun altro.
Quando arriva l'ora di tornare a casa la prima cosa che faccio è abbracciare Michael. Lui resta molto sorpreso ma io gli dico che è per la nascita di suo figlio o figlia.
Lui annuisce tra le mie braccia, poi lascio andare per andare a salutare Jennifer e Jack. Loro non sanno che sarà l'ultima volta che mi vedranno.
Per Piper ci vuole un po' più di tempo, perché lei mi convoca nel suo ufficio per dirmi che non ho trovato nulla sul caso delle modelle ma che è molto felice del mio lavoro. La ringrazio e le dico che farò del mio meglio in futuro per trovare gli assassini delle modelle.
Prima di uscire dal mio studio mi guardo intorno, soffermandomi su ogni particolare, ricordando tutti i casi a cui ho lavorato. Mi mancherà molto stare qui.
Esco dalla centrale prima di tutti gli altri perché non voglio che vedono la macchina di Camila. Mi guardo intorno, ma di Jason nemmeno l'ombra.
Raggiungo la macchina della ragazza che mi sta aspettando seduta sul sedile del passeggero, con la pistola in mano. La sistema sulle gambe per darmi poi un bacio.
<< Andiamo>> mi dice seria.
Arriviamo a casa mia e ancora una volta mi guardo intorno credendo di trovare Jason davanti alla mia porta, ma non c'è nessuno.
Camila è alle mie spalle, con la pistola puntata e pronta a scattare, ma Jason non si fa vedere. Entriamo in casa mia, e mentre io inizio a preparare le valigie, Camila cerca il mio passaporto in mezzo a tutti i documenti. Non lo uso praticamente mai, sono stata poco in viaggio, ma riesce a trovarlo e quando lo stringo tra le mani mi capacito del fatto che fra poco prenderò un aereo.
Camila mi guarda, appoggiando una mano sulla mia spalla.
<< Sei pronta?>> mi chiede.
Io annuisco, poi l'abbraccio, e lei si lascia stringere da me. Sento la bocca della pistola sulla schiena, e mi rendo conto di essere al sicuro.
Finito di preparare le valigie usciamo di casa, dopo aver controllato ogni singola stanza. La mia casa mi mancherà, mi mancherà svegliarmi nel mio letto e bere il caffè davanti alla televisione, quasi sempre spenta.
Mi mancherà tornare a casa da lavoro, fare una doccia e crollare sul letto, stanca morta.
Usciamo di casa, poi chiudo la porta a chiave e metto le chiavi in tasca. Arriviamo alla macchina di Camila e sistemiamo le valigie nel portabagagli, per poi salire.
<< Puoi mettere un po' di musica se vuoi>> mi dice Camila ed io accendo la radio. Lei mette in moto la macchina ed usciamo dal parcheggio, immettendoci poi in strada.
Camila guida tenendo sempre la pistola sulle gambe, e impieghiamo venti minuti per arrivare alla strada che conduce all'aeroporto.
Ma mi sento strana, come se qualcosa non andasse. Mentre Camila sta guidando guardo nello specchietto retrovisore e vedo chiaramente una macchina che conosco dietro di noi. Mi si gela il sangue nelle vene, e mi rivolgo a Camila con la voce che trema.
<< Camila, c'è Jason che ci sta seguendo>>
3 gennaio 2018
Che strano scrivere 2018!! Comunque mancano due capitoli alla fine (purtroppo) 😔
Che ne pensate di questo? 💖
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The serial killer
Fanfiction> sento dire. Quando alzo lo sguardo vedo una ragazza magra ed alta puntarmi contro una pistola. La prima cosa che penso è che è una bellissima ragazza, la seconda è che me ne sono dimenticata una. Dannazione.