Capitolo 22

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UNA SETTIMANA DOPO
POV’S HOPE
Ero a Los Angeles già da una settimana. Non appena arrivai una settimana fa ero distrutta, non avevo le forze per fare nulla. La prima cosa che feci fu chiamare Lou e dirgli che andava tutto bene, di non cercarmi e che l’avrei cercata io, poi inviai un messaggio a Dani raccontandole tutto e lei aveva promesso che si sarebbe liberata entro la settimana per venire subito da me. Poi chiamai Ed, era furioso, ma lo pregai di stare calmo, volevo solo stare in pace. E adesso dopo 7 lunghi giorni mi trovo qui, nella mia camera buia, non ho voglia di spostare le tende, non ho voglia di alzarmi da questo dannato letto, non ho voglia di sentire nessuno e per questo il mio telefono è rimasto spento. Adesso vorrei solo riuscire a chiudere gli occhi, ormai gonfi e stanchi, per poi non riaprirli mai più. Perché sento di non riuscire ad affrontare tutto questo? Sono tremendamente debole, non solo per il fatto che non tocco cibo, Dio solo sa da quando, ma perché io non sono mai stata forte. Ogni giorno sono qui sul mio letto a fare questi assurdi monologhi, ma non cambierà nulla. Harry adesso starà soffrendo, ne sono sicura, ma un bambino, cavolo! Io non centravo davvero più niente lì, non potevo salvare lui, né lei… ma forse avrei dovuto provare a salvare me stessa.
Presi tutte le poche forze che avevo e decisi di alzarmi, la stanza cominciò a girare intorno a me, ma poi si fermò. Cominciai a scendere le scale e mi sentivo già stanca, improvvisamente sentivo la necessità di rimettere, ma cosa?? Non c’era nulla nel mio stomaco. Ero troppo debole, dovevo rimediare.. continuai a dirigermi verso la cucina, ma poi… DRIIIIN! Il campanello. Mi bloccai, non poteva essere nessuno. Ma decisi di andare dato che continuava a suonare, aprì..
“Dio Hope” Erano Dani ed Ed. Io rimasi bloccata, non capivo più nulla, ma sentì le mie cambe cedere e poi il buio.
 
POV’S DANI.
“Santo cielo Ed, che le prende?” chiesi sconvolta ad Ed che la prendeva da terra, dove si era accasciata. Aveva perso i sensi.
“Ma non vedi quanto è deperita? Chissà da quanto non tocca cibo, dovevo venire prima” rispose lui furioso.
“Smettila di darti colpe.” Dissi io, mentre lui prendeva dell’acqua  e bagnaava le labbra di Hope.
“Non meritava tutto questo” disse lui. Io sentì gli occhi diventare umidi e risposi:
“Nessuno lo meritava” Ed venne verso di me e mi abbracciò
“Adesso pensiamo a lei” disse dolcemente indicando Hope e io annuì. Improvvisamente vidimo Hope muoversi, ci avvicinammo e la chiamammo. Lei sorrise lievemente e io sentì un pizzico di felicità invadere il mio cuore che ormai era a pezzi per tutto.
“Ragazzi, che ci fate qui?” disse lei piano
“Che ci facciamo qui? Ma ti sei vista?” rispose Ed
“Sono svenuta?” chiese lei
“Si. Da quanto non mangi Hope?” chiesi io e lei fece spallucce e poi deviò il discorso
“Liam?” a sentire quel nome io rabbrividì, non sapevo cosa dire e cosi mi alzai di scatto andando alla finestra, sentì Ed chiamarmi.
“Ti prego Dani rispondimi” mi supplicò Hope con voce debole, mi voltai e la vidi alzarsi,Ed voleva impedirglielo, ma lei insistette e si avvicinò a me. Incitandomi a rispondere, cosi presi un sospiro:
“Non stiamo più insieme Hope” dissi fissando il soffitto
“Non è vero” disse lei con voce tremante
“Si invece. Le cose si sono fatte complicate con la nuova situazione e i manager hanno costretto Liam a liquidarmi. Vuol dire che per noi non è destino Hope” dissi io non guardandola e sentendo gli occhi inumidirsi, poi guardai Hope che aveva già gli occhi lucidi e sgranati, feci un passo verso di lei, ma successe qualcosa di strano. Hope era balzata ed era corsa in bagno, cosi io ed Ed la seguimmo a ruota e la trovammo a vomitare, il suo corpicino a terra ai piedi del water. Quando finì la sollevammo, lei si sciolse dalla nostra presa:
“Devo sciacquarmi la bocca” disse, noi la osservavamo, era cosi dimagrita.
“Hope devi mangiare qualcosa” disse Ed. lei si voltò stava per rispondere la poi la vidimo crollare a terra.. ancora una volta. Questa volta era sudata, fredda e ci spaventammo.
“Basta, portiamola in ospedale” disse Ed e io annuì prendendo la borsa e aprendo la porta per far uscire Ed che portava Hope in braccio. Presi una coperta per coprirla. Arrivati in macchina, Ed sfrecciava e Hope non si riprendeva, avevo paura. Arrivammo in ospedale e subito i dottori la presero dall’auto, ci lasciarono in un lungo corridoio ad attendere. Continuavo a stringere le mani di Ed, che non riusciva a parlare. Avevamo paura adesso.
 
 
POV’S HOPE.
Qualcuno mi stava toccando, sentivo delle mani addosso, ma non avevo le forze di aprire gli occhi. Cosi provai a dire qualcosa e ricevetti una risposta.
“Tesoro, tranquilla. Sei in ospedale, sei stata male, adesso abbiamo fatto un prelievo per vedere cos’hai. Non avere paura non sei sola, i tuoi amici aspettano fuori. Io sono Amanda” mi disse una donna con voce dolce accarezzandomi la testa.
Dopo 30 minuti circa mi ero ripresa diciamo ed ero ancora sul lettino a parlare con l’infermiera Amanda, era molto simpatica. Ma pensavo a Dani e Ed fuori. Ma dovevo aspettare l’esito delle analisi che improvvisamente arrivò, poiché entrò un ragazzo a portare un foglio all’infermiera che mi guardò e disse:
“Oh bene, vediamo un po” e guardava il foglio mentre io attendevo. Non ero in ansia.
“Oh signorina, hai una forte anemia e i tuoi globuli bianchi sono alle stelle.” Disse per poi continuare.
“Dovrai fare una cura con l’acido folico signorinella… e poi…” disse fermandosi e gurdando meglio il foglio, io la guardai con insistenza, volevo continuasse a parlare, ma non lo fece cosi io dissi:
“Cosa?”
“Eeemmm sei…ecco sei…incinta” disse. Io sentì la testa pesante, non sentivo più il mio corpo e sapevo che sul mio viso stavano già scendendo le lacrime. Lei si avvicinò:
“Chiamo i tuoi amici?” mi chiese e io annuì ancora tra le lacrime. Non poteva essere vero, non adesso, non a me. E adesso che avrei fatto con un figlio che non avrebbe potuto avere nemmeno un padre perché quest’ultimo era impegnato con la sua carriera e con l’altro suo figlio. Maledizione. Mi stavo maledicendo di tutto ma poi la porta si aprì e vidi Ed e Dani correre ad abbracciarmi, cosi piansi più forte.
“Che succede? Che hanno detto?” chiese Dani preoccupata.
“Sono incinta” dissi io tra le lacrime. Vidi entrambi bloccarsi, non riuscivano a dire nulla e li capivo. Ma io continuai a dire:
“E’ di Harry” dissi.
“Glielo dirai?” chiese Ed prendendomi la mano,
“No” dissi io senza riflettere.
“Lo terrai?” chiese poi Dani.
“Certo” risposi io. Poi vidi la porta aprirsi e vidi l’infermiera entrare con delle carte in mano. Subito mi guardò e disse:
“Ti ho vista scossa per la gravidanza piccola. Cosi ti ho portato questi, leggili e compilali se volessi fermare la gravidanza” disse porgendomi i fogli
“Non se ne parla” dissi io. E lei ritirò i fogli sorridendo, come se fosse contenta della mia scelta. Cosi uscì dalla camera, e io ricominciai a piangere.
“Non ti lasceremo sola Hope.” Disse Ed
“No posso farcela ragazzi” dissi io.
Non esiste stupida. Io starò con te. Chiamerò il mio cast e dirò che voglio una pausa. Devo vedere come cresce mio nipote” disse Dani sorridendomi. E io ricambiai appena il sorriso. Forse con loro ce l’avrei fatta.
 
POV’S HARRY
Era passata una settimana, una fottutissima settimana. Kendall non faceva altro che uscire e andare in giro per negozi, aveva voluto la camera singola a casa, dato che dopo la fine del Tour lei è tornata a casa con noi. L’unico motivo per il quale la tolleravo era mio figlio. In casa l’aria era pesante, con i ragazzi ci parlavamo a stento, Liam stava soffrendo per aver dovuto obbligatoriamente lasciare Dani. Gli altri ragazzi mi parlavano in modo forzato. Per quanto riguarda Lou e Tom, mi ignoravano e Paul mi teneva sempre sott’occhio. Io come stavo? A pezzi. Ogni istante la mia mente era occupata da Hope, cosa stava facendo, come stava, mi odiava. Ero distrutto. Hope mi mancava e nessuno mi parlava in casa, decisi di andare in camera di Kendall, infondo mio figlio stava crescendo in lei, arrivai davanti alla sua porta socchiusa e lei stava parlando, forse al telefono:
“Io sono stanca di…” disse ma si bloccò perché io feci cigolare la maniglia della porta. La vidi chiudere la chiamata e posare il cellulare sul letto. Mi incuriosì:
“Con chi parlavi?” chiesi, e la vidi intrecciare le mani:
“S…stavo p…parlando con una mia vecchia a…amica” disse insicura. Ma non avevo voglia di continuare la discussione cosi feci finta di crederle ed entrai in camera. Mi sedetti sul letto e lei mi guardava stranita.
“C’è qualcosa che non va Harry?” mi chiese rimanendo in piedi.
“Senti io voglio essere sincero con te. Sto male, mi manca Hope, la mia Hope. E mi dispiace dirlo proprio a te, ma vedi io amo solo lei e tu sei qui perché c’è mio figlio che cresce in te e mi sento in dovere di non farti mancare nulla”  dissi tutto d’un fiato e scoppiai a piangere, cosa che ultimamente facevo spesso. Lei si avvicinò, mise una mano sul mio capo e disse debolmente:
“Io lo sapevo già questo Harry… ma…” stava parlando ma io la bloccai.
“Scusami” dissi alzandomi ancora in lacrime e uscendo veloce dalla stanza di Kendall per dirigermi verso la mia e rinchiudermi li dentro. Non sarei voluto più uscire.

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