XVIII. Gli alcolosti anonimi

52 7 15
                                    

(Il titolo dice tutto 😉).

Quella sera Grantaire aveva deciso di cucinare lui stesso per preparare qualcosa di davvero speciale per il suo fidanzato. Con una scusa qualsiasi aveva spedito Adèle a letto e poi si era dato da fare per preparare un pasto con tanto di dolce e contorno, non sapeva, invece, che la ragazzina era sveglia più che mai e che probabilmente stava spiando ogni loro mossa dal buco della serratura.

-Bon apetit a tout le monde!- esordì allegramente, prendendo posto di fronte al biondo, che lo squadrava in modo perplesso.

-C'è sotto qualcosa. C'è del cianuro nel cibo, vero?

Il giovane scoppiò a ridere: -Ma come può venirti in mente una cosa del genere, insomma... Ma certo che no!

Il Leader sembrò tranquillizzarsi ed iniziò a mangiare, continuando però a lanciare delle occhiate incerte verso l'amato.

Per una volta lo scettico aveva fatto le cose per bene: la tavola era stata apparecchiata secondo tutte le regole del galateo e due candele rosse allungavano le loro ombre sulle pareti in penombra. Il tintinnio delle posate contro i piatti faceva da sottofondo sonoro a quel sissizio silenzioso, mentre il ticchettare ritmico dell'orologio scandiva il tempo dei loro movimenti.

-Non ti piace?- chiese ad un tratto il moro, dubbioso. Dopotutto, nonostante fossero ormai tre anni che stava con il ragazzo, aveva ancora paura che ritornasse quel profondo disprezzo e quella freddezza nei suoi confronti che Enjolras gli aveva sempre riservato, e per questo faceva di tutto per guadagnare la sua stima.

-No, no, è buonissimo. Magnifique- rispose tranquillamente il biondo, senza accorgersi dell'improvviso timore dell'altro, ma quando sollevò lo sguardo per raggiungere il bicchiere notò il viso teso di Grantaire.

-Cosa c'è?- mormorò, incerto.

-Niente, niente- si affrettò a rispondere l'artista, afferrando d'impulso la bottiglia del vino e versandosi il liquido rosso fuoco nel bicchiere. Gli ricordava Enjolras, così deciso e così intenso...

Il Leader non disse nulla, ormai l'amato non correva più il rischio di ubriacarsi, dato che aveva completamente imparato a controllarsi e a gestire le quantità, solo che non era certo di quanto avrebbe potuto resistere lui, e avrebbe potuto chiedergli se...

-Tu, Apollo, sei astemio o ne vuoi anche tu?

Ecco, appunto. Rimase un istante incerto, spostando ripetutamente lo sguardo dalla bottiglia a Grantaire. Normalmente avrebbe certamente detto di no, senza incertezze, ma quella particolare atmosfera buia che lo avvolgeva, rendendolo così incomprensibilmente fragile, e gli occhi del moro, che avevano ancora quella sfumatura tanto triste lo facevano vacillare. Doveva riuscire a parlargli, con un bel po' di insistenza anche, e risolvere ogni cosa una volta per tutte, ma non poteva riuscirci da sobrio. Parlava pure come Grantaire, adesso.

-Allora?- insistette l'altro, ancora con la bottiglia a mezz'aria.

La strana freddezza con cui gli aveva parlato, unita alla leggera esasperazione che le sue parole tradivano lo misero alle strette.

-Va bene- acconsentì, dando una leggera spinta al bicchiere e spingendolo verso l'altro.

Perché lo stava facendo?

-Alla salute della Francia!- esclamò il pianista, sollevando in aria il calice.

Enjolras sorrise e ripetè il gesto, prima di portarsi il vetro alla bocca. Una vocina dentro di lui continuava a ripetergli che sarebbe stato saggio non farlo, eppure ormai aveva gli occhi azzurrissimi dell'altro puntati su di sé e non poteva tirarsi indietro.

RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora