chapter 40

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Sono le 8 pm, siamo tutti seduti nella sala grande per consumare la cena. Tutti i ragazzi, gli uomini e le donne intorno a me, ridono e parlano tra di loro felici. Noto il sorriso nei loro volti, un sorriso sincero. Sono come una grande famiglia, si vogliono bene l'un l'altro e io mi sento come un'estranea seduta in questo tavolo.

La paura e l'ansia si diradano all'interno del mio corpo, lentamente. Tra un'ora dovrò andare ad incontrare Colton e non ho la minima idea di quello che potrebbe succedere. Ho paura che non mantenga la parola e che uccida Charlie. Mi manca quel ragazzo, mi è stato molto vicino quando ero rinchiusa in quel luogo orribile, ed io l'ho ripagato facendogli rischiare la propria vita.

«Effy, stai bene? È tutto il giorno che hai quella faccia» mi dice Harry ed io gli sorrido di rimando facendo finta che sia tutto apposto.
«Si, sono solo un pò stanca e sono in pensiero per mio fratello» rispondo io. Da una parte questo è anche vero. Non so dove sia finito Daniel, nè tanto meno dove sia finita Holland. Ho paura di perdere anche loro due. Ho già perso i miei genitori, non posso perdere anche mio fratello, ne morirei.

Finiamo di mangiare in fretta e successivamente ognuno si dirige nella propria camera.
«Ragazzi io devo andare al The Moon, non posso lasciare nuovamente sola Paige» o mio Dio, mi ero dimenticata di Paige!

«Tom, lei come sta?» gli chiedo leggermente preoccupata.
«Sta benissimo. L'altro giorno mi ha chiesto che fine avessi fatto tu e le ho semplicemente detto che ti sentivi poco bene e avevi la febbre. Non voglio mettere in mezzo anche lei» mi spiega e tiro un sospiro di sollievo.

«Si, questa è la cosa migliore» e dopo ciò, Tom saluta tutti per poi andare via dall'edificio.
«Sarà meglio che andiamo un pò a riposare, domani sarà una lunga e dura giornata» mi dice Dylan.
«Già...» affermo io quasi sussurrando.
«Vieni con me?» mi chiede.
«Ehm, devo prima fare una cosa, poi vengo da te. Ok?» e il ragazzo annuisce per poi stamparmi un dolce bacio sulle labbra.

Aspetto che entri nella sua stanza, assicurandomi che non mi segue. Dopodiché mi avvio verso l'uscita, pronta ad affrontare l'inferno.

Non appena varco l'uscita, una folata di vento mi travolge e istintivamente cerco di coprirmi il più possibile. Il cielo è completamente nero, cosparso di migliaia di stelle lucenti.
I miei passi sono veloci e incerti, quasi come se volessi tornare indietro e non pensare più a nulla. Purtroppo, però, non posso.

Seguo la strada indicatami dal mio telefono, mentre sento un forte dolore alla bocca dello stomaco. Sono quasi arrivata, il ché fa accelerare il mio battito cardiaco. Non si sente alcune rumore, solo quello dei passi contro il marciapiede. Volto lo sguardo verso il cielo pregando che non accada nulla di male.

Non appena il cellulare mi conferma di essere arrivata alla fine del percorso, i miei passi cessano. Mi guardo intorno, ma non vedo alcune edificio, solo un vicolo cieco. E se questa fosse solo una trappola? Mille domande si fanno spazio nella mia mente.

«Finalmente! Temevo non arrivassi più» al suono di quella voce così familiare, mi volto. Sbarro gli occhi alla vista di Charlie. È vivo! È vivo!
«Charlie!» urlo correndogli contro, ma Colton mi ferma immediatamente.
«No no signorina. Avevamo un accordo» mi dice quest'ultimo.

«Lascialo andare ed io verrò con te» gli dico notando che lo tiene stretto a se. Ha delle manette ai polsi e...dei tagli sul volto. Cerco di trattenere le lacrime e di farmi forza.

«Metti le mani sopra la testa e avvicinati lentamente, dopodiché lo lascerò andare» decido di obbedire alle sue parole, posizionando le mie mani sopra la testa. Mi avvicino a lui con passo lento. Noto lo sguardo stanco e rassegnato di Charlie. È tutta colpa mia se lo hanno ridotto in questo stato.

Undercover ||Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora