Enjoltaireland

Capitolo 29

8
Un semplice simbolo.

8
Un numero come tanti.

Che importa al mondo se ogni volta che lo vedo mi sento male.
Male perché penso al 1832.
Male perché mi immagino sulla barricata con quei ragazzi.
Male perché vedo morire un bambino.
Male perché mi sembra di camminare fra quei cadaveri.
Male perché entro al Musain, cosparso di sangue.
Male perché osservo Grantaire salire ciò che rimane delle scale.
Male perché odo solo il silenzio, dopo lo schioppo.

Salgo al piano superiore.

8 pallottole nel petto di Enjolras.
8 pallottole hanno ucciso la libertà.
8 pallottole hanno arrestato la giustizia.
8 pallottole hanno fucilato un fiore.

E nessuno pensa a Grantaire?
Di quel povero scettico e cinico ubriacone, non vi importa nulla?
Lui che non credeva nella rivoluzione, era lì.
Lui che non credeva in nulla, era lì.

Un uomo, perché questo era, che è morto per un ideale in cui non credeva.
In una rivoluzione che non ti apparteneva.

Tutto per amore.
Amore verso i suoi amici, che sono morti prima di lui.
Amore verso quel ragazzo, quel leader, quel folle. Quel giovane Apollo che è riuscito a portare un po' di luce nel suo angolo di disperazione. L'unico che, nonostante tutto, è riuscito a farlo sentire meno inutile di quello che pensava di essere.
Non è forse saggio morire con l'unica persona che ti abbia mai fatto sentire vivo? Amato? Grantaire pensava di sì, e provava per Enjolras ciò che quest'ultimo sentiva per la Patria: un amore infinito, incondizionato e puro. Un sentimento capace di distruggere il mondo, che gli si è ritorto contro.
Perché Grantaire poteva scappare e rifarsi una vita. Invece è rimasto, piazzandosi davanti alle baionette a testa alta.

Ed è questo che ho trovato al piano superiore: due giovani, un grande amore, un paio di mani saldamente intrecciate e malcelati sorrisi. Uno morto al muro ed uno ai suoi piedi. Maledettamente diversi, ma timidamente uniti... Solo nella morte.

Due cuori sanguinanti sotto la bandiera della Francia.