Grantaire era esausto. Dopo le terme erano tornati a casa per sorbirsi un noiosissimo documentario sulla Rivoluzione Francese, e non solo Enjolras si era commosso nel finale, ma ad un tratto era aveva anche afferrato il tricolore (che dopo la litigata con Adèle era rimasto appoggiato sul divano) e si era messo a saltellare per tutta la casa gridando 'Vive la France! Vive la Revolution!' e il moro aveva dovuto inseguirlo per ricordargli che a quell'ora le vecchiette ai piani inferiori dormivano e non era il caso di disturbarle.
Poi, in Place de la Bastille, si era messo in piedi, immobile, perfettamente dritto, i capelli appena mossi dal vento, gli occhi fissi davanti a lui. E a tratti le voragini azzurre mandavano lampi, altri si chiudevano appena, lasciando scorrere una lacrima, insomma... Solo un vero amante della rivoluzione avrebbe potuto fare qualcosa del genere. E così per un'ora mille ragazzini gli erano passati davanti a fargli le linguacce, molte giovani gli avevamo sorriso melense, alcuno turisti lo avevano addirittura fotografato, ma lui non aveva accennato a muoversi. E a vederla così avrebbe anche potuto essere un momento di relax per l'artista, se solo non avesse dovuto spiegare ad un poliziotto che il suo 'amico' (come quest'ultimo lo aveva chiamato) non era pazzo. Gli ci era voluta mezz'ora e molti nervi saldi.
E infine erano andati al Museo di arte astratta, con il biondino che saltellava da un quadro all'altro, felice come un uccellino a primavera.
-Tu preferisci Mondrian o Malevic?- aveva chiesto Grantaire a Courfeyrac, mentre passava per il museo. Anche lui era affascinato dall'arte astratta, ma preferiva commentarla con un amico che godersela da solo.
-Io non so nemmeno chi siano! Tu?
-Personalmente Mondrian, dopo il trasferimento a New York, quando i suoi quadri sono più colorati. Lo sai che litigò con un suo carissimo amico e non lo volle più sentire perché quest'ultimo inserì una diagonale in un suo quadro?
-Ma che problemi aveva?
-Per lui il rettangolo costituiva la perfezione, simbolo di equità sociale. Gli angoli retti uguale. Poi il dosaggio del rosso, del blu, del giallo e del bianco sono perfetti. Per questo copiare un suo quadro è semplicissimo, riprodurne uno simile quasi impossibile. Serve un'abilità matematica immensa.
-Equità sociale... Ecco perché li adora!
-Non lo sapevi?
-Ti ho detto che non studio arte! Ho semplicemente fatto copia-incolla del messaggio di Combeferre!
***
Enjolras era rimasto a casa da solo. Grantaire era andato al college a prendere Adèle. Adesso veniva il difficile. Avrebbe dovuto scusarsi, anche perché era impensabile che lei facesse la prima mossa... Okay, criticandola non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Erano ormai dieci minuti buoni che camminava avanti e indietro per il corridoio, prendendo profondi respiri. Nemmeno prima dell'esame all'Università aveva fatto tante scenate. Ma lui era Enjolras, non sbagliava mai, e chiedere scusa era un'abilità che non aveva mai appreso.
-Siamo a casa!- la voce allegra dell'artista lo risvegliò dai suoi pensieri.
In pochi secondi la porta si era aperta, riversando i due cugini nell'appartamento.
-Ehm... Ciao...- mormorò alla vista della ragazza.
-Ciao... Io... Scusami, mi dispiace. Ho esagerato l'altro giorno, adesso non riesco nemmeno a capire perché mi sia arrabbiata così tanto! Sono solo felice del fatto che non fosse stato presente nessuno, dato che già così la cosa mi fa vergognare abbastanza... Sul serio, mi dispiace.
STAI LEGGENDO
RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))
FanfictionO in altre parole "Come trasformare una classica adolescente in una rivoluzionaria". Sequel di "La vita segreta di un rivoluzionario". Quando finalmente la vita sentimentale degli Amis sembra aver preso la via giusta, il destino pensa bene di toglie...