XVII. Combeferre

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Grantaire aveva deciso che Enjolras aveva bisogno di rilassarsi, per questo il giorno dopo la telefonata, non appena Adèle era partita per andare a scuola, gli aveva imposto di rimare a casa con lui, impedendogli qualsiasi lavoro che potesse, seppur minimamente, turbarlo o affaticarlo.

-Dai, 'Taire, sembri il mio medico quando fai così!- aveva protestato il Leader, seppure la sua voce tradisse un certo divertimento.

-Il medico lascialo fare a 'Ferre e a Joly. Scannare lo stomaco delle persone con un bisturi non è esattamente lo scopo della mia umile vita- aveva risposto l'uomo tranquillamente, ignorando lo sguardo omicida del biondo non appena aveva insultato il lavoro del suo migliore amico.

La conversazione comunque aveva avuto lo scopo sperato e adesso Enjolras era tranquillamente sdraiato sul divano a guardare il telegiornale.

-Possibile che tu debba sempre pensare alla politica?- commentò con un sorriso l'artista, entrando in soggiorno decisamente poco vestito.

-Possibile che tu debba stare in mutande anche a novembre?- fu la pacata risposta del ragazzo, che però si concesse un'occhiata divertita verso il fidanzato.

-È più simile all'abbigliamento di un dio, Apollo.

-Puoi scegliere se metterti il chitone o stare nudo, se proprio vuoi imitare un dio.

-Bah, se dovessi scegliere un dio sarebbe buona cosa atteggiarsi a Dioniso e quindi mi servirebbe una pelliccia di leopardo- ridacchiò, sedendosi accanto all'uomo -sì, devo procurarmi una pelliccia di leopardo- aggiunse.

Finalmente il Leader spense lo schermo e spostò le voragini azzurre sul viso allegro dell'amato. Anche se non lo avrebbe mai ammesso adorava batibeccare scherzosamente con il moro, prendendolo dolcemente in giro. Faceva ormai parte del loro stare insieme e non ne avrebbe fatto a meno per nulla al mondo.

-È passato un unicorno colorato fuori dalla finestra o stai sorridendo come un ebete per un altro motivo?

Enjolras si avvicinò a lui e lo baciò delicatamente sulle labbra, prima di allontanarsi e raggiungere la camera da letto.

Ora era il turno di Grantaire sorridere come un ebete.

-Dove stai andando?- gli urlò pochi secondi dopo.

-Vado a trovare 'Ferre. E tu mi accompagni- affermò raggiungendolo -ovviamente ti cambi.

-Perchè?- fece l'altro con un sorriso sornione -potrebbe avere un finale interessante la cosa...

Il biondo rimase qualche istante interdetto, prima di capire a cosa si riferisse l'artista.

-'Taire... Ma cosa...- balbettò, sgranando gli occhi e cominciando a dondolarsi nervosamente sulla gamba destra; poi raccolse un cuscino dal divano e lo scagliò contro il giovane. -Sei un dannatissimo pervertito!

Il pianista si schermì con le mani, ridendo. Adorava il disagio del Leader non appena lui accennava a certi argomenti. Tornò a fissare l'uomo che era deliziosamente arrossito ed evitava di guardarlo negli occhi.

Scosse dolcemente la testa e si avvicinò a lui: -Va bene, va bene, mi vesto, come vuoi tu, piccola suora bigotta!

***

Pochi minuti dopo erano davanti alla casa di Combeferre, dopotutto abitavano a pochi chilometri di distanza e di certo non era un problema percorrere a piedi quel breve tragitto, eppure da quando Enjolras aveva iniziato ad abitare con Grantaire era raro che andasse a trovare l'amico. Certo, si vedevano sempre alle riunioni dei Les Amis o in giro per la città, ma sembrava che il desiderio di uscire dal suo appartamento per il biondo fosse completamente svanito.
La giornata era serena, ma non troppo calda, trattandosi comunque di pieno autunno, e una leggera brezza accarezzava i loro visi.

RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora