Enjolras si svegliò da solo, in mezzo al nulla. Tutt'intorno si poteva scorgere solamente una fitta coltre di nebbia.
Era confuso.
Si ricordava di essere morto, di aver fallito. La barricata era caduta e i suoi amici morti. Lui era stato fucilato per ultimo e riusciva ancora a percepire il calore delle dita di Grantaire attorno alle sue.
Grantaire, che mai aveva creduto nella rivoluzione era morto con lui. Aveva visto un uomo diverso, e solo in punto di morte, prima che tutto si oscurasse, aveva compreso cosa realmente significasse lo scettico per lui. Solo alla fine aveva capito l'artista ed ora rimpiangeva tutto quello che avrebbero potuto fare insieme, tutto quello che sarebbero potuti essere.
Si alzò, e si rese conto di non sentire il dolore delle ferite, nonostante potesse percepire ancora dentro di sé le otto pallottole che lo avevano ucciso.
Avanzò, insicuro come non lo era mai stato, e si avventurò in quel nulla. La nebbia lo sfiorava, facendolo rabbrividire, e gli sembrava di camminare su un tappeto rivestito di chiodi.
Dopo quelle che gli parvero ore, scorse delle sagome nere, in lontananza, che man mano che si avvicinava assumevano i tratti dei suoi amici.
Si accorse di star correndo, solamente quando arrivò davanti a loro, e dovette appoggiarsi alle ginocchia, per riprendere fiato.Erano loro. Combeferre, Courfeyrac, Jehan, Joly, Busseut, Bahorel e Feuilly. Les Amis de l'ABC. Si erano ritrovati anche nell'aldilà. Con loro c'erano anche Eponine, Gavroche e Jean Valjean.
Subito venne abbracciato dal Centro e dalla Guida, che lo strinsero come se non si vedessero da mesi. Aveva quasi pianto quando li aveva visti cadere sulla barricata, ed ora era contento di sapere che erano di nuovo con lui.
A spezzare quel magico momento fu Jehan, che con la calma che lo contrastingueva chiese: "Enjolras, dov'è Grantaire? Pensavo fosse con te." Quella domanda sapeva di consapevolezza, e Jehan sembrava essere a conoscenza di come fossero andate le cose. Panico.
Silenzio ed ansia si impossessarono del biondo, che iniziò a sudare freddo. Non sapeva dove fosse Grantaire, ed era preoccupato. Una parte di lui desiderava vederlo, prenderlo per mano e baciarlo, mentre l'altra pensava di scappare per non dover affrontare né lui né i suoi sentimenti.
"Perché avrebbe dovuto essere con Enjolras? Probabilmente sarà rimasto a bere in un angolino, mentre ci facevano la pelle." Esclamò rancoroso Courfeyrac, mentre cercava di bruciare lo sguardo il piccolo poeta, che lo osservava con ovvietà, come se quello che avesse detto il Centro fosse stupido ed impossibile.
"No, ha ragione Jehan. Grantaire è morto con me, ma non ho la più pallida idea di dove possa essere." Mormorò Enjolras abbassando lo sguardo. Comunque pareva che tutti l'avessero sentito, perché sentiva i loro sguardi addosso ed iniziava a sentirsi a disagio.
"Dobbiamo trovarlo." Disse Bahorel, dopo interminabili minuti di silenzio. Iniziando ad incamminarsi in una direzione. Subito tutti iniziarono a sparpagliarsi, dirigendosi in direzioni differenti.
Enjolras fece dietrofront e ritornò da dove era arrivato. Non capiva il perché, ma sperava di essere lui a trovare lo scettico.
Ad un certo punto sentì dei passi venirgli incontro e si affrettò a raggiungere il rumore. Si trovò di fronte a Grantaire, che camminava tranquillamente, guardandosi intorno. Corse incontro allo scettico e fece per abbracciarlo, quando gli passò attraverso. Si guardò con orrore le mani e si voltò verso il moro, che camminava per la sua strada, non dando cenni di averlo visto. Lo raggiunse di nuovo e provò a toccargli la spalla, ma anche questa volta la sua mano passò attraverso il corpo dell'amico. Cercò di chiamarlo, urlando il suo nome, ma Grantaire non si voltava, né si accorgeva di lui.
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Enjoltaireland
FanfictionSe come me siete delle shippatrici accanite dell'Enjoltaire siete nel posto giusto. Brevi capitoli sulla vita degli Amis de l'ABC. Buona Lettura.