chapter 34

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«Ahi!» pronuncio dolorante a Colton, che mi strattona gettandomi nuovamente nella cella.
«non ti lamentare troppo, non hai ancora visto niente» mi dice minacciosamente e con voce roca, per poi chiudermi a chiave e andarsene dalla stanza.

«ti ha trattata male?» mi chiede Charlie che si avvicina a me lentamente.
«non proprio. Ieri sera mi ha riportata qui piuttosto tardi, non ho dormito un granché» affermo sedendomi sul 'materasso' per terra.
«almeno hai mangiato decentemente?» mi chiede ancora il moro.

«ho mangiato ciò che avevano pure gli altri. Mi ha tenuta stretta vicino a lui a tavola, aveva paura che scappassi» affermo ricordando le mani di quel viscido strette attorno alla mia vita durante l'ora di pranzo.
E pensare che tempo fa avrei voluto quelle mani strette a me anche per tutto il giorno.

A pensarci mi vengono i brividi. Come ho fatto a non accorgermene? Era cosi dolce...

«tutto bene Effy?» Charlie mi guarda preoccupato e io, al sentire la sua voce, mi distolgo dai miei pensieri.
«Emh, si. Tutto bene» dico scuotendo la testa lasciando andare via i dubbi e le incertezze.

«ricordo perfettamente come ci si sente a stare chiusi là dentro» sento la sua voce dopo qualche minuto. Alzo la testa incontrando il suo sguardo e lo lascio continuare il suo racconto.

«tanto tempo fa, io facevo parte del Lato Destro....sono passati molti anni ormai. Ero una delle spie sotto copertura, andavo in giro per la città sotto falsa identità per scovare tutti i malviventi che vi abitavano. Ricordo di averne arrestati un bel pò. C'era chi spacciava droga, chi abusava sessualmente delle donne....e chi rapiva i bambini per ricavarne denaro in riscatto.» sento la sua voce tremare a queste parole. La mia bocca si spalanca non riuscendo a credere a ciò che ho appena ascoltato.

«questa è una cosa davvero orribile» dico disgustata e allo stesso tempo incredula.

«è stato questo il motivo per cui ora mi trovo qui...» il mio respiro si ferma per qualche secondo sentendo le sue parole. Riprendo fiato aspettando che lui continui, sapendo già che la sua storia non sarà affatto una fiaba con un lieto fine.

«Nathan Hemmings, questo è il nome che mi tormenta di giorno in giorno e che è la causa di tutto il male nella mia vita. Lui faceva parte dell'Altro Lato e, come tutti i suoi collaboratori compreso Rick, voleva il potere nelle mani della loro organizzazione e per ottenerlo avrebbe fatto di tutto.
Lo scopo principale dell'Altro Lato era quello di 'comandare', in un certo senso, Phoenix. Volevano prevalere su tutti gli altri, ricorrendo a misure troppo elevate e drastiche...
Hemmings fu colui che diede l'ordine. Chiese a Rick l'approvazione per una missione da lui organizzata, ed egli la accettò senza alcun dubbio. Nathan fece partire la spedizione riuscendo alla fine ad ottenere un buon risultato. Il suo intento era quello di raggruppare una parte degli abitanti, quella composta dai malavitosi come quelli che ti ho definito prima. Voleva corromperli per avere il loro appoggio e la loro lealtà. Praticamente stavano giocando sporco facendo ricorso ai malviventi» mi spiega Puth. Io pendo dalle sue labbra ad ogni singola parola che pronuncia. Lo vedo sedersi a terra a gambe incrociate, e qui capisco che è il momento della parte peggiore.

«avevo 20 anni, esattamente 5 anni fa, quando i malavitosi scelti da Hemmings si precipitarono nella città cominciando a creare scompiglio e disastri orribili. L'Altro Lato gli aveva ordinato di compiere ciò che sapevano fare meglio, in modo da spaventare le persone e renderle consapevoli del fatto che quell'organizzazione era talmente potente da potergli rovinare l'esistenza con un solo schiocco delle dita. E fu proprio ciò che fecero.
Rovinarono la mia vita rendendola un inferno senza via d'uscita» guardo con attenzione le sue lacrime che cadono giù rigandogli il viso.

«riuscirono ad entrare in casa mia e....r-rapirono la mia p-piccola sorellina.» cerca di dire tra i singhiozzi. Io sbarro gli occhi e, contagiata dal suo pianto, libero le lacrime che cominciando a scivolare sulle mie gote.

Undercover ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora