POV’S HOPE.
“Non ho chiuso occhio tutta la notte, non poteva davvero essere tutto vero, ma che razza di scherzi mi fa la vita? Prima mi illude, mi fa sentire al settimo cielo e poi mi scaraventa a terra come se fossi un semplice sassolino. Harry mi fissava, mi sono sentita cosi strana, i suoi occhi mi scavavano dentro, li sentivo frugare nel mio cuore mi ha scombussolata, chissà se ha fatto caso ad Ariel, chissà cosa fa nella sua vita da pop star. Eppure dopo cosi tanto tempo io non riesco ancora ad odiarlo, non riesco a pensarlo senza sentire un tonfo nel cuore. Sarò io ad essere sbagliata. “ pensavo, e intanto accarezzavo Ariel, che dormiva tranquilla accanto a me, il mio letto era cosi grande solo per noi due. Ariel era sempre più bella, più la guardavo e più notavo la somiglianza con suo padre. Mentre continuavo con il mio monologo interiore sentì bussare alla porta della mia camera.
“Entra” dissi. La porta si aprì ed entrò Ed. mi guardò sorridendo si avvicinò al letto:
“Posso?” chiese indicando il letto e io annuì, cosi lui si sedette accanto a me e con una mano accarezzava la mia testa, sapeva che quel gesto mi faceva sentire meglio.
“Come stai?” chiese.
“I…io sinceramente non lo so” risposi.
“Sai Hope, insomma…forse è il destino” disse Ed continuando ad accarezzarmi, io mi voltai per guardarlo.
“Che vuoi dire?” chiesi io confusa.
“Beh, tutto quello che è successo ieri…forse è un segno, forse dovresti parlarci” disse Ed nervosamente e io fui sorpresa. Mi tirai su piano per non svegliare Ariel.
“Scusa ma che stai dicendo?” chiesi io ancora più confusa.
“Hope dico solo che magari potresti provare a capire, perc…” Ed stava parlando ma io non riuscì a trattenermi.
“No scusa, cosa dovrei capire? Ho visto con i miei occhi la realtà dei fatti, stava facendo sesso con un’altra e il motivo può essere solo uno Ed, lui non
era pronto per me e per Ariel, e non mi importa che adesso lo sia.” Dissi io nervosamente.
“Lo so, ma sto solo dicendo che non devi fermarti alle apparenze” disse Ed e io sgranai gli occhi.
“Ma che ti prende? Fino a ieri eri quello che stava dalla mia parte. Senti io ho chiuso con lui e con la sua vita, molto tempo fa. È già tanto che permetta a mia figlia di conoscere suo padre, lo faccio attraverso foto e video, ma non negherò mai a mia figlia un suo diritto, ma per quanto riguarda me è una questione chiusa” dissi io alzandomi e andando fuori dalla camera. Ero infuriata con lui, non comprendevo il suo comportamento, non bastava che Dani mi avesse voltato le spalle, anche lui adesso? Andai in cucina a bere dell’acqua, dopo poco:
“Ehi Hope…scusa per prima”disse Ed spuntando improvvisamente in cucina.
“Lascia stare.” Dissi io senza guardarlo.
“V…vai a lavoro?” chiese Ed, sapeva che ero incavolata con lui.
“Non credo, chiamo e dico che non vado” dissi. Presi il mio cellulare e chiamai. Non me la sentivo di andare, il mio umore era a terra.
“Senti perché non esci a fare un giro con Ariel?” chiese Ed.
“Mi vuoi cacciare da casa adesso?” dissi io nervosamente.
“Hope non dire cazzate adesso. Penso solo che dopo quello che è successo potresti prendere una pausa e dedicarti ad Ariel” disse, io lo guardai in silenzio e pensai che non sarebbe stato male.
“Potrei farlo... vado a prepararmi” dissi andando verso la mia camera e lasciando Ed in cucina.
POV’S ED.
Litigare con Hope era una tortura, sapevo che non poteva capire le mie parole, però se solo avesse saputo prima tutto ciò che successe. Mi sentivo in colpa per aver pensato delle crudeltà nei confronti di Harry, e se lui aveva davvero fatto una cosa del genere, sapendo di perdere tutto, c’era solo una certezza, amava Hope alla follia, ma la parte più complicata era solo una, farlo capire a Hope. Dani aveva architettato un piano assurdo, che forse avrebbe funzionato, ma se non fosse andato tutto come previsto io avrei perso la fiducia di Hope. Dovevo comunque rischiare, lo dovevo alla mia piccola Hope, che nonostante fosse diventata una donna e una madre straordinaria per me rimaneva sempre tale. Cosi mandai un messaggio a Dani:
“Dani, Hope uscirà di casa tra un po’, porterà con se Ariel, ma non so davvero quanto possa stare in giro. Non appena esce ti chiamo e mi raggiungi qui a casa, ricordi dove sta mia madre? – Ed” inviai e misi il cellulare in tasca quando spuntò Hope con Ariel.
