Capitolo 26

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POV’S HOPE.

Ero appena uscita dall’ospedale con tutti i ragazzi, mia sorella, Paul e il mio Harry accanto. Mi sembrava tutto cosi irreale, ero felice. Pregai tutti di venire a casa mia, ma insistettero per lasciare me e Harry da soli. Cosi Dani ovviamente decise di rimanere con Liam e tutti sarebbero andati in albergo compresa mia sorella,Paul e Ed. Stavano per andare via quando:

“Harry, vieni un momento” disse Paul, Harry si allontanò da me e si indirizzo verso Paul. Rimasero circa 10 minuti a parlare e poi li vidi che si salutavano, Paul mi fece un cennò con la mano e io ricambiai, Harry tornò da me.

“Eccomi principessa” disse abbracciandomi.

“Cosa ti ha detto? Se posso saperlo” chiesi io

“Eemm semplicemente di non farmi beccare dai paparazzi” rispose

“Ah già” dissi io abbassando la testa, che Harry risollevò posando le sue dita sotto il mio mento.

“Che succede?” chiese fissandomi negli occhi.

“Nessuno dovrà sapere di noi e di lei vero?” chiesi io accarezzando la pancia.

“Magari per il momento sarebbe imprudente servire il tutto su un piatto d’argento no?” disse lui sorridendomi e io annuì.

“Non importa che gli altri sappiano. A me basta solo il fatto che tu sia mia e che presto non saremo solo io e te.” Continuò a dire Harry

sorridendo e io sorrisi e mi strinsi a lui.

“Andiamo?” chiesi.

“Si. I ragazzi mi hanno lasciato la macchina qui” disse indicando l’auto nera. Cosi ci dirigemmo all’auto e salimmo, ero cosi stanca. Aiutai Harry con le indicazioni ad arrivare davanti casa mia e cosi arrivammo. Scendemmo:

“E cosi questa è la tua dimora?” disse Harry con tono ironico per poi cominciare a baciare il mio collo.

“Si, non è carina? Infondo qui mi sento come una principessina” dissi io con tono scherzoso. Harry rise e io con lui, poi di colpo mi sollevò e mi prese in braccio e disse.

“Beh allora ci vuole un entrata degna di una principessa” io risi e cosi rimanendo tra le sue braccia aprì la porta ed entrammo. Mi mise a terra e ci baciammo.

“Grazie” dissi io sussurrando tra i baci e Harry sorrise. Poi passammo il resto della sera a coccolarci e poi gli mostrai l’album che avevo sistemato con Dani, tutte foto dei tre mesi che avevo passato, Harry guardava le foto e leggeva tutto:

“Qui ci potrò essere anche io” disse guardandomi con gli occhi lucidi e io annuì e poi dissi:

“Beh, io l’ho sempre sperato sai.” Harry mi sorrise e si avvicinò di più a me, mi strinse a se facendomi sentire piccola e al sicuro poi poggiò le labbra sul mio orecchio e cominciò a sussurrare:

“Scusa se non ti sono stato accanto in questi mesi, scusa se per me hai sofferto tanto. Ma se il risultato ottenuto da tutto sei tu e la nostra piccola, rifarei tutto altre mille volte. Dalla prima volta in cui ti ho vista mi hai cambiato” adesso stavo piangendo, mi aveva emozionato con le sue parole. È vero che la gravidanza rende una donna più sensibile, ma Harry mi aveva davvero reso felice con le sue parole. Si rese conto delle mie lacrime e mi strinse più forte, io chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalle sue braccia e dal suo profumo, senza parlare ci addormentammo e non ci staccammo per tutta la notte.

POV’S HARRY

Dopo avergli sussurrato ciò che il mio cuore sentiva la strinsi a me e aspirai bene il suo profumo, sapeva di vaniglia, un profumo dolce e avvolgente tanto quanto lei. Non volevo lasciarla, la guardai e sorrisi, già dormiva. Continuai a guardarla per un po’ ma poi fui distratto dal mio telefono che vibrò sul comodino accanto a me. Era un messaggio, sicuramente. Così allungai un braccio senza lasciare la presa su Hope, afferrai il telefono e come prevedevo vidi che avevo un messaggio, era Paul, e subito ripensai alla conversazione di prima, cosi aprì e lessi:

“Harry ricorda bene le parole che ti ho detto. Io voglio bene te come voglio bene lei, sai meglio di me che gli altri manager non devono sapere nulla di te e Hope e della bambina, o sarebbe la fine. Tu sai cosa succederebbe e Hope non merita di soffrire ancora. Harry ti prego si prudente e tienila lontana da tutto”

Non appena finì di leggere il messaggio gettai il cellulare sul letto e strinsi più forte Hope, nessuno me l’avrebbe portata via. Paul mi aveva scritto le stesse cose che mi aveva detto prima quando parlammo. Dentro me sentì ansia, paura e bisogno di lei, di Hope. Si l’avevo accanto, ma avevo bisogno di qualche sua parola o semplicemente del suo sorriso per sentirmi meglio. Non avevo intenzione di dire nulla a Hope di ciò che Paul mi aveva detto, non avrei voluto che lei soffrisse ancora. La terrò lontana dalla mia vita sotto i riflettori, non potevo permettermi errori.

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