POV’S HOPE.
Mi ero già alzata e vestita, questa mattina sarebbe venuto anche Ed, ma ci avrebbe raggiunto al centro commerciale. Mi sbrigai a vestire Ariel, era stupenda, con una tutina rosa con il cappuccio con sopra le orecchiette. Mi piaceva vestirla come una bambolina, perché lo era.
“Come sei bella amore mio” dissi prendendo Ariel in braccio mentre rideva, e lei con le sue braccine mi strinse in collo, adoravo quel gesto perché nonostante sembrasse cosi semplice racchiudeva in se cosi tanto.
“Siamo pronte?” disse la madre di Ed entrando nel salone. Io annuì e cosi uscimmo di casa euforiche per passare una giornata al centro commerciale, non sarebbe bastata tutta per girarlo tutto era il più grande di New York. Salimmo in macchina e partimmo, quando arrivammo parcheggiammo e non appena ci trovammo davanti alla grande struttura guardai Ariel che osservava tutto con i suoi occhi bellissimi e notai la punta del naso rossa a causa del freddo. Mi abbassai alla sua altezza:
“Ariel, ti piace?” chiesi io distraendola.
“Si mamma” disse lei con uno dei suoi sorrisi che mi regalavano tutta la felicita presente sulla terra. Cosi la presi per mano e tutte e tre entrammo.
“Che ne dici di salire subito all’ultimo piano? Li c’è lo spazio bambini, è grandissimo e Ariel si divertirà” disse la madre di Ed e io annuì, cosi salimmo, c’era davvero molta confusione oggi. Quando arrivammo all’ultimo piano cominciammo a girare, li si trovava il cinema da una parte, di fronte c’era un palchetto che rimaneva allestito per spettacoli vari e che stavano sistemando e in un’area in mezzo c’era un enorme spazio bimbi coloratissimo che attirò subito Ariel, non volevo lasciarla sola, e dato che notai molte mamme giocare con i loro figli io decisi di entrare con Ariel.
“Ti dispiace se entro a giocare con lei?” chiesi alla madre di Ed.
“Tesoro e me lo chiedi, divertitevi, io giro un po’, poi mi raggiungete. Per l’ora di pranzo arriva Ed e credo che mangeremo qualcosa in un fastfood ce ne sono tanti qui dentro” disse lei dolcemente e dopo andò via. Io presi Ariel e con lei mi misi a giocare. Era cosi felice, le tolsi il giubottino e i guantini e li posai su una panca. Ci divertimmo cosi tanto, vedre la felicità nei suoi occhi mi faceva sentire completa.
POV’S HARRY.
Eravamo appena entrati nel grande garage del più grande centro commerciale di New York. Non vedevo già l’ora che tutto finisse.
“Dai ragazzi, prendete le vostre cose, noi saliremo da una scalinata privata, dobbiamo arrivare ai camerini dell’ultimo piano, li vi preparerete.” Disse Paul e noi lo seguimmo.
“Immagino già quante fan ci saranno” disse Louis dandomi una pacca.
“Già…wow” risposi io
“Harry ti prego non sprizzare tutta questa gioia sennò mi uccidi” disse lui ironicamente per farmi ridere e un po’ ci riuscì, sorrisi.
“Grande amico” disse lui entusiasta di avermi fatto sorridere, poi continuò a dire.
“Vedrai che ci divertiremo, andiamo a spaccare tutto” e mi trascinò con se vicino agli altri, mentre ancora salivamo le scale e un uomo ci faceva da guida. Tutto il nostro cast e la band musicale cominciò a salire gli strumenti. Dai Harry finirà presto, pensai.
POV’S HOPE.
Io e Ariel stavamo giocando già da un bel po’, poi una signora alta e sorridente si avvicinò a noi e agli altri bambini con le loro mamme.
“Scusatemi tanto, ma adesso dobbiamo chiudere l’aria bambini, dovremmo allestire questo spazio per un concerto d……….” la signora stava parlando quando:
“Mammaaaaaaaa” disse Ariel lanciandosi in mezzo alle palline distraendomi dalla signora, ma capì ugualmente che dovevo andare via. Cosi un po’ tutti rispondemmo di si, presi Ariel in braccio, lei era ancora tanto divertita:
“Sai dove andiamo adesso? Viene lo zio Ed” disse ad Ariel mettendola e terra e lei saltello piano, un po’ ancora barcollava quando camminava da sola e mi faceva sorridere. Cosi sentì Ed al telefono e mi disse che ci aspettava con sua madre da Mc’Donald, cosi arrivammo li davanti e osservai tra i tavoli per poi vedere un ragazzo incappucciato con accanto una signora, già era lui sicuramente si conciava in quel modo per non farsi riconoscere era cosi buffo. Mi avvicinai:
“Sembri un profugo” dissi ridendo.
