I. Grantaire

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Copertina?

Courfeyrac sbuffò, battendo nervosamente l'indice contro il tavolo, fino a quando Combeferre non lo fermò appoggiando la sua mano su quella dell'amico.

-Vuoi stare fermo o no?

-Mi annoio!- si lamentò l'altro, ingnorando lo sguardo omicida della Guida.

-Jehan! Oltre a scrivere poesie saresti in grado di tenere fermo e soprattutto zitto il tuo ragazzo?

Il poeta, seduto poche sedie più in là si limitò ad alzare gli occhi dal suo quadernetto e inclinare leggermente la testa di lato: -Quando non ha nulla da fare diventa molesto, ormai lo ho imparato... E ho anche imparato che nulla è in grado di farlo smettere, se non dargli qualcosa da fare.

-La tua frase è grammaticalmente inesatta, hai ripetuto più volte le stesse parole- borbottò Eponine cercando di sviare il discorso ed evitare che il suo fidanzato spargesse del sangue nella sala del Musain.

-Con Courfeyrac bisogna sempre ripetere le cose- ribatté dolcemente il giovane, sorridendo ancora di più. Poi tornò a concentrarsi sulla sua arte.

-Però non è giusto!- piagnucolò ancora il Centro, dopo un istante di silenzio -un'unica volta in cui ci raduniamo tutti insieme senza i vecchietti del gruppo semplicemente per chiacchierare Grantaire si richiude in bagno!

-Era una lettera importante dalla sua famiglia! E lui non ne riceve MAI. Quindi deve essere qualcosa di grave- intervenne improvvisamente il Leader, alzando il tono di voce sillaba dopo sillaba.

-Wow, Apollo! Pensavo fossi un disastro in musica, invece i crescendo con le parole ti vengono da Dio!- l'oggetto della discussione era tornato, con il pezzo di carta fra le mani.

Il biondo notò subito come fosse stropicciato, segno che l'artista lo aveva stretto forte tra le dita e contorto per il nervoso o la preoccupazione. Incredibile, ma da quando era iniziato il loro rapporto era diventato sempre più bravo a notare i dettagli, visto che il coinquilino non parlava molto volentieri dei suoi problemi e quindi un po' di intuizione serviva sempre.

-Cosa dice?- tagliò corto, facendogli cenno di sedersi accanto a lui.

Il moro prese posto sospirando.

-Guai in arrivo...- biascicò appena, cercando con la mano quella dell'altro come sostegno. Enjolras gliela strinse, invitandolo silenziosamente a continuare.

-Volete la lettura dell'intera lettera o la mia versione sintetica?

-Quella sintetica!- esclamò in risposta il resto degli Amis, forse con un po' troppa foga.

-Va bene... Allora... Praticamente ci sarebbero questi miei lontani parenti che sono morti, e però avevano una figlia.

-Che linguaggio altolocato, Grantaire, sei quasi incomprensibile!

-Eponine falla finita!- sibilò Bahorel fulminandola con lo sguardo -Ma si può sapere chi cavolo le abbia consigliato il Liceo Classico? È da quattro anni che rompe a tutti con 'sta cosa del linguaggio.

-Ehm... Io.

-Marius! Non dovevi rispondere!

-Ma tu hai fatto una domanda...

-Lascia perdere- gli sussurrò Cosette che da quando era entrata nel gruppo si era presa l'incarico di evitare risse e massacri, anche se normalmente l'unico ad averne veramente bisogno era Marius, che non sempre ricordava che là dentro il suo spirito bonapartista era poco accetto.

-Scusate! Grantaire stava parlando!- proruppe Enjolras.

Finalmente tornò il silenzio e il ragazzo, sempre più imbarazzato, poté continuare il suo discorso "altolocato".

RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora