chapter 14

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Sono passati un bel pò di giorni dal mio ultimo incontro con Stiles. Da quella notte non ho piú parlato nè con lui nè con Harry. Non voglio toccare un'altra volta quell'argomento, voglio solo godermi la mia serata con Colton. Oggi è venerdí, il "grande giorno". Sta sera Colton mi verrà a prendere alle 8 e io non so neanche che mettermi.

Non mi preoccupa piú di tanto il mio aspetto fisico, piuttosto voglio conoscerlo e passare del tempo con lui. Spero che la serata vada bene. Ora è mattina, quindi non mi preoccupo ancora molto. L'ansia, peró, si fa sentire, sono agitata. Nessun ragazzo mi ha mai invitata ad uscire. Non so se questo può essere definito un vero appuntamento, ma non importa.

Basta pensarci! È meglio andare a fare colazione. Scendo dal letto sul quale ho precedentemente dormito, metto le mie ciabatte e scendo le scale. Vado in cucina e saluto Daniel che è ai fornelli.
«che cucini fratellino?» chiedo a lui curiosa e affamata.
«pancake» risponde felice. Io sbarro gli occhi contenta. «siiii, sto morendo di fame. Se non fosse per te io sarei già morta affamata» gli dico certa. Lui ridacchia pronunciando poi un lieve 'già' pensando ai vecchi ricordi. Io sorrido tristemente ricordando gli eventi passati.

La colazione passa in fretta e io mi ritrovo già al The Moon. Ho chiesto a Tom la serata libera, quindi lavoro mattina e pomeriggio.
«Ciao Tom» lo saluto allegramente. «ciao tesoro» mi dice lui affettuosamente. Io indosso il mio grembiulino nero e raccolgo i capelli in una coda disordinata. Vado al bancone iniziando la mia stressante giornata di lavoro. Servo molti clienti oggi e ne sono contenta, almeno guadagniamo qualcosina in piú. Alcuni uomini mi danno la mancia, che metto in un barattolino conservando i pochi spicci.

Ad un certo punto dalla porta principale entrano i ragazzi. Li scruto uno ad uno, ma come al solito nessuna traccia dell'arrogante Stiles. Pronuncio un lieve sbuffo e poi mi reco da loro per prendere le loro ordinazioni. Arrivo al loro tavolo e inizio a parlare.
«ciao ragazzi. Cosa posso portarvi?» gli chiedo gentilmente.
«il solito» risponde Niall. Annuisco con la testa e vado al bancone a prendere le birre. Gliele porto e ritorno al mio posto di lavoro.

Mille pensieri mi travolgono. Penso a come andrà la serata con Colton. L'ansia si fa sentire in tutto il corpo. Ho un pò di paura nello scoprire come lui è fatto dentro. Da quel che ho visto e conosciuto, sembra una bravissima persona. Ogni volta che lo guardo nei suoi bellissimi occhi, mi sciolgo pensando che non esiste al mondo ragazzo piú bello e dolce.

A distrarre i miei pensieri è il suono del campanellino posto sopra la porta. Punto lo sguardo in quella direzione, e finalmente lo vedo dopo giorni. Entra nel locale con il suo solito modo di fare. Toglie gli occhiali da sole posti sui suoi occhi con la mano destra. Cammina lentamente verso il tavolo dei ragazzi, per poi salutarli amichevolmente.

Non mi rivolge neanche uno sguardo, al contrario di me. D'un tratto i ragazzi si alzano dal tavolo e si dirigono al loro angolino dove suonano. Prendono i loro strumenti e dopo iniziano a suonare dei pezzi. Io li ascolto bene e non posso fare a meno di elogiarli mentalmente. Sono bravissimi, sono un gruppo fantastico e la band non sarebbe la stessa senza uno di loro. Sono come le note di una canzone, se ne manca una allora il brano stona.

Una volta aver finito il pezzo i clienti nel locale applaudiscono e faccio anche io lo stesso. Quando hanno finito, tutti e cinque vengono verso il bancone.
«siete stati bravissimi, complimenti» dico io loro. Essi sorridono e mi ringraziano.
«verrai a vederci stasera qui al bar?» mi chiede Liam. «vorrei tanto, ma ho già un impegno» spiego dispiaciuta. Lui mi guarda confuso e triste allo stesso tempo.

«ah giusto, la santarellina oggi ha un appuntamento» dice una voce alle mie spalle. Non mi ero accorta che Stiles era venuto dietro il bancone. Lo vedo appoggiato allo stipite della porta con gambe e braccia incrociate.

