21: falsi allarmi!

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Sapevo che prima o poi sarebbe successo, che prima o poi sarebbero arrivate le fatidiche contrazioni, ma non mi aspettavo che arrivassero così presto, ero solo all'inizio del sesto mese, qualcosa non andava,iniziai ad agitarmi nel letto, sudavo freddo, ero indecisa se svegliare Matt, magari era solo un falso allarme, ma erano così dolorose che un urlo uscì dalla mia bocca, Matt si svegliò di colpo, mi guardò ed entró nel panico, lo eravamo entrambi, tra una contrazione e l'altra urlai a Matt di portarmi in ospedale, senza neanche pensarci si alzò e mi aiuto a mettere le scarpe e una giacchetta, poi mi portò fino all'entrata di casa, urlo ad hawuard di raggiungerci.
Eravamo in macchina diretti verso l'ospedale più vicino, nel frattempo matt chiamo Jennifer e gli spiego la situazione e lei disse che ci avrebbe raggiunto in ospedale.
Una volta arrivati al presbyterian  hospital Matt disse all'accettazione le mie condizioni e un infermiera corse da me con una carrozzina, mi fece accomodare e mi Portò in sala visite, li mi attacco il monitoraggio, mi misuró la pressione e mi fece bere un bicchiere d'acqua per calmarmi, mi lasciò li con Matt per andare a chiamare il medico di turno, tornò qualche minuto dopo con una cartella in mano e il medico a seguito, analizzarono il monitor e il medico decise di farmi stendere sul lettino per controllare se c'era stata dilatazione, ero già dilatata di 5 centimetri, ma non essendosi rotte le acque non c'era rischio di nascita prematura, mi disse che le contrazioni che avevo erano di assestamento della posizione delle bambine e che si chiamavo più comunemente contrazioni di Braxton hicks, non dovevo preoccuparmi, ma preferiva tenermi ancora un oretta in osservazione per vedere la dilatazione, così ci lasciò soli in sala visite, ero molto stanca, anche Matt lo era, tanto che ci addormentammo sul lettino.
Un ora più tardi mi svegliai perché sentivo un leggero brusio nella stanza, aprì gli occhi e vidi Matt parlare con Jennifer, appena videro che avevo aperto gli occhi si avvicinarono sorridenti:<<come stai!?>> Mi chiesero in coro.
<<Direi bene, un po' dolorante, però nel complesso sto molto meglio>>
<<Oh bene piccola, adesso che ti sei svegliata possiamo tornare a casa, ah dimenticavo che hanno chiamato Jason e Melanie, dopo il mio messaggio allarmato, li ho rassicurati che stai bene, ma domani vogliono comunque passare a trovarti per stare più tranquilli>>
<<Va bene però ora andiamocene, questo odore di ospedale mi fa schifo e mi riempie le narici!>>
Matt scoppiò a ridere e mi aiuto ad alzarmi, per regolamento dell'ospedale sarei dovuta andare fino all'uscita in carrozzina, anche se stavo bene, acconsentì solo per l'immensa voglia di andarmene.
Hawuard era lì che ci aspettava come sempre del resto, ormai era una figura importante nelle nostre vite, si era fatto spazio nel mio cuore con gentilezza, era una persona fidata, un caro amico, un confidente, quel suo modo sempre gentile e premuroso faceva si che lo vedessi come un tenero nonno che ha cura per la nipote, come del resto anche Ilda, anche lei faceva parte della nostra famiglia, quei due erano determinanti per noi, erano la nostra spalla a cui appoggiarsi, sentivo di essere amata dalle persone di cui mi ero circondata.
Arrivammo a casa e sulla soglia ad aspettarci c'era Greta, la cucina di Matt, la figlia di Amanda, non riuscivo a capire cosa ci facesse davanti a casa nostra, non la vedevamo da quel orribile brunch.
Matt si mise davanti a me come per proteggermi e andò avanti sicuro di se.
<<Ciao, cosa ci fai qui Greta?>>
<<Nulla di particolare, sono venuta a vedere come stava Lory, so che non ci siamo più fatti ne vedere né sentire, ma dopo quello che la mamma vi ha fatto eravamo dispiaciuti e rammaricati, nessuno di noi l'ha mai amata, tantomeno papà che fingeva per noi, sapevamo di voi, nessuno gradiva parlarne, però tuo padre ha chiamato quando gli hai detto che andavate in ospedale, non avendo il tuo numero e non sapendo in quale ospedale foste sono venuta fino a qui, volevo e dovevo scusarmi!>>
Matt mi guardò cercando nel mio sguardo una sorta di consenso così accennai un si con la testa e lui disse:<<vieni accomodiamoci in casa!>>.

Ci sistemammo in sala sul divano ed io chiesi gentilmente ad Ilda di preparare del the caldo ai frutti di bosco e qualcosa da mangiare, nel frattempo decisi di intavolare la convenzione visto che non parlava nessuno.
<<Allora Greta come stai? Immagino che non sia facile essere venuta fino a qui, penserai che ti odio per colpa di tua madre, ma ti posso assicurare che non è così, tu non hai colpe verso quella donna, mi dispiace per te perché dovrai affrontare le conseguenze delle sue azioni!>>
<<In realtà non ho mai avuto stima di mia madre, non è mai stata presente con me e mio fratello, purtroppo aveva occhi solo per Matt, sin da quando era piccolo, non so bene quando sia incominciata la loro relazione malata e nemmeno voglio saperlo, ma non intendo prendermi nessuna responsabilità per le azioni di mia madre, anzi vi ringrazio per averla fatta internare!! E ti chiedo umilmente scusa anche se so che queste scuse non basteranno a rimediare ai suoi errori!>>
<<Tranquilla, per me è acqua passata,magari ora che sei venuta qui potresti venire piu spesso, le gemelle hanno bisogno di una zia...possibilmente che non dia loro attenzioni strane, anche tuo padre e Samuel sono i benvenuti!>>
<<E un piacere sentirtelo dire!>>
Matt a quella conversazione non aveva minimamente partecipato era rimasto in disparte silenzioso, aveva solo proferito parola per dire grazie a Ilda quando gli aveva messo la tazza di tè fumante davanti alla faccia.
Rimase taciturno Fino a quando Greta non se ne andrò, poi mi disse che doveva lavorare e si chiuse nel suo studio per ore.

Qualche ora più tardi andai a chiamarlo per venire a dormire, bussaia nessuno rispose, aprì la porta e lui non c'era, dove diavolo era andato?
Lo chiamai più volte al telefono ma non rispose, ero preoccupata andavo avanti e indietro per il corridoio con il cellulare in mano, provando mille volte a chiamarlo senza risultato, poi il telefono squillo ed era un suo messaggio