Capitolo 33

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POV’S HOPE.

Dopo circa 45 minuti di viaggio in auto arrivammo di fronte ad un grande albergo, lussuoso e mi sembrò di rivivere quel giorno orribile quando vidi Harry con quella ragazza. Ma adesso ero li per altro. Cosi scendemmo dall’auto, entrammo, Dani stringeva forte la mia mano e mi sorrideva ripetutamente, ci trovammo nell’androne dell’hotel, Paul che si trovava di fronte a noi si bloccò improvvisamente. Io rimasi stranita, lasciai la mano di Dani e superai Paul per vedere cosa avesse visto, e mi ritrovai di fronte a due uomini alti e seri che mi fissarono:

“Cosa ci fa lei qui?” disse duramente uno di loro e mi guardò come schifato, non capivo. Guardai Paul che non riusciva a parlare ed era visibilmente preoccupato.

“Chi siete?” chiesi io curiosa e gli uomini mi guardarono sbalorditi, quando Dani mi tirò verso di se:

“I manager” mi sussurrò all’orecchio e io mi irrigidì, ma non per la paura. La mia era rabbia, adesso li avevo davanti.

“L…lei è qui con me, non deve v…vedere i ragazzi!” disse Paul mentendo. Ma io non resistetti e cosi mi feci avanti, forse stavo per fare un grande errore, ma avevo
imparato a mie spese che le cose andavano dette subito, non bisognava aspettare:

“Non è cosi invece!” attirai lo sguardo dei due uomini e anche quello di Paul, mentre Dani stringeva la mia mano per farmi zittire, ma non servì, continuai a parlare:

“Si, io sono Hope, quella Hope! E sono qui per vedere i ragazzi e tra di loro c’è il padre di mia figlia.” Dissi io piena di rabbia.

“Ragazzina non ti conviene continuare a parlare” disse uno di loro avvicinandosi a me.

“Cerca di starmi lontano. E per la cronaca sappiate che parlo fin quando ne ho voglia, non mi farò mettere i piedi in testa da voi, cosa fate? Mi volete
spaventare? Mi volete togliere mia figlia? Mi volete togliere tutto? Oh no! Sarò io a togliervi tutto non appena metterò piede fuori da qui.”
Dissi io con riluttanza nei loro confronti mentre Dani cercava di fermarmi e Paul mi richiamava. Ero disgustata.

“Non farai nulla” disse ancora uno di loro quasi ridendo. A quell’atteggiamento esplosi:

“Ma tu chi sei? Eh? Hai una figlia o un figlio? Sai cosa vuol dire per una creatura crescere senza un padre? Beh io lo so e posso assicurarti che non è bello” dissi e sentì i miei occhi pizzicare, vidi i due uomini irrigidirsi, mi avvicinai ancora a loro e con tono più alto continuai:

“Tutti all’uscita da scuola correvano chiamando il loro papà e io andavo sempre da sola sul pulmino che mi portava a casa, ogni festa del papà portavo a casa un pensierino per lui che non sapevo chi fosse, ma sapevo che mi aveva dato la vita, e la sai un’ultima cosa? Non permetterò che questo accada anche a mia figlia per volere tuo, anzi vostro. E impiegherò tutte le mie forze per evitarlo” finì ormai in preda ad un pianto euforico e rabbioso. Tutti mi guardarono sbalorditi, avevo attirato l’attenzione di tutti. Quando sentì improvvisamente uno dei due uomini dire:

“Dovremmo andare” li guardai asciugando le mie lacrime, salutarono Paul e poi Dani mi tirò a se stringendomi:

“Oh santo cielo, santi lumi, santo tutto Hope! Sei stata G-R-A-N-D-E” disse urlando. Poi mi lasciò e mi voltai verso Paul.

“Sei diventata una vera donna piccola Hope. Sei una mamma fantastica” mi disse con gli occhi lucidi, e io scoppiai in lacrime e lo abbracciai.

“Te la senti di salire adesso?” chiese Paul premuroso. Io annuì e Dani mi prese la mano mentre Paul ci faceva strada. Arrivammo davanti alla porta:

“Paul dovresti entrare prima tu” disse Dani, io guardai Paul che annuì, mi sorrise ed entrò lasciando noi due fuori. Mi stavo riprendendo, a breve lo avrei rivisto, adesso ci separava solo una porta.
 


POV’S HARRY.