“Bene. Noi andiamo” disse lei mettendo Ariel nel passeggino tutta incappucciata e ancora un po’ assonnata, e senza rivolgermi un’altra parola uscì di casa, era ancora offesa per prima, lo sapevo. Poi il mio cellulare vibrò:
“Grande Ed! comunque certo che lo ricordo. Sarò li da te tra un’ora al massimo. Andrà bene stupido, cerca di non morire prima. A dopo. –Dani.”Lessi il messaggio e sorrisi, infondo quella pazza riusciva sempre nei suoi intenti.
POV’S HOPE.
Ero appena uscita di casa, ero furiosa con Ed, più ci pensavo e più non capivo cosa frullava nella sua testa, un mix di pazzia. Beh adesso volevo solo distrarmi e fare divertire Ariel.
“Bene amore, cosa ne dici se andiamo a comprare un nuovo CD con tante nuove canzoncine?” chiesi ad Ariel guardandola nel passeggino.
“Ti ti mamma, canzoncine” disse lei felice muovendo le manine e io sorrisi, era cosi solare.
“Allora andiamo” dissi io ironicamente. Cosi camminammo, l’aria fredda rendeva i miei occhi un po’ lucidi, Ariel continuava a salutare chiunque vedesse camminare di fronte a noi sul marciapiede e tutti ricambiavano addolciti. Arrivammo davanti al grande negozio di CD, ed entrammo, li si potevano sentire i CD da comprare, cosi cominciai a far scegliere ad Ariel qualcosa, sceglieva i CD più assurdi, era solo attirata dai colori, ma mi divertivo a vederla cosa motivata. Correva in modo buffò dovunque e io la inseguivo con il passeggino.
“La la la mamma” disse correndo barcollando verso un punto, e io la seguì, quando la vidi a terra che rideva, e un uomo alto si era calato a prenderla, mi avvicinai:
“Oh cielo scusi, mia fig…” mi stavo scusando ma mi bloccai quando l’uomo si alzò sorridente e cambiò espressione guradandomi. Ero spiazzata.
“H…hope!” disse lui.
“Paul” dissi io flebile, non ci credevo. Paul era sconvolto, guardava me e poi Ariel che lo guardava sorridente dal basso. Poi Paul parlò:
“L…lei è…” cominciò a dire ma io lo interruppi:
“A…ariel” dissi, poi Ariel si aggrappò alla mia gamba per attirare la mia attenzione e io la guardai:
“Chi è?” chiese lei felice, adesso non sapevo cosa dire, mi abbassai alla sua altezza, mentre Paul ci osservava, adesso il suo sguardo era intenerito. Io guardai Ariel e poi cercai di parlare, ma fu inutile perché Paul si abbassò alla nostra altezza e le sorrise:
“Sono zio Paul” disse con voce dolce e io rabbrividì. Ariel lo guardò sorridente:
“Ciao” e Paul accarezzò la sua guancia per poi alzarsi, e io mi sollevai con lui, per poi prendere fiato e dire:
“Beh noi andiamo…” non guardai Paul in faccia. Lui non rispose aveva lo sguardo basso, presi Ariel per mano e mi voltai, ma:
“H…hope” mi richiamò lui, sentì la sua voce tremante e strana, mi voltai e mi guardava con occhi lucidi, rimasi basita, stava davvero per piangere. Cosi feci un solo passo avanti, tenendo Ariel per mano che osservava:
“Che succede?” chiese sbalordita.
“S…sono un codardo” disse Paul portandosi le mani al viso. Io non riuscì a dire nulla, ero in difficoltà… mi guardai un po’ intorno e notai che alcune persone osservavano, cosi mi avvicinai di più a Paul:
“Vieni” gli dissi tirandolo piano per un braccio e lui tolse le mani dal viso mostrandomi le sue lacrime e disse:
“No Hope, basta! Devo parlarti. Adesso o mai più” il suo tono era alto e disperato, ero preoccupata.
“Ok lo farai ma non qui. Andiamo. Casa mia non è lontana da qui” dissi. Lui si sistemò e poi mi seguì, ripercorsi il tragitto per tornare a casa con Ariel nel passeggino e Paul accanto, non parlava ma guardava Ariel con un volto da cane bastonato, lo osservavo con la coda dell’occhio e non vedevo l’ora di arrivare a casa e sentire cos’aveva da dirmi. Dopo un po’ arrivammo a casa, Paul si guardò intorno. Feci segno di seguirmi e superato il cancello arrivammo davanti alla porta, presi Ariel in braccio, uscì le chiavi dalla borsa e aprì. La casa era silenziosa.
“Sono a casa” dissi entrando seguita da Paul, misi a terra Ariel e sentì una strana atmosfera in casa.
“Ehi c’è qualcuno?” chiesi stranita, dov’era Ed? Paul non parlava, si limitò a venirmi dietro, andavo verso la cucina, poi entrai e rimasi bloccata. Paul era dietro di me e lo sentì con un respiro irregolare. Nessuno parlava, ma poi lo fece Paul:
“Danielle?” disse. Già in cucina c’erano seduti Ed e Danielle. Lei mi fissava con gli occhi sgranati e lucidi. Io guardavo un po’ lei e un po’ Ed, poi arrivò Ariel:
“Mamma” disse alzando le sue braccia verso di me, voleva essere presa in braccio e cosi feci, poi ad un tratto Danielle ruppe il silenzio con un singhiozzio che mi lasciò spiazzata. Stava davvero piangendo. Guardai Ed per chiedere aiuto, lui mi guardò, si alzò dalla sedia e venne verso di me:
“Io vado a giocare con Ariel in camera, credo che voi tre dobbiate parlare” disse Ed prendendo Ariel e rivolgendosi a me Paul e Dani. Io rimasi li in mobile mentre Ed si allontanava con la bambina.
“E’ cosi bella” disse Dani nel pianto, io mi limitavo a guardarla.
“E ‘ cosi identica a Harry” disse Paul superandomi e dirigendosi verso la sedia. Io ero completamente spaesata.
“S…senti Hope, noi dobbiamo parlare” disse Dani indicandomi la sedia, io mi avvicinai con passo indeciso. E mi sedetti, li guardavo in modo strano perché ero impaurita. Nessuno prese iniziativa per cominciare cosi lo feci io:
“D…ditemi”
“Beh, non so a quanto possa servire adesso dirti tutto questo, ma quando ho visto te e la bambina al negozio sarei voluto sprofondare”disse Paul fissandomi serio.
“Saresti dovuto sprofondare quel giorno in quell’hotel” disse io fredda distogliendo lo sguardo.
“Hope, ci sono cose che non sai e ce devi sapere. Non so se cambierà qualcosa dopo, ma è arrivato il momento di chiudere questa faccenda” disse
Danielle.
“Beh parlate. Continuate a dirmi che c’è qualcosa che devo sapere ma nessuno la dice” dissi alzando il tono della voce.
“Allora… “ cominciò Paul guardando Dani e poi guardando me:
“Quando Harry ti ha deto di prendere il volo per venire in Hotel, non l’avrebbe mai voluto fare. Ma è stato costretto. Tu eri un problema, non per lui bensì per il resto dei manager.” Disse Paul e poi si fermò a respirare, io sentì il cuore battere più forte e sapevo già che questa cosa sarebbe stata l’ennesima pugnalata.
“C…continua” dissi io.
“Perciò… i manager mi avevano avvertito dopo la faccenda di Kendall che non sarebbe dovuto succedere più nulla, perché la popolarità del gruppo ne avrebbe risentito, io ho avvertito Harry ma lui credeva di poterli tenere sotto controllo. Ma poi è successo tutto il resto, Tu e lui insieme e poi la gravidanza inaspettata. Insomma i manager sono venuti a saperlo e non appena Harry è rientrato a Londra hanno voluto vederlo, io ero con lui…e li l’hanno, insomma, o…obbligato a…” disse Paul e poi si fermo. Io avevo capito tutto, pensai subito a Liam, si erano comportati nello stesso modo che tanto tempo fa aveva fatto allontanare Liam e Dani. Ma volevo sapere tutto nonostante i miei occhi già pizzicassero:
“Va avanti, ti prego” dissi io flebilmente.
“L’hanno costretto Hope. Lui doveva lasciarti, in quell’hotel, in quella camera era tutto progettato, Harry non sapeva nemmeno il nome di quella ragazza
era stata pagata per fare quello e per farsi vedere da te con lui, per farti allontanare per sempre.” Disse tutto d’un fiato Paul, io scoppiai a piangere improvvisamente, non avevo mai pensato a nulla di simile, Dani si alzò dalla sua sedia e si avvicinò a me:
“Ehi va tutto bene” mi disse abbracciandomi e mi era cosi mancata.
“No non va tutto bene, perché Harry non mi ha detto nulla? Perché non me lo avete detto prima?” urlai piangendo.
“Dani l’ha saputo solo ieri Hope. E Harry o io non potevamo dirtelo, capisci? I manager ti avrebbero tolto la bambina, ti avrebbero fatta scomparire” disse Paul disperato. Quelle parole mi spezzarono, mi stroncarono, mi sentì trafitta, davvero esistevano persone cosi crudeli sulla terra? Ero sconvolta, adesso stavo solo piangendo senza riuscire a fare altro. Poi Paul continuò a parlare:
“Te lo giuro Hope, Harry te lo avrebbe voluto dire, ma voleva proteggervi da tutto. Dopo averti vista l’ultima volta in Hotel era distrutto, ti assicuro che non c’è stata più nessuna dopo di te. Solo sofferenza nei suoi occhi. Tua sorella non faceva altro che schernirlo fino al punto da rinunciare a lavorare per lui. Lui avrebbe voluto urlare in faccia a tutti la verità ma subiva in silenzio e sopportava il dolore per te e per la bambina. E io sono stato un fottuto idiota, ma ero impotente quanto lui” disse Paul cominciando a piangere e lasciandomi senza parole.
“Io non potevo sapere tutto questo” dissi piangendo più forte, ero disparata.
“Non potevi Hope. Non è colpa tua adesso” disse Dani, io la guardai.
“Scusami. Ho sbagliato tutto, mi sei mancata cosi tanto” dissi abbracciando Dani e lei mi strinse, cominciammo a piangere, dopo ci calmammo un po’ tutti. Ed ci raggiunse in cucina con la bambina che Dani prese in braccio, per poi giocarci, già si adoravano entrambe. Scoprì dell’incontro tra Ed e Dani, poi Dani improvvisamente disse:
“Adesso c’è un’ultima cosa” io la guardai interrogativa e lei continuò:
“Harry e i ragazzi sanno che io sono qui, sapevano anche che ti avrei detto tutto, ma non sapevano che ci fosse stato anche Paul. Loro di certo non potevano venire perche i manager se ne sarebbero accorti. Quindi adesso sta a te scegliere, vuoi venire con me e Paul dai ragazzi e da…Harry?” chiese seria. Io sentì un tonfo al cuore e rimasi senza parole, tutti mi osservavano. Presi un sospiro e poi parlai:
“Verrò” non appena lo disse Dani si fiondo su di ringraziandomi, Paul sorrideva e Ed saltellava con in braccio Ariel. Cosi in pochi minuti presi il giubbotto pronta ad uscire:
“Porti anche Ariel?” chiese Ed e io mi sentì ansiosa, non volevo portare mia figlia in quel mondo.
“Per il momento è meglio di no” dissi io, poi mi avvicinai a Ed che teneva in braccio Ariel:
“Amore, la mamma torna presto, tu gioca con zio Ed” dissi e la baciai, lei mi strinse e poso la sua boccuccia sulla mia guancia per darmi un bacio. Cosi dopo mi voltai per andare con Dani e Paul. Stavamo per salire sull’auto di Dani, ma io ero nervosa e lei se ne rese conto cosi si avvicinò e disse:
“Tranquilla, non sei sola” io sorrisi, la guardai e poi le sussurrai:
“Grazie” salì in macchina e partimmo. A breve avrei affrontato il padre di mia figlia, proprio lui, Harry…come sarebbe stato? Cos’avrei provato? Ero ancora innamorata di lui?
Sorrisi per l’ultima domanda che mi ero appena posta.
“Certo che sono ancora innamorata di lui” sussurrai piano per non farmi sentire.

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Strong love.
FanfictionHope Teasdale, Sorella della famosa hairstylist Lou Teasdale. Hope è una ragazza scettica che non crede in modo particolare nell'amore e nel destino, dopo un periodo di isolamento dalla sua famiglia riceve una chiamata, durante una mattinata come t...