Grantaire parcheggiò la macchina nel buio parcheggio sotterraneo del college. Era stata un'idea piuttosto intelligente, per uno come lui, doveva ricordarsi di vantarsene con Enjolras. Ma quando aveva avuto ben chiaro che, almeno per quella sera, non ci sarebbe stato verso di far dormire insieme il suo coinquilino e la ragazzina aveva dovuto pensare ad una sistemazione alternativa. E poi si era ricordato del pomeriggio passato con Marius e Cosette, che avevano affermato di avere un letto libero in stanza, dato che avrebbe dovuto essere da tre. Così aveva mandato un sms al ragazzo, che si era subito dichiarato felice di essere utile.
E così adesso erano lì, e almeno per il week-end Adèle sarebbe rimasta in quell'edificio. Nel frattempo lui avrebbe cercato di far ragionare Enjolras. Strano, dato che normalmente era il contrario. Lui, il saggio, intelligente, responsabile, onnisciente, divino amante della Patria, che rimproverava lo scettico, cinico, incapace ubriacone. Ma dopotutto non c'è nulla che non possa cambiare. Magari anche Adèle avrebbe potuto rinnegare Napoleone, chissà...
-Ma quindi vivrò con un bonapartista? Oddio, sarà bellissimo! Potremo sclerare tutta la notte sul nostro amato idolo!- gioiva la ragazzina, mentre scendeva dalla macchina. Infatti, anche se era ancora piuttosto arrabbiata e nervosa per lo scontro di prima, non riusciva a non essere felice. Era una cosa che Grantaire apprezzava di lei, la sua giovinezza quasi eccessiva.
('Aveva una giovinezza eccessiva, fresca come quella delle fanciulle' - Hugo, descrizione di Enjolras).
-Sì, Adèle, sì. Ma ora cerca di fare silenzio che è tardi, e ricordati che Marius deve studiare, dato che quest'anno avrà la laurea. Non disturbarlo troppo, e cerca di riflettere su quello che è successo oggi, non deve mai più succedere.
-Tanto io a vivere con quello là non ci torno.
-Siete due casi disperati.
***
Grantaire chiuse gli occhi. Domani. Domani avrebbe pensato a come risolvere quella faccenda. Adesso aveva bisogno di dormire, non ce la faceva più. Era già stata un'impresa convincere il suo coinquilino ad andare a dormire, senza che si lamentasse.
-Adèle non c'è! Fino a lunedì non devi preoccupartene. Non sei su una barricata, Enjolras, non è una questione di vita o di morte. E soprattutto non sei solo, ci sono qui io, penserò a tutto io.
Quell'ultima frase in particolare lo aveva fatto cedere, e con un sorriso si era coricato senza più profferire parola. E adesso erano lì, uno di fianco all'altro, anche se il Leader dormiva già, mentre l'artista non riusciva a chiudere occhio.
I lineamenti normalmente così duri e seri del biondo ora erano rilassati sul candido cuscino e trasmettevano una serenità senza fine. Grantaire spense finalmente il cellulare. No, non era riuscito a rimandare il tutto a domani, aveva almeno dovuto mandare un messaggio a Courfeyrac per chiedergli un consiglio su come rendere calmo Enjolras. Dopotutto erano amici d'infanzia e avrebbe dovuto sapere come fare.Ora non c'era altro. Poteva, anzi doveva concedersi almeno sei ore di riposto. Si lasciò ricadere a pochi centimetri dal viso del Leader, avvertendo il suo respiro leggero e regolare. La flebile luce lunare che entrava dalla finestra rendeva il volto del biondo di un colore bianco-argento, sembrava ancora di più un angelo. Un angelo bello e terribile, di certo, ma ora un angelo capace di amare. E fu proprio mentre percorreva con lo sguardo le sue palpebre abbassate, con le lunghe ciglia bionde, un ricciolo dorato che gli ricadeva sulla fronte, le labbra tumide socchiuse in un dolce sorriso da bambino addormentato, che Grantaire ripensò alla prima volta in cui avevano dormito insieme. Solo che quella volta non erano comodi come in un letto, anzi, non erano comodi proprio per niente.
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RIVOLUZIONARI IN MISSIONE BABYSITTER (In Revisione;))
FanficO in altre parole "Come trasformare una classica adolescente in una rivoluzionaria". Sequel di "La vita segreta di un rivoluzionario". Quando finalmente la vita sentimentale degli Amis sembra aver preso la via giusta, il destino pensa bene di toglie...