chapter 38

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«È bello essere di nuovo a casa» dico a Dylan mentre mi conduce, in macchina, alla mia villetta. Ho paura della reazione di Daniel, dovrò raccontargli tutto.

«Stai tranquilla, lui capirà» dice il moro come se fosse riuscito a leggere nei miei pensieri. Faccio un respiro profondo e mi preparo mentalmente per l'incontro con mio fratello.

Arriviamo a destinazione qualche minuto dopo, e l'agitazione si fa sempre più forte. Dylan mi stringe la mano come segno di conforto.

«Potresti...venire dentro con me? Per favore» gli chiedo io.
«non voglio affrontarlo da sola, ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto» gli spiego e lui, capendo le mie paure, annuisce e scende dalla jeep insieme a me. Ci avviamo verso la porta principale a passo lento. Suoniamo il campanello, dato che non ho più le mie chiavi. Attendiamo un pò prima che qualcuno ci apra. Quel qualcuno però non è mio fratello.

«Oh mio Dio. Effy....Effy!» guardo attentamente la bocca e gli occhi spalancati di Holland. Subito si precipita ad abbracciarmi con le lacrime che le rigano il volto.
«Dove eri finita? Ti abbiamo cercato per giorni! Non posso credere che tu sia qui, davanti a me» mi dice, mentre io la stringo forte al mio busto.
«Lo so, ti spiegherò tutto...dov'è Daniel?» le chiedo staccandomi dall'abbraccio. Lei si ferma a guardarmi con un espressione incerta. Poi mi fa cenno con la testa verso le scale.

Io e Dylan entriamo in casa e Holly ci porta di sopra. Attraversiamo il corridoio fino ad arrivare alla porta della camera di mio fratello.
«Non mangia da giorni e ha un aspetto orribile. Temeva che tu...fossi morta» mi dice prima di aprire la porta. Sento un vuoto alla bocca dello stomaco e la testa girare.

Holly apre la porta lentamente. La stanza è buia, si nota solo una figura seduta sul letto, con le mani che tengono la testa strizzando i capelli.
Holland mi fa segno di avvicinarmi e io vado verso di lui. La rossa apre le tende della finestra per far filtrare la luce del sole, in modo da illuminare la stanza. In questo momento Daniel nota la sua presenza. Chiude un pò gli occhi, probabilmente non abituati ormai alla luce.

Mi avvicino con cautela, porta la mia mano sulla sua spalla con movimenti molto lenti.
«Daniel» sussurro. Lui a quel nome alza la testa rimanendo fermo a fissare il vuoto. Poi la ruota piano piano verso di me e, non appena i suoi occhi incontrano i miei, non posso fare a meno di nascondere un grande sorriso sul mio volto , così come gli occhi lucidi.

«Sei tu. Sei davvero tu?» mi chiede con una espressione di tristezza e dolore. Io annuisco sedendomi accanto a lui sul letto.
«Effy..» dice, poi scoppia in lacrime e mi abbraccia stringendomi forte a sè.
«Oh Effy, pensavo che non ti avrei più rivista. Pensavo di aver perso pure te...di essere rimasto solo ormai» tutti e due singhioziamo.

«Sono qui, sono ancora qui. Sta per finire tutto, non dovrai più preoccuparti» gli dico, stringendolo forte ad occhi chiusi.
Mi stacco dall'abbraccio, prendo la mano di mio fratello, tirandolo su dal letto. Ci alziamo entrambi mentre ci guardiamo profondamente negli occhi. Mi è mancato così tanto!

Porto Daniel giù in salone e lo faccio sedere sul divano.
«Devo raccontarti cosa è successo» gli dico iniziando il mio discorso.

«So tutto» dice interrompendomi. Spalanco gli occhi incredula. Come fa a sapere tutto? E se lo sapeva da prima, perché non mi ha mai detto niente?
«Come fai a sapere tutto?» do voce ai miei pensieri. Il suo sguardo è serio e preoccupato.

