"Quando ti ho incontrato, la tua vita è automaticamente entrata a far parte della mia, riempendo quel vuoto che da tempo era nel mio cuore. Ho avuto l'opportunità di conoscerti, e capirti fino in fondo. Abbiamo condiviso molti momenti speciali insie...
«sei impazzita Effy? Non possiamo lasciarlo andare così come se niente fosse. Non possiamo rischiare!» mi dice Dylan con tono alterato. «Non abbiamo altra scelta! Se lui ci rivela il piano di Rick allora noi potremmo anticiparlo e fermarlo una volta per tutte!» gli spiego io, ma lui incrocia le braccia al petto scuotendo la testa, non essendo d'accordo.
«se lo lasciamo andare lui chiamerà immediatamente suo padre e sono sicuro al 100% che Rick scoprirà subito il fatto che noi siamo a conoscenza del suo piano, e a quel punto non potremo fare più nulla per distruggerlo» ci rifletto un minuto, cercando di capire quale sia la scelta più giusta da prendere. Non mi fido più di Colton ormai e non penso voglia darci una mano contro suo padre...
«Forse hai ragione» gli dico io abbassando lo sguardo. «Forse?» ripete con ovvietà. «Ok ok! Hai ragione!» dico arrendendomi. «Perfetto, quindi che facciamo adesso?» chiede Dylan rivolgendosi a tutto il gruppo. Gli sguardi di tutti ruotano all'interno della stanza non sapendo a cosa pensare.
«Penso sia meglio che Colton rimanga qui, almeno fin quando non sarà tutto finito» tutti annuiscono, d'accordo con le mie parole. «Ok, ma come facciamo a fermare i tuoi incubi?» mi chiede Dylan. «Beh, potrei costruire un casco in grado di bloccare le onde elettromagnetiche emesse dall'AcchiappaSogni» propone Harry.
«Saresti in grado di farlo?» chiede Dylan. «Con il materiale giusto si» risponde Styles. «Perfetto. Tom tu aiuta Harry a realizzare questo casco. Effy, tu vieni con me» dice il moro. Non so dove voglia portarmi o per quale motivo, ma mi fido ciecamente di lui e lo seguirei ovunque.
Mi prende per mano e mi conduce verso una porta dall'altro lato dell'enorme stanza. Anche qui, come nell'ascensore, vi è un portello d'accesso. Dylan, come poco fa, posiziona le punte delle dita della mano destra sul pannello. Esso emette la luce verde che consente l'accesso. La porta si sblocca con uno scatto e Dylan la apre del tutto per poi far passare prima me.
Spalanco gli occhi non appena vedo ciò che questa stanza contiene. Ci sono armi ovunque, appese alle pareti o su degli scaffali. Riesco a distinguere dei fucili, posizionati dal più grosso al più piccolo. Poi ci sono anche moltissimi tipi di pistole e coltelli. Non conosco il nome di nessuna di queste armi, anzi posso affermare di non averle mai viste in vita mia. Poi qualcosa attira la mia attenzione. Vado verso una parete della stanza e mi soffermo a guardare con ammirazione l'oggetto appeso perfettamente alla mia altezza. È un arco bellissimo, con accanto appesa la sacca contenente le frecce. Lo accarezzo con le mani restandone affascinata.
«Perché mi hai portata in questa...armeria segreta?» chiedo al moro. «Perché se vuoi davvero combattere al nostro fianco avrai bisogno di un arma con cui difenderti. Ascolta, io non voglio che tu debba rischiare la tua vita per tutto questo, ma se è quello che tu vuoi...allora io non posso fermarti. Almeno, però, dammi ascolto e prendi un'arma. Puoi scegliere qualsiasi cosa» mi dice.
In fondo ha ragione, non posso pensare di sconfiggere Haynes a mani vuote. Sarebbe un suicidio. Continuo a vagare per la stanza scrutando ogni singolo oggetto, dal più piccolo e insignificante al più grande e spaventoso. Guardo nuovamente l'arco e ci penso qualche istante. Sembra un ottima arma di difesa, ma...non sono tipa da arco, e poi sembra abbastanza ingombrante.
Lo sorpasso e vado verso le pistole. Queste si che fanno al caso mio. Una in particolare attira la mia attenzione. È di grandezza media, non sembra tanto letale, ma sarebbe perfetta per difendermi. «Questa» dico a Dylan prendendo la pistola tra le mani. «Una Calibro 38. Direi che è perfetta per te» mi sorride ed io ricambio.
«Adesso resta soltanto una cosa da fare» continua lui. «Devi imparare ad usarla» oh, merda..
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