«si, ho un appuntamento. Non che ti dovrebbe interessare» dico lui come al solito infastidita.
«io dico sul serio, come fa quel ragazzo a sopportarti. Sei cosí fastidiosa» dice lui squadrandomi dalla testa ai piedi. «senti chi parla. Almeno io ho un appuntamento con un ragazzo carino e dolce, tu sei solo, senza una ragazza» al mio commento i ragazzi pronunciano in coro un lungo boato. Io lo guardo vittoriosa. Lui fa un sorrisetto per poi avvicinarsi a me pericolosamente. Siamo ad un centimetro di distanza ed il silenzio incombe nel locale, tranne per alcuni clienti che parlano tra di loro.

«chi ti ha detto che non ho una ragazza?» mi sussurra guardandomi dritta negli occhi. A quel punto i ragazzi producono un boato piú forte di quello precedente. Io lo guardo scioccata e sconvolta. Sono perplessa dalle sue parole. Ci resto un pò male dalla sua risposta. Non credevo che lui fosse fidanzato, ma era ovvio che un ragazzo bello come lui avesse una ragazza. Sono stata stupida a pensare il contrario.

La giornata passa normalmente dopo la discussione con Stiles. Io e lui ci evitiamo sfuggendo l'uno allo sguardo dell'altro. Controllo l'orario e, dato che mancano due ore all'appuntamento, decido di tornare a casa a prepararmi. Una volta arrivata a destinazione mi dirigo subito in camera mia per scegliere i vestiti da mettere.
Non ho molti abiti eleganti, solo qualche vestitino. Non mi piace essere elegante e indossare i tacchi, ma per sta sera farò un eccezione. Cerco nell'armadio un vestitino decente.

Ne trovo uno a fiori corto fino a metà coscia morbido, stretto alla vita e a fascia. Poi ne scovo un altro blu attillato, che cinge i fianchi evidenziando le curve. Esso è scollato sulla schiena ed arriva anche questo a metà coscia. Opto per quest'ultimo dato che il blu è il mio colore preferito. Vado a farmi una doccia lavando anche i capelli. Faccio scorrere l'acqua calda lungo il mio corpo per ben venti minuti, per poi uscire dal box doccia. Avvolgo un'asciugamano attorno il mio corpo ed un altro nei miei capelli, poi vado in camera.
Mi asciugo e indosso il mio vestito. Non so proprio che scarpe indossare dato che non uso i tacchi. Cosí mi viene l'idea geniale di chiamare Holly, dato che abita qui accanto. Lei arriva pochi minuti dopo la mia chiamata di "emergenza".

«menomale che sei arrivata» le dico ringraziandola. «tranquilla, per fortuna ci sono io» dice scherzando. A questo punto tira fuori da una busta un paio di scarpe con il tacco nere. Io le guardo sbarrando gli occhi. Non credo proprio che riuscirò a camminare con quei trampoli!
«io dovrei indossare quelli?» chiedo indicandoli sconvolta. «si Effy, e non fare storie» mi dice ammonendomi. Io ruoto gli occhi al cielo e poi mi arrendo. Holland mi fa indossare queste scarpe e poi decide di truccarmi.

«te lo puoi scordare, io non mi metto quello schifo sulla faccia» le dico indignata. Lei ride alla mia affermazione. «dai Effy, un pò di trucco non guasta mai a nessuno» mi dice lei, ma io mi allontano sempre di piú dalla sua figura. «dai, non fare la bambina. Prometto che non si vedrà neanche» cerca di convincermi lei. Io nego con la testa, cosí lei stufa della mia testardaggine, si spinge su di me cercando di truccarmi. Alla fine è riuscita nel suo intento, ma devo dire che non si vede molto e aveva ragione. Io la ringrazio gentilmente e la saluto. «di niente Effy, se hai bisogno di me sappi che io ci sono» mi dice, e dopo un bacio sulla guancia torna a casa sua. Io controllo l'orario: 8 di sera. Colton dovrebbe essere qui a momenti.

Neanche il tempo di pensarci che il campanello di casa suona, facendomi intendere che lui è arrivato. Daniel mi ha detto di divertirmi e di avvisarlo se qualcosa va storto. È uscito prima che io tornassi a casa da lavoro, quindi non ho potuto salutarlo e farmi dare consigli da lui.

Non ci penso piú di tanto, anche perchè non penso ci sia bisogno di mio fratello per questo appuntamento. Posso benissimo cavarmela da sola!
Vado ad aprire la porta e subito un Colton smagliante mi si presenta davanti gli occhi. Io lo ammiro in tutta la sua bellezza. Questa sera è piú bello che mai.
«vogliamo andare signorina?» mi chiede galantemente offrendomi la sua mano. «certo mio signore» rispondo scherzando facendo ridacchiare anche lui.

Ci dirigiamo alla sua splendida macchina e lui mi apre da gentiluomo, la portiera del lato del passeggero. Io lo ringrazio e poi partiamo.
«dove mi porti?» gli chiedo io curiosa. «è una sorpresa, ma so che ti piacerà» mi dice e io annuisco non volendo aggiungere altro.
Si prospetta una lunga e fantastica serata...

~to be continued~
Giulia~

Undercover ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora