LA VITA SEGRETA DI UN RIVOLUZIONARIO
Parte X: Andrej
Non sapeva esattamente da quanto tempo fosse fermo davanti all'armadio aperto, ma ricordava che entro mezz'ora avrebbe dovuto presentarsi al ristorante, e ancora non aveva deciso né cosa indossare né se andare o meno.
Il fatto è che non gli era mai successo che qualcuno lo invitasse ad una cena... Sì, forse alle medie, quando mangiava insieme proprio tutta tutta la classe, ma ormai erano secoli che non succedeva più.
Aveva trascorso le superiori quasi in completa solitudine, isolato dal resto dei suoi coetanei. Forse perché lui aveva sempre avuto la passione per la storia, in particolare quella della Nazione, ed era sempre convinto di poter cambiare il mondo, o forse perché passava troppo tempo sui libri o semplicemente lui era proprio antipatico di suo... In ogni caso così era andata.Invece da quando era entrato negli Amis qualcosa era cambiato. Inanzitutto aveva trovato LORO, che erano stati capaci di capirlo e di volergli bene, anche perché condividevano molti ideali, e poi aveva trovato Anastasie. Normalmente aveva sempre avuto una spiccata paura del genere femminile. Forse perché le ragazze intorno ai quattordici quindici anni diventano delle creature eteree, nel fiore degli anni, allegre e spigliate... Insomma esattamente il suo contrario. E certamente a lui quel modo di fare naturale e diretto non piaceva, o meglio lo intimoriva. Invece lei era diversa, un giorno gli aveva semplicemente chiesto se gli andasse di prendere un caffè insieme e lui aveva detto di sì, e poi avevano solo parlato, della loro vita in generale. Un po' era anche naturale che loro due passassero del tempo insieme, dato che gli Amis si dividevano in tre gruppi: i Nove fondatori, gli aggiunti sopra i quarant'anni e... Loro due. Nuovi, ma giovani.
E poi era arrivata la fine dell'anno ed Enjolras e Combeferre avevano organizzato quella serata tutti insieme, anche se avevano accettato solo lui e Anastasie. Fosse stato per lui avrebbe direttamente detto di no, accompagnato da una scusa qualsiasi, dato che stare in compagnia, soprattutto quando numerosa, gli provocava una grande ansia e molto poco divertimento. Poi però alla semplice proposta della Guida si era aggiunto il Leader, che lo aveva pregato di esserci, e gli aveva sorriso. Ecco, diciamo che ricevere un sorriso da Enjolras non è esattamente cosa da tutti i giorni, e quindi lì per lì non era nemmeno riuscito a rispondere. Ma poi era arrivato anche Grantaire e, anche se ancora non se ne capacitava, era stato convinto ad ad accettare.
E adesso era lì, indeciso sul da farsi.La vibrazione del telefono lo distrasse dai suoi pensieri.
Enjolras:
Ciao, per stasera quindi è confermato? Semmai se ti serve un passaggio posso passare a prenderti.Enjolras:
In realtà dice così ma sono io quello che guida, se veramente lo facesse lui finiremmo contro un palo. E parlo per esperienza. Grantaire.Enjolras:
Scusa, ha la brutta mania di rubarmi il cellulare.Enjolras:
Scusa, ha la brutta mania di cercare di cambiare discorso quando lo si prende in giro. Grantaire.Enjolras:
Comunque il passaggio è sempre valido, sempre se ti va di sopportare le nostre litigate. Grantaire.Enjolras:
Non litighiamo così spesso, è lui che la fa tragica.Enjolras:
No, è veramente così. Siamo insopportabili insieme. Cioè... Lui è insopportabile anche da solo. Grantaire.Enjolras:
Prometto che questo sarà l'ultimo messaggio da parte di Grantaire che ricevi.Enjolras:
No, non sa tenersi il cellulare in mano. Grantaire.Enjolras:
Scusa ancora.
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Enjoltaireland
FanfictionSe come me siete delle shippatrici accanite dell'Enjoltaire siete nel posto giusto. Brevi capitoli sulla vita degli Amis de l'ABC. Buona Lettura.