II. Adèle

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Altra possibile copertina. Si accettano consigli😅.

Normalmente era un avvocato talmente stacanovista ed organizzato che raramente si trovava a lavorare nel weekend. Se proprio non riusciva a finire tutto durante l'orario di lavoro (dal quale escludeva sia le pause che i pasti), si metteva a lavorare durante la notte, e riusciva così a dedicare il fine settimana a Grantaire.
Ma quella settimana il lavoro era così tanto che aveva finito con il ridursi alla compilazione dei moduli il sabato pomeriggio.

-Apollo, lo sai vero che quel verbale vada consegnato il mese prossimo? E che il processo appoggiato in fondo al tavolo si svolga verso Natale? Siamo a settembre, non è possibile che tu faccia tutto con così largo anticipo!- gli aveva urlato il coinquilino quella mattina, ma lui si era limitato a invitarlo ad uscire, in modo da poter rimanere più concentrato e finire prima.

Quindi quando il campanello squillò lui non solo era solo in casa, ma anche immerso nel lavoro, cosa che lo rendeva parecchio nervoso e soprattutto insopportabile se veniva disturbato.

-Grantaire, Dio Santo, hai le chiavi! Si può sapere per quale assurdo motivo bussi alla porta?

Si alzò come una furia ed andò ad aprire la porta con foga, pronto a sgridarlo per quello stupido scherzo, ma rimase immobile davanti all'uscio.

Infatti di fronte ai suoi occhi non c'era il moro, bensì una ragazzina sui quattordici anni. Erano due immensi occhi color cioccolato, un'espressione scettica e seccata, una valigia stretta nella mano destra e una busta nella sinistra.

-Notevole, sei la prima persona che mi apre la porta imprecando... Solo per sapere... Chi sei?

Enjolras rimase immobile e sarebbe probabilmente anche arrossito per il modo in cui si era presentato, se lo stupore e l'ira non avessero preso il sopravvento.

-Ma chi sei tu piuttosto! Presentarsi così a casa della gente! Ma hai mai pensato che le persone debbano anche studiare ogni tanto! E poi cosa vuoi vendermi, la valigia?

La giovane fermò il flusso dei suoi pensieri... Urlati... porgendogli la busta e affermando: -Sono Adèle Grantaire. Pensavo sapessi del mio arrivo, signor Coso, dato che non vuoi dirmi il tuo nome.

Il biondo impallidì, reggendosi alla maniglia per non cadere, poi però si fiondò come una furia in camera sua, senza aggiungere altro.

Afferrò il cellulare dal comodino e compose il numero di Grantaire.

-Pronto?- fece la voce profonda e dolce dell'artista.

-Io ti ammazzo, lo sai vero? Ma tu eri a conoscenza della vera età della 'bambina'.

-Perché, quanti anni ha? Eddai, non ricordo esattamente, ti ho detto che sono passati alcuni anni, ma quattro o otto non fa tanta differen...

-Ne avrà minimo tredici Grantaire! Da quanto non vai alle riunioni con la tua famiglia?

-Effettivamente un po'... Ma cosa vuoi che sia, anno più anno meno, comunque adesso arrivo.

-Ecco bene, arriva. Perché siamo già riusciti a litigare e io con quella lì non voglio avere a che fare, perciò parlaci tu.

Spense subito la telefonata e si richiuse in soggiorno sbattendo la porta, senza nemmeno dare indicazioni alla nuova venuta.

***

-Cominciamo bene...- si disse la quattordicenne appoggiandosi allo stipite.

Da quando 'il biondino' si era fiondato nell'ultima stanza in fondo al corridoio si era limitata ad aspettare, ma adesso che era uscito e poi subito rifugiato in salotto (ne era certa perché prima quando la porta ancora era aperta aveva visto il divano) veramente non sapeva cosa fare.

Finché un ragazzo di media statura dai folti riccioli neri non fece capolino dalla scalinata d'ingresso.

-Hey, cuginetta!

-Quindi sei tu Grantaire! Oh, bene, stavo iniziando a temere di avere uno psicopatico in famiglia.

Il giovane scoppiò a ridere, prima di replicare: -Effettivamente spesso Enjolras è un po'... Diciamo particolare, ma sa farsi volere bene.

-Se lo dici tu... Comunque non deve essere semplice averlo come coinquilino- osservò lei mentre l'artista le sollevava la valigia e la conduceva nella stanza degli ospiti.

-Non è il mio coinquilino, è il mio ragazzo- ribatté l'altro con un piccolo ghigno.

Per un secondo il moro pensò di averle tolto la parola, invece la sentì sussurrare: -Condoglianze.

Poi le comunicò l'orario della cena e si affrettò ad andare a "uccidere" il biondo.

Adèle richiuse la porta alle sue spalle e sospirò. Okay, doveva valutare bene la situazione, che certamente non era molto comune.
D'ora in avanti avrebbe dovuto abitare con suo cugino, che sembrava davvero molto simpatico, gentile e disponibile, e il suo insopportabile fidanzato. Ancora non riusciva a capacitarsi di come fra tutte le buone persone che esistevano al mondo Grantaire avesse dovuto scegliersi un tale così, ma contento lui...
Di certo non si sarebbe annoiata.

La camera era piuttosto grande e spaziosa, sulle tinte dell'indaco e con una buona illuminazione. In un angolo un piccola scrivania in legno ospitava qualche libro e una abat-jour a forma di fiore. Sul suo letto erano riposti alcuni asciugamani piegati e un vasetto in vetro con dei cioccolatini.

-Che presentazione da hotel- si disse, ma contemporaneamente ringraziò il cugino per averla fatta sentire minimamente benvenuta. In confronto a qualcun altro...

Disfò rapidamente i bagagli, dopo tutto si era portata solo i vestiti a cui teneva di più e alcuni libri, nulla di particolarmente ingombrante. Infine indossò una comoda tuta e ripose la cornice con la foto dei genitori sul comodino.
Più perché glielo aveva raccomandato lo zio Louis che per vero amore.

Infatti Alix e Oliver Grantaire avevano avuto Adèle veramente da vecchi e per errore. Risultato? Loro non desideravano un altro figlio, i suoi fratelli erano troppo distanti da lei come età per condividere i suoi interessi e lei era cresciuta più con la nonna che con loro. Ecco, una foto della nonna avrebbe dovuto portare! Anche lei la aveva lasciata, circa sei mesi prima, e per lei sì che ci era rimasta male. Per i suoi, certo, aveva pianto, non era una ragazza insensibile, ma dopo una settimana si sentiva abbastanza ristabilita.

Solo una cosa non le era chiara: come mai si trovasse in lì. Aveva cinque fratelli più che maggiorenni che avrebbero potuto accoglierla (il più grande sarà doveva avere all'incirca l'età di Grantaire), degli zii, come Louis, disponibili... Eppure a quanto pare nessuno la aveva voluta... A parte lui, e forse anche Enjolras. Sì, così si chiamava. Anche se non lo avrebbe definito proprio un angelo...

RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora