Capitolo 17

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Ero a terra con il peso del mondo addosso. La voce spezzata dal pianto di Dani e le parole che mi aveva detto mi avevano distrutta in pochi secondi. Sentivo di essere sola senza nulla intorno,ma improvvisamente sento la voce di Harry che si era precipitato accanto a me:
 
“Hope ti prego parlami. Che succede?” avrei voluto urlare quanto fossi distrutta e quanto la vita fosse ingiusta, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu voltarmi verso Harry e abbracciarlo, cominciai a piangere più forte, sentivo le sue mani accarezzarmi la schiena e le sue braccia mi stringevano forte. Poi nel piantò riuscì a dire:
 
“Ed” lui mi strinse più forte perché capì che era successo qualcosa al mio amico. Ma non poteva essere vero, non a lui. Lui mi aveva insegnato a crescere e a prendere la vita cosi come veniva e a sorridere, e adesso l’unica cosa che sapevo di lui era che si trovava su un letto d’ospedale per aver fatto un incidente. Cosi aveva detto Dani. Un’incidente!!!
 
“Devo andare da lui” dissi io con un filo di voce che uscì da me.
 
“Non adesso Hope, prima devi calmarti” mi disse Harry che ancora mi stringeva. Dopo si alzò da terra sollevandomi in braccio e mi portò verso il letto, il mio istinto fu quello di stringerlo più forte, non volevo mi lasciasse ma lui non aveva intenzione di farlo, infatti mi strinse più forte e si stese accanto a me.
 
“Ci sono io Hope, andrà tutto bene” mi sussurrò continuando ad accarezzarmi. Dopo non ricordo più nulla, mi addormentai cullata dal dolore tra le braccia di Harry.
 
 
Flashback:
Io: “Smettila Ed, non sono in grado”
Ed: “Se non ci provi non potrai mai saperlo”
Io: “Lo so già”
Ed: “Non lo sai invece, invia quel curriculum Hope”
Io: “So già che non lo guarderanno nemmeno”
Ed: “Prova, lo devi a te stessa”
Io: “Ok, tu rimani con me per la risposta?”
Ed: “Io sono sempre con te Hope”
Io: “Grazie” e invio.
ORE DOPO:
Io: “Sono stata accettata Ed”
Ed: “Io lo sapevo già piccola, ti adoro e sono fiero di te”
Fine flashback 
 
Mi svegliai ed era già mattina e sentivo i miei occhi gonfi, Harry non era andato via era li con gli occhi chiusi, cercai di alzarmi:
“Dove vai Hope?” chiese improvvisamente Harry
 
“Pensavo dormissi, vado di sotto” risposi io e lui si alzò, si avvicinò a me e mi baciò la fronte:
 
“Scendiamo insieme” disse, io annuì e cosi andammo. Arrivati di sotto vidi subito i ragazzi sul divano, c’era anche Liam e sulla sua spalla vidi una testa appoggiata con una chioma riccia, era Dani.
 
“Dani!” dissi io, lei si voltò, si alzò di scatto e corse verso di me e mi abbracciò, i suoi occhi erano gonfi quanto i miei. Harry si allontanò e si sedette accanto ai ragazzi.
 
“Dani andiamo da lui ti prego” dissi io sentendo la mia voce tremante.
 
“Ho già prenotato due posti sul volo per Melbourne alle 10” io annuì.
 
“Non potete andare da sole, ragionate” disse Liam come se avesse già sottolineato la cosa a Dani, gli altri stavano in silenzio, chi fissava un punto nel vuoto e chi fissava Liam.
 
“Liam ti prego, questa cosa riguarda solo noi. Dobbiamo tutto ad Ed, dovremmo essere già li” dissi io cominciando a piangere mentre Dani mi stringeva la mano, nessuno ribatte alla mia esclamazione, cosi salì di sopra con Dani in silenzio, riempì una mia borsa con della roba e in pochi minuti fummo di nuovo di sotto.
 
“Vi prego lasciate almeno che vi accompagni all’aereo porto” disse Liam e io annuì.
 
“Vengo anche io” disse Harry alzandosi a andando direttamente verso la porta. Cosi salutammo gli altri ragazzi, che sembravano afflitti e dispiaciuti. E in poco tempo fummo in auto. Andando verso l’aereo porto nessuno disse una parola, arrivammo a destinazione ed entrammo, c’era un’atmosfera tesa e nessuno si sentiva di dire una parola, io continuavo a pensare ad Ed e ogni tanto scendeva una lacrima furtiva, credo che in quel momento fosse lo stesso per Dani, che stringeva la mia mano di tanto in tanto.
 
“I passeggeri del volo per Melbourne sono pregati di avvicinarsi al checkin” disse la voce di una donna al microfono. Cosi tutti ci guardammo.
 
“Chiamate quando arrivate” disse Liam avvicinandosi e abbracciò prima Dani e poi me. Noi annuimmo, Harry mi fissava dritto negli occhi, poi veloce si avvicinò e mi strinse:
 
“Andrà bene” disse.
 
“Grazie per tutto” dissi io per poi staccarmi da lui e allontanarmi con Dani. Adesso volevo solo vedere Ed e fargli capire che non poteva permettersi di andare via.
Il volo partì, durante tutto il tempo io Dani riportammo vivi alcuni ricordi dei momenti passati con Ed e fu bello ricordarli. Poi arrivammo e i nostri cuori cominciarono a battere più veloci, prendemmo un taxi per arrivare all’ospedale di Melbourne e dopo circa 20 minuti arrivammo. Era una struttura gigantesca, come tutti gli ospedali del resto ma c’era una sola differenza che li dentro c’era il nostro Ed. Entrammo e dietro una scrivania si trovava una signora robusta:
 
“Scusi Ed Sheeran a che piano si trova?” chiese Dani  e la signora sorrise e controllò nel suo computer:
 
“E’ al quarto piano ragazze, in terapia intensiva camera 912” noi la ringraziammo e prendemmo l’ascensore. Arrivate al quarto piano cominciammo a cercare…camminavamo con il cuore sospeso, i numeri delle porte davanti alle quali passavamo aumentavano e poi svoltando l’angolo vidimo in fondo al corridoio una donna che non vedevamo da tempo, la mamma di Ed, ci avvicinammo a passo più svelto e lei ci vide:
 
“Santo cielo ragazze, da quanto tempo non vi vedo, siete cosi cresciute, grazie di essere qui”  si alzò e ci abbracciò.
 
“Dov’è? E come sta?” chiesi io rimanendo con il fiato sospeso, Sarah, la madre di Ed, non fece in tempo a rispondere che un dottore uscendo dalla camera 912 disse improvvisamente:
 
“E’ stabile, ma non si è ancora svegliato” mise una mano sulla spalla di Sarah e lei lo ringraziò prima che lui si allontanasse. Sarah ci guardò e poi disse:
 
“Volete entrare?” noi annuimmo e ci voltammo verso la porta, tutto in torno a noi sembrava teso, noi lo eravamo. Cosi poggiai la mia mano destra sulla maniglia mentre l’altra era intrecciata alla mano di Dani. Entrammo e ci bloccammo subito, Ed era bellissimo come sempre, aveva qualche taglio sul viso e le sue labbra erano rossastre e sembravano stese in un lieve sorriso, aveva un sacco di fili addosso eppure la sua figura dalla chioma pel di carota risplendeva in tutta la camera. Ci avvicinammo e io presi la sua mano, la strinsi forte mentre Dani si sedette dalla parte opposta del letto e disse:
 
“Forse dovremmo dirgli qualcosa” io annuì e poi  guardai Ed:
 
“Ehi stupido che cos’hai combinato? Si può sapere come ti è venuto in mente di fare uno scherzo simile? Adesso apri gli occhi e sorridi come solo tu sai fare e non provare a fare altri scherzi io e Dani siamo qui. Non ti lasciamo Ed, ti prego” dissi io tutto d’un fiato cominciando a lacrimare come fece Dani prendendo l’altra mano di Ed.
 
“Ti ricordi quando sono caduta dal motorino e per la paura di essere morta non volevo aprire gli occhi? Beh tu me li hai fatti aprire Ed, mi hai tirato un ceffone cosi forte per farmi capire che ero ancora viva. Adesso se non lo vuoi tu un ceffone torna da noi” disse Dani tra le lacrime e poi sorrise immaginando la scena passata che ricordavo anche io e sorrisi con lei. Parlammo tutto il tempo con lui per ore. Poi Dani chiamò Liam per avvertirlo e io rimasi con Ed. Passò cosi la giornata, come passarono anche gli altri giorni, Ed non si svegliava, ma io e Dani eravamo sempre con lui, avevamo cominciato a leggergli anche dei libri. La sera dormivamo in una camera di un hotel li vicino e il giorno lo passavamo con lui. Si sarebbe svegliato ne eravamo sicure, lui doveva svegliarsi… era il nostro angelo.

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