«Devi andartene. Non sei al sicuro qui» mi dice prendendo le mie mani tra le sue.
«Nasconditi, non devi farti trovare da nessuno» continua a dirmi con paura nella voce.
«Daniel...cosa stai dicendo?» chiedo spiegazioni, confusa.

Sentiamo dei rumori provenienti dal giardino. Tutti ci giriamo per guardare dalla finestra, ma non riusciamo a vedere nulla.

«Sono già qui! Vattene! Scappa!» grida sussurrando.
«Perchè?! Cosa succede?!» chiedo, ma qualcuno mi ha afferrato il braccio trascinandomi lontano da mio fratello.

«Fermo! Devo sapere di cosa è a conoscenza Daniel!» dico arrabbiata, ma Dylan non lascia la presa.
«Effy, dobbiamo andare...subito!» e detto ciò sentiamo il rumore del vetro che si frantuma. Io e il moro iniziamo a correre verso l'uscita.
Riusciamo a raggiungere quest'ultima e a scappare da quella casa. L'ultima cosa che sento è un grido di dolore e una sensazione orribile che si stanzia nel mio petto.

 L'ultima cosa che sento è un grido di dolore e una sensazione orribile che si stanzia nel mio petto

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«Effy....benvenuta al Lato Destro» mi dice Dylan mentre entriamo nel grande edificio. È stupendo. Ci sono molte persone vestite elegantemente che girano per la struttura con dei documenti in mano.
Dylan mi guida verso una porta, che successivamente apre mostrando un ufficio fantastico. Quest'ultimo ha una parete completamente vetrata, da cui è possibile vedere tutta Phoenix.

«È meraviglioso» affermo boccheggiando, avvicinandomi alla vetrata.
«Era l'ufficio di mio padre» sento la tristezza nel suo tono di voce.
«Ti manca molto?» gli chiedo guardandolo negli occhi.
«Moltissimo» conferma lui guardando la città.

«Ma adesso non c'è tempo per piangersi addosso. Bisogna elaborare un piano per neutralizzare definitivamente Rick e la sua organizzazione di merda» dice tornando serio.

«Dylan...» lo chiamo dubbiosa.
«Si?» chiede lui.
«Quando ero lì, all'Altro Lato, ho sentito degli uomini di Rick che parlavano di una cosa che avevano rubato a voi molto tempo fa, e che state cercando di recuperare. Di cosa parlavano?» chiedo curiosa.

«Questo è uno dei motivi principali per cui dobbiamo mettere fine all'Altro Lato. Molto tempo fa, mio padre fece costruire un macchinario molto potente pensando di poterlo usare contro le spie nemiche. Rick venne a sapere di questo suo progetto e così, insieme ai suoi uomini, fece irruzione qui per rubare questo macchinario» spiega il moro.

«Che tipo di macchinario è?» chiedo ancora curiosa.
«Lo chiamano l'AcchiappaSogni. Inizialmente era stato progettato per controllare la mente delle persone, ma qualcosa andò storto durante la sua costruzione. Invece di controllare la mente delle persone, controllava i sogni. Rick voleva usarlo per aumentare il timore negli abitanti di Phoenix, in modo da avere il controllo su tutta la città» continua a spiegarmi lui.

«Si, so tutto del piano di Rick. Me lo ha raccontato Charlie, un mio...amico» al ricordo di quel ragazzo nella mia mente si creano mille domande. Che fine avrà fatto? È morto? Non me lo perdonerei mai se lo fosse.

«Dylan, dobbiamo salvarlo. Lui ha rischiato la sua vita per me in quel posto. Lo hanno scoperto e sicuramente lo uccideranno se non faremo qualcosa per impedirlo» lui mi guarda per qualche secondo, poi parla.
«...a meno che non sia già morto» non riesco a pensarci, non voglio crederci. Per me lui è ancora vivo e aspetta solo che io lo salvi.

«No! È vivo, e noi lo troveremo»

~to be continued~
Giulia~

Undercover ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora