Capitolo 15

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LA VITA SEGRETA DI UN RIVOLUZIONARIO

Parte VI: Feuilly.

Adesso che l'attenzione generale si era spostata sul bacio di Courfeyrac e Jehan (e non solo, dato che quello, unito al successivo di Grantaire ed Enjolras aveva dato il via ad infinite manifestazioni di affetto tra gli Amis), Bahorel poteva piangere in pace.

Il poeta si era svegliato, non poteva che esserne felice, ma allo stesso tempo sapeva che per Feuilly non sarebbe stato così semplice. Joly glielo aveva detto, prendendolo un secondo da parte. Era incredibile quel ragazzo, quando si trattava di sé stesso faceva miliardi di scenate per malattie inesistenti, ma quando un suo amico stava veramente male diventava il miglior medico che si potesse desiderare. Sì, persino migliore di Combeferre, perché la sua ipocondria lo aveva portato a ricerche su ricerche sulle malattie più rare ed improbabili, fornendolo così di una conoscenza quasi assoluta.

-Bahorel...- gli aveva sussurrato, tirandolo leggermente per la manica della camicia, in modo da attirare la sua attenzione.

-Sì?

-Ho controllato dove è stato colpito. È molto peggio del previsto. Jehan è stato percosso più volte, ma il suo aggressore ha usato solamente il corpo, mentre quello di Feuilly a quanto pare aveva anche un attrezzo più pesante. Adesso, è troppo complicato da spiegare, sappi solo che ci vorrà un po', comunque è fuori pericolo- aveva concluso cercando di sorridere, anche se l'uomo non aveva potuto fare a meno di notare la tensione sul suo volto. C'era anche da dire che da circa due orette lavorava incessantemente, quindi certamente la stanchezza non aiutava, ma non gli era parso proprio tranquillo.

Si concesse di accarezzare la mano del ragazzo, dopotutto lui non poteva accorgersene, e in quel momento aveva assolutamente bisogno di sentire il tepore del suo corpo. Poi però le lacrime avevano inziato a bagnargli il viso e si era dovuto sedere e prendersi la testa fra le mani per cercare di nascondere i singhiozzi. Non avrebbe mai ricordato per quanto tempo fosse rimasto in quella posizione, scosso un po' dalla morsa che gli stritolava lo stomaco al pensiero che colui che amava stesse soffrendo, un po' perché lui non era stato in grado di fare niente per difenderlo. Quel minimo di razionalità che gli rimaneva gli ricordava che lui non aveva colpa, eppure non poteva fare altro che prendersela con sé stesso.

Una mano sulla spalla lo risvegliò dai suoi pensieri.

-Noi adesso andiamo, gli altri sono già tornati a casa- gli spiegò Joly con voce dolce, mentre indicava Bossuet che stava finendo di riordinare la sala -Feuilly non è ancora in grado di muoversi, quindi forse è meglio se per stanotte rimane qui, Eponine ha portato delle coperte, sono sul tavolo là in fondo. Rimani qui tu con lui?

-Sì- riuscì appena a sussurrare -grazie.

-Perché mi dici grazie tu?

Bahorel sussultò, prima di darsi mentalmente dello scemo per essersi lasciato sfuggire quella semplice parola, e la risatina dell'amico non lo tranquillizzò affatto. Si alzò e andò a coprire l'amato con una coperta per riscaldarlo.

-Ah, Bahorel.

-Sì?

-Tra poco dovresti mettergli questa pomata sulle ferite. Sarebbe una buona cosa.

-Dove si trovano principalmente?- balbettò il giovane, terrorizzato.

-Un po' su tutto il corpo- rispose Joly, mentre l'altro trasaliva -Devi spogliarlo- aggiunse dopo un po' come a chiarimento.

-Joly. Non posso- si ritrovò a dover dire suo malgrado.

-Va bene, allora adesso lo faccio io e poi tra circa quattro ore la seconda passata la fai tu, okay? Vieni che ti spiego come si fa- si avvicinò al tavolo e iniziò a togliergli la camicia.

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