Capitolo 30

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Amethist
Come al solito qui ritengono giusto svegliarci prestissimo. Io mi oppongo cazzo.
Con un sonoro sbuffo mi alzo e mezza addormentata mi scontro con un Jo piu assonnato di me. Scoppiamo entrambi a ridere e Dilan esce dal bagno mugugnando un "idioti" a fior di labbra,entro in bagno al suo posto e mi metto la tuta arancione.
Dopo una colazione leggera mi dirigo al campo esterno per una corsetta poi vado dritta in palestra. Al termine di tutta sta fatica esco sudata e puzzolente cosi mi faccio una doccia.
Entro in camera e vedo Jo sistemare su un ripiano varie boccette di inchiosto e attrezzi muniti di ago,lui mi sorride e mi indica il letto.
Mi sistemo a pancia in su e gli porgo il polso,lui mi guarda e chiede:"che tatuaggio vorresti? Ah ti avviso che farà male poichè non siamo in un vero e proprio studio di tatuaggi attrezzato" gli passo un foglietto con su scritta una G maiuscola in caratteri eleganti e lui annuisce senza fare domande. Bravo ragazzo.
Dilan mi metto nella mano libera quello che credo sia un brandello di stoffa arrotolata per scaricare il dolore senza ferirmi le mani e Jo carica l'inchiostro nero nella macchinetta.
Poco dopo comincia a disinfettare e stampa il disegno di base,prendo un bel respiro e stringo i denti mentre comincia a inchiostrarmi la pelle.
Dopo un ora Jo mi finisce la fasciatura e con un sorriso esordisce:"benissimo,tatuaggio fatto,non esporlo al sole e andrà tutto bene" mugolo un ok e gli do un pugno scherzoso sul petto con il braccio buono dicendo:"brutto stronzo non avevi detto che avrebbe fatti cosi tanto male" lui ride poi mi sdraio e mi addormento

Blake

La mancanza di Ammy è pressante ma ho trovato un nuovo obbiettivo: trovare Gabriel e fare in modo di riportarlo qui. Armata di computer e vari appunti mi dirigo nella zona archivi della biblioteca civica di questa parte della città. Oggi c'è il classico tempo di Londra:umido,piovoso e nuvoloso...vorrei tanto essere con Ammy davanti al camino a bere cioccolata calda...
Mi riscuoto in fretta da pensieri che potrebbero farmi piangere e comincio a cercare tra le registrazioni delle nascite.
Sto quasi per rinunciare quando da uno dei libri scivola via un foglietto,lo apro e sopra ci sono scritti in fretta alcuni nomi di ragazzi adottati o comunque passati ad altre famiglie e tra questi c'è Gabriel. Evidentemente a suo tempo Ammy aveva fatto mettere il proprio cognome al ragazzino.
Guardo l'indirizzo e cerco so Google Maps scoprendo che c'è un posto a suo nome in una clinica medica non molto distante dal centro.
Esco con tutte le informazioni e chiamo un taxi attrezzato in modo che io possa salire senza aiuti e mentre il tassista guida io telefono alla clinica per sapere se possono darmi il numero di Gabriel.
Al telefono mi dicono che non possono darmi il numero poichè sono dati privati ma per fortuna il diretto interessato è li in quel momento.
In breve tempo arrivo e scendo,in uno dei tanti salottini scorgo un ragazzo che mi sembra essere lui anche se un po più grande dall'ultima foto. Mi avvicino e lui alza il viso pur non guardandomi direttamente cosa che inizialmente non capisco poi realizzo che lui guarda altrove non perchè vuole bensì perchè non mi vede: è cieco.
Un brivido mi sale lungo la schiena e la mia sicurezza vacilla,ho fatto la scelta giusta?
Penso di si,mi accosto al tavolo e mi presento spiegando perchè sono li,lui a sentire che sono la ragazza di Ammy sgrana gli occhi e mormora:"mi manca tanto chissà se si ricorda di me" io sorrido e rispondo:"mi sa di si,conserva ancora il libro che le hai dato" vedo il suo volto illuminarsi e continuo:"beh ora Ammy non è a casa perchè a causa di una stronza è finita in carcere ma uscirà tra non molto e se vuoi possiamo farle questa sorpresa" lui annuisce pensoso poi sempre più convinto risponde:"si è perfetto io adesso vivo con la mia famiglia adottiva dalla parte opposta ripetto a voi e vengo qui per regolari controlli se te lo stai chiedendo,e dovrò dirlo pure ad Ammy, sono diventato cieco a causa di una malattia che si è sviluppata un po in ritardo e come ultima fase ha appunto la cecità"
Mi stupisco di quanto possa aver sopportato un ragazzino cosi giovane che forse è cresciuto troppo in fretta.
Lui dopo un po di silenzio dice:"quindi mi hai detto che non puoi camminare? Sai qui in clinica curano casi come il tuo,se non è troppo grave potresti camminare ancora"
Sgrano gli occhi e sento le lacrime salire cosi balbetto:"s-sei sicuro vero?" lui sorridendo risponde:"non ho motivo di mentirti"

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