Stavo impazzando, Dani era andata via questa mattina e ancora non sapevo nulla, ero con i ragazzi in camera e cercavo di non pensarci, ma senza grande successo. Poi la porta si aprì ed entro Paul:

“Ragazzi” dissi entrando e chiudendo la porta. Poi si sedette e noi lo guardammo, non sapeva di Dani e se l’avesse scoperto? Infatti dopo parlò sbalordendoci:

“Allora ho 3 cose da dirvi. 1. So che fine ha fatto Danielle questa mattina perché mi sono ritrovato con lei…da Hope! 2.Hope è una donna coraggiosa e una madre favolosa, ha affrontato i manager lasciandoli a bocca asciutta, perché adesso lei sa la verità.” Disse e si fermò per poi fissarmi, io stavo letteralmente svenendo adesso, era successo tutto davvero. Paul mi fissava ancora e allora io lo incitai a continuare con lo sguardo, lui si alzò e andò verso la porta, poggiò la mano li sopra, tutti lo guardavamo in silenzio:

“…e punto 3. Harry, Hope è qui fuori” disse sorridendomi e aprendo la porta, il mio cuore esplose a quelle parole.


(Ascoltate questa come sottofondo )à   http://www.youtube.com/watch?v=lT67liGjZhw  
 
“Oh mio dio” disse Niall, portandosi le mani alla testa. Non vedevo ancora nessuno dalla mia posizione, cosi mi alzai dal letto e poi vidi una chioma biondo scuro entrare in camera a testa bassa, io tremavo e fissavo la figura in modo insistente, tutti erano in silenzio. Poi alzò il volto, era bellissima, mi beai a guardarla. Ci fissavamo negli occhi. Poi Niall interruppe il momento.

“Hope ci sei mancata” Niall la abbraccio seguito poi dagli altri, si scusarono, la abbracciavano, poi vidi che Louis mi guardò, e si rese conto che solo io ero rimasto in mobile, senza riuscire a muovermi.

“Eeemm ragazzi, usciamo adesso…” disse Louis attirando l’attenzione di tutti, cosi li vidi lasciare Hope, le diedero gli ultimi abbracci e poi uscirono, la porta si chiuse e lei poi si volto verso di me, e incrociò il mio sguardo, io non riuscivo a reagire, la vidi mentre si torturava le mani, cosi presi coraggio e mi avvicinai, senti le mie ginocchia tremanti, lei mi fissava e io non distoglievo lo sguardo dal suo… una volta vicino a lei presi le sue mani e il solo contatto con la sua pelle mi fece impazzire.

“Non t…torturarle” dissi piano guardandola e riferendomi alle mani, lei sorrise in modo cosi delicato e mi soffermai a guardare tutti i particolari del suo viso, era ancora più bella. Mi ero perso a guardarla ma lei mi risvegliò:

“H…Harry, mi dispiace” dissi quasi sotto voce, non potevo crederci, aveva sofferto cosi tanto per me e adesso si scusava?

“Tu chiedi scusa? No! Io lo chiedo a te invece, per tutti i miei errori. Ti ho solo fatto soffrire, non volevo, ma l’ho fatto per proteggerti. E tu che fai vieni qui e salvi me? Paul ha detto quello che hai fatto con i manager. Sono cosi stupido Hope, potevo farlo io, e invece ho solo avuto paura ……ma io non volevo perdervi” dissi tutto d’un fiato, sorprendendomi, lei mi guardava dolcemente, i miei occhi erano ormai lacrimanti, quando lei sollevò una sua mano e asciugo le lacrime sul mio viso.

“Potevi dirmelo Harry, avremmo affrontato tutto insieme” disse piano. Io abbassai il volto e capì quanto fui stupido. Lei sembrava cosi fragile ma in realtà era cosi forte.

“I…io volevo proteggervi”  dissi con lo sguardo basso, poi sentì un singhiozzio e alzai di colpo il volto e la vidi piangere, la guardai negli occhi.

“Ci sei riuscito, ma ne abbiamo pagato tutti le conseguenze” disse piangendo.

“Ti prego non piangere” dissi io asciugando le sue lacrime, adesso sembrava cosi fragile, ma sapevo bene che non lo era. Mi avvicinai piano a lei, non sapevo se era la cosa giusta da fare, ma stavo seguendo il mio cuore, ero a pochi millimetri dalle sue labbra e sentivo il suo respiro, poi ridussi completamente le distanze e finalmente ebbi le sue labbra sulle mie, erano calde e morbide come sempre, erano saporite come sempre ed erano mie come lo erano sempre state. Ci baciammo lentamente e intensamente, poi sentì le sue mani dietro la mia nuca, e io la presi per i fianchi e la avvicinai a me. Dopo poco ci staccammo dal bacio e appoggiai la mia fronte sulle sua:

“Tu mi ami ancora?” chiesi

“Non poteri mai riuscire a smettere di amarti”  rispose lei e quella rispose mi rese felice. Ma mi sentivo cosi in colpa. Io avevo lasciato che lei affrontasse tutto da sola.

“E tu?” chiese lei improvvisamente.

“Non ho mai smesso di amarti” dissi guardandola più intensamente e lei in un gesto veloce strinse le sue braccia intorno al mio collo e si strinse a me, io la circondai con le mie braccia.

“Io non ti merito lo sai?” disse stringendola, lei si stacco subito.

“No! Nessuno mi merita più di te” disse lei e io sorrisi, non credevo ancora di averla li con me.

“Non ti ho saputo dare altro che sofferenza” dissi io scuotendo la testa e abbassandola.

“Mi hai dato Ariel” disse lei alzando il mio volto, sentendo quel nome il mio pianto di gioia uscì spontaneo, l’aveva chiamata Ariel, il nome che io amavo. Strinsi a me Hope, non le lasciai il tempo di parlare e cominciai a baciarla, lei si strinse più forte a me, notai che sulle sue guance come sulle mie scendeva qualche lacrima, che era per la gioia. Il nostro bacio divenne più intenso che mai, la presi in braccio stringendola più forte come se non volessi più lasciarla, e la portai sul letto con me, ci baciammo come se non ci fosse un domani, entrambi avevamo bisogno l’uno dell’altra, io e lei eravamo fatti per stare insieme.

“H…Harry” disse lei nel bacio, e io mi fermai, guardandola negli occhi, conoscevo quello sguardo, sapevo cosa voleva dirmi e subito dopo lei confermò il mio pensiero:

“Ho bisogno di te…adesso” disse affannata.

“Anche io” dissi sorridendole, tornai a baciarla e senza staccarmi la sollevai, cominciai a toglierle di dosso i vestiti, lei fece lo stesso con me. Ci trovammo in intimo, ma non avevamo bisogno di nessun tipo di preliminari, il nostro amore andava oltre ogni cosa, non bastavano più nemmeno le mura di quella stanza per contenerlo tutto. La spogliai e la privai degli ultimi indumenti e lei fece lo stesso con me, la guardai intensamente negli occhi, lei mi accarezzo, poi guardai il suo corpo, e posso giurare che niente di più perfetto esista sulla terra. Mi stirai verso il cassetto per prendere la precauzione ma lei mi bloccò:

“No!” disse

“Sei sicura?” chiesi io sorpreso.

“Voglio sentirti completamente” disse lei attaccandosi alle mie labbra e baciandomi per dimostrarmi che mi voleva. Cosi con una mossa lenta entrai in lei e la sentì gemere come feci io, cosi cominciò la nostra danza di passione e d’amore infinito.

“Ti amo più della mia stessa vita” le sussurrai mentre arrivavo all’apice, improvvisamente lei strinse le mani sulle mie spalle e disse:

“Anche io” e poi venimmo insieme e io mi accasciai su di lei cercando di regolare il mio respiro. Amavo il suo profumo, era delicato e sarei rimasto in quel modo per sempre. Poi uscì da lei e mi misi al suo fianco avvicinandola completamente a me.

“Abbiamo fatto l’amore”dissi sussurrando

“Lo so” disse lei accarezzandomi e sorridendomi.

“E stato straordinario” continuai io. Poi presi il lenzuolo per coprirci e la strinsi ancora più forte. Come se avessi paura di perderla ancora, ma non sarebbe più successo.
 



POV’S HOPE.

Sapevo che adesso non ci sarebbe stato più nessuno a separarci. Avevamo fatto l’amore e adesso eravamo cosi vicini da diventare una cosa sola.

“Com’è Ariel?” chiese lui sorridendo.

“Come te” risposi io accarezzandolo.

“Voglio vederla” disse lui, come se avesse paura.

“Andiamo subito da lei allora” dissi io tenendo il lenzuolo e alzandomi.

“A…Aspetta lei non mi conosce. Le piacerò?” mi chiese prendendo la mia mano, io sorrisi pensando che ovviamente Ariel l’avrebbe riconosciuto, sapeva chi fosse e gli sarebbe piaciuto. Ma non volli dire nulla, cosi mi limitai a dire:

“Tranquillo” e lui sospirò abbracciandomi.
Dopo ci staccammo, ci vestimmo e andammo dagli altri, tutti furono felici di vederci. Era tornata la pace. Poi li informammo che saremmo andati da Ariel e il resto dei ragazzi ci disse che sarebbero venuti con noi a conoscere la loro nipotina. Ariel si sarebbe trovata intorno tanti zii. Cosi in poco tempo fummo tutti sulla grande auto di Paul, e ci dirigemmo verso casa. In macchina Harry era davvero preoccupato, non parlava ma stringeva la mia mano. Poi arrivammo, scendemmo tutti insieme e una volta danti alla porta io la aprì senza mai lasciare la mano di Harry, era davvero teso, ma non serviva.