“ehi siete quii” disse Ed alzandosi e dandomi un bacio, poi prese Ariel e cominciò a giocarci, lei lo adorava. Poi mangiammo, parlammo insieme. Dopo decidemmo di continuare a girare, avremmo voluto guardare un film ma comunicai a Ed che sopra era stato chiuso per un concerto e lui non obiettò. Girammo e comprai delle cose graziose per Ariel e qualcosa per me.
“(tosse)” era Ariel.
“Ehi piccola, hai freddo?” chiesi io ad Ariel prendendola in braccio, era già stanca, giravamo ormai da ore e li sembrava ancora più affollato. Mi guardai intorno e poi dissi:
“Oddio ho dimenticato il giubbino di Ariel e i guantini”
“Dove?” chiese Ed ma una ragazzina si scontro addosso a lui, gli chiese scusa e continuò a correre, la scena ci fece ridere. Poi io dissi:
“Li ho dimenticati sopra, all’ultimo piano, vado a prenderli sperando di trovarli” mi incamminai verso le scale mobili ma:
“Mamma mamma” Ariel cominciò a mugugnare in segno di protesta, quando era stanca tendeva a voler stare maggiormente con me. Cosi sospirai e tornai indietro a prenderla, si abbracciò a me e cosi salì.. toccavo la fronte di Ari che era stranamente troppo calda, ero preoccupata ero stata stupida a dimenticare le sue cose. Arrivammo e li un uomo alto non ci fece passare, poi guardai oltre e vidi tante ragazzine ammassate:
“Guardi che io non sono qui per il concerto, ho capito che non c’è più posto, ma vede ho dimenticato il giubbotto di mia figlia, devo prenderlo, se vuole mi può accompagnare lei.
Per favore” dissi io
“Eh va bene, che sia una cosa veloce” rispose. Io lo ringraziai e mi fece passare, poi sentì qualche ragazzina dire a voce alta perché entra quella o cose del genere, ma non mi importava. Entrai e li avevano smontato tutto, cominciai a cercare, feci scendere dalle braccia Ariel:
“Aiuti mamma a cercare le tue cose?”chiesi
“Si mamma” rispose lei strofinandosi gli occhietti, era stanca, cosi cominciai a cercare sotto l’occhio attento dell’uomo. Avevano spostato tutto.
“Ah ecco qui, il giubbino l’ho trovato” dissi e poi vidi i guantini infondo ad una catasta di sedie, cosi cominciai a divincolarmi per prenderli.
POV’S ED.
Ero di sotto ad aspettare Hope, e parlavo con mia madre. Quando:
“Ed” qualcuno mi guardò e io conoscevo quella voce, mi voltai:
“Dani?” lei mi guardò e senza dire una parola vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime. Cosi da li mia madre ci lasciò soli entrando in un negozio. E Dani senza nemmeno farmi parlare cominciò a raccontarmi di Hope, lei non sapeva che io sapessi tutto e che Hope fosse con me. Ma quando mi raccontò tutta la storia io mi sentì morire.
“Non posso crederci” dissi io portandomi le mani in testa.
“Tu non puoi crederci? Io l’ho appena saputo da Liam. E per prendere un po’ di aria ho deciso di fare un giro.” Disse lei
“S…scusa Liam è qui?” chiesi io. Qualcosa non mi tornava.
“Si hanno un concerto di sopra, ma i posti sono limitati. Comunque non mi importa, io non smetto di pensare ad Hope” disse lei e adesso stavo per svenire.
“Aspetta un momento. Ci sono troppe cose che devo dirti” dissi io agitato.
“Ehi calmo. Parla tranquillo” disse lei.
“Allora, Hope in tutto questo tempo è stata con me, a casa di mia madre a New York….”Danì sbarrò gli occhi ma io continuai
“Ma io non sapevo di tutto questo, insomma di tutta la storia dei manager…e Hope ha sempre creduto che tu centrassi qualcosa con tutta quella storia” dissi fermandomi con il fiatone.
“Non ci credo… mi odia” disse lei portandosi le mani al voltò ma la bloccai:
“E l’altra cosa è che Hope è di sopra, ha perso delle cose della bambina ed è salita con lei” dissi preoccupato. Cosi Dani scattò in piedi
“Lei non sapeva nulla del concerto?” chiese Dani e io annuì. Vidi poi Dani rimanere in silenzio, adesso aveva un’espressione strana sul suo volto, stava architettando qualcosa, poi sorrise.
“Ho un idea” esclamò
“Ci avrei giurato” dissi io.
“Senti tutto quello che ti ho detto deve rimanere tra di noi, non dire nulla a Hope, non dire nemmeno di avermi vista. Ti manderò un messaggio per spiegarti una cosa” disse e scappò come una pazza. Rimasi li solo come un cretino. Era una situazione assurda, credevo fosse uno scherzo, poi mi ricordai di Hope e mi alzai di scatto cominciando a salire.
POV’S HOPE.
Avevo preso i guantini, adesso li stavo mettendo ad Ariel come feci con il giubbino. Poi ci fu il putiferio……
“AAAAAAAAAAAAH AAAAAAAAAAAAH AAAAAAAAAAAAAAH” tutte le ragazzine urlarono come pazze, io non pensai minimante quale fosse il motivo, ma guardai subito Ariel, si era spaventata e aveva la sua solita espressione che anticipava il pianto.
“No amore guarda è tutto apposto… su guar………” alzai lo sguardo per indicare ad Ariel dove dovesse guardare, ma quando misi a fuoco l’immagine mi bloccai anche io, gli urli delle ragazzine aumentarono. Dall’altra parte del grande androne uscirono da una porta gli ONE DIRECTION. Ecco il motivo di tante urla, ma la cosa che più mi spiazzò fu vedere Harry, era in mobile, con gli occhi sgranati a fissarmi come gli altri. Poi il pianto di Ariel mi svegliò:
“O…oooooh n…no a…amore mio” mi abbassai per prenderla il braccio, tremavo e sentivo gli occhi addosso.
“Deve uscire” mi disse l’uomo e io cercai di non guardare più in quel punto, annuì all’uomo e scappai via stringendo Ariel tra le braccia, lei era ancora spaventata dalle urla e io ero terrorizzata da ciò che avevo visto. Non potevo crederci.
POV’S HARRY.
Non è un sogno, lei era li di fronte a me. Ho rivisto Hope dopo più di un anno, quella era mia figlia. Avevo tutti gli arti bloccati. Stavo per sentirmi male, Hope era bellissima, avevo incastrato i miei occhi nei suoi, era diversa, adesso sembrava cosi donna, era la madre di mia figlia, e mia figlia era quel moscerino bellissimo, non sapevo nulla di lei solo che una parte di me scorreva in lei e io impazzivo dalla voglia di conoscerla. Ma poi vidi Hope muoversi confusa, e con pochi passi veloci scomparve. E io rimasi li spiazzato
“D…dobbiamo andare a riprenderci su” mi disse Louis sbloccandomi, non riuscivo a parlare. Eravamo di nuovo nei camerini, con dell’acqua nelle mani, quando la porta si aprì di scatto:
“Hope! Ho visto Hope, è qui. So dove abita” disse Danielle entrando, era cosi felice. Io sbalzai in piedi. Danielle cominciò a parlare, mi racconto cosa aveva intenzione di fare e io rimasi in mobile:
“Allora che ne pensate?” chiese Danielle
“Amore mio sei diabolica.” Disse Liam abbracciandola.
“Con te faremo i conti dopo, mi hai nascosto una cosa cosi grave per troppo tempo. Ma adesso vedo una speranza” disse Dani e le sue ultime parole mi aprirono un foro al cuore, forse avevo una speranza. Cosi senza riuscirmi a controllare scoppiai a piangere e tutti si bloccarono a guardarmi.
“Santo cielo Harry devi essere felice” disse Dani e io non riuscivo a parlare.
“Ehi ti preoccupano i manager? No Harry. Non preoccuparti questa volta saremo più furbi di loro comanderemo noi” disse Zayn abbracciandomi. E io ricambiai l’abbraccio e gli altri ragazzi si unirono tranne Dani che poi disse:
“Adesso muovete i culi e andate a cantare.” La guardammo e tutto ridemmo, già tutti anche io dopo tanto tempo. Ero quasi felice sapendo che avevo ancora una minuscola speranza. Avevo visto Hope, e avevo visto la creatura più bella di tutta la terra, mia figlia, non ci credevo ancora.
NARRATORE.
La giornata fu troppo pesante per tutti. Hope dopo aver rivisto i ragazzi ma soprattutto Harry, volle tornare subito a casa, si sentì male, raccontò tutto a Ed e lui cercò di sembrare sorpreso, non poteva dire nulla di ciò che aveva appena saputo, anche se era preoccupato del piano che aveva Dani. La Madre di Ed dovette stare al gioco, raccomandando a Ed che Hope non dovesse ancora soffrire. Comunque Ed, sua madre, Hope e Ariel arrivarono a casa, Hope si mise subito a letto con Ariel chiudendosi in camera e Ed e sua madre andarono a letto. Per ciò che riguarda i ragazzi fecero il concerto, Harry ritrovò una parte della sua energia. Al termine si ritrovarono per parlare degli ultimi dettagli e poi tutti si riposarono. Una giornata cosi inaspettatamente piena di emozioni non poteva finire cosi, infatti avrebbe avuto il suo seguito……. Chissà, magari proprio l’indomani…

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Strong love.
FanfictionHope Teasdale, Sorella della famosa hairstylist Lou Teasdale. Hope è una ragazza scettica che non crede in modo particolare nell'amore e nel destino, dopo un periodo di isolamento dalla sua famiglia riceve una chiamata, durante una mattinata come t...