“Ed?” chiamai io e lui spuntò dalla cucina con un pacco di biscotti in mano, quando ci vide, guardò le mani mie e di Harry che erano intrecciate e disse:

“Oh lo sapevo” ci abbraccio, noi sorridemmo e intanto tutti si sedettero.

“Dov’è Ariel?” chiesi a Ed e Harry strinse la mia mano.

“Sta dormendo, l’ho messa nella sua culla, adesso dovresti svegliarla per farla mangiare.” Mi rispose Ed.

“Vai tu?” dissi io improvvisamente a Harry lui annuì e io gli indicai la stanza, intanto che lui si avviava io lo seguivo, gli altri rimasero in salotto ad aspettarci.
 


(mettete questa come sottofondo) à http://www.youtube.com/watch?v=RBumgq5yVrA
 
Eravamo davanti alla porta e Harry aprì entrando. Io rimasi sull’uscio della porta per lasciargli vivere il suo momento.
 


POV’S HARRY.
Ero dentro la cameretta di mia figlia, vidi una culla e mi avvicinai, Hope rimase sulla porta a guardare. Arrivato vicino alla culla, mi calai e riuscì a vederla, sentì dentro un’emozione forte, era la mia Ariel. Poi guardai intorno a lei e notai tanti pupazzetti, uno particolarmente strano, lo osservai meglio e notai l’etichetta sul pupazzo, cosi capì che non era altro che la mia maglia, quella che avevo dato a Hope, lo presi e mi voltai verso Hope, mostrandole il pupazzo e lei annuì solamente per confermare le mie impressione. Quello mi rese felice, e cosi sentì già gli occhi pizzicare. Posai il pupazzo al suo posto e tornai a calarmi sulla culla, non  sapevo cosa fare, ma portai lentamente una mano sul viso di mia figlia e la accarezzai:

“Ariel, amore di papà, devi mangiare” disse e le mie parole mi sembrarono cosi nuove da dire, ma cosi belle. Nonostante tutto la mia bimba non voleva saperne di svegliarsi. Cosi decisi di aumentare un po’ il tono della mia voce:

“Amore mio, svegliati su…” cominciava a muoversi e io la accarezzavo, si portò le manine sugli occhietti e cominciò a strofinarli, guardavo intenerito la mia piccola e poi ad un tratto tolse le manine e mi guardò con i suoi occhioni, mi bloccai.

“Sei un angelo” sussurrai incantato dalla sua bellezza. La sua espressione era seria, decisi di prenderla in braccio, continuava a guardarmi e non sapevo cosa dire. Era tutto in sospeso. Poi ad un tratto mia figlia cominciò a toccare il mio viso con le sue manine, i miei capelli, e quando finì il suo giro di perlustrazione si fermò e io la guardai, avevo quasi paura di non piacerle, non mi conosceva affatto, pensavo, e poi:

“Papà” disse con la sua vocina, io rimasi scioccato, improvvisamente sentì le sue braccine stringersi inrno al mio collo e il suo visino sulla mia spalla.

“Si sono il tuo papà” dissi con le lacrime agli occhi. Mi voltai verso Hope, che si stava avvicinando a noi con gli occhi lucidi. Quando fu vicina:

“Ha sempre saputo chi fosse il suo papà” mi disse e io con ancora la mia piccola in braccio strinsi a me anche Hope. Avevo di nuovo il mio piccolo mondo tra le braccia, tutto ciò che importava davvero era li con me, la mia Hope e la mia Ariel.

“Vi amo” dissi sussurrando mentre loro due continuavano a stringermi.
 



POV’S HOPE.
Ariel aveva riconosciuto il suo papà, e non l’avrebbe più lasciato. Ero felice. La mia felicità erano loro, mia figlia e Harry, l’amore della mia vita. Dopo che Hope vide il suo papà conobbe tutti i suoi ‘zii’. Liam la prese subito in braccio facendola girare e lei si diverti, Louis la fece divertire con tante smorfie, Zayn era il suo cavallino personale che la portava in giro per casa e Niall la fece mangiare inventando giochi assurdi. Adesso sapevo di essere felice ne ero terribilmente consapevole, e sapevo che questo sarebbe durato…..PER SEMPRE.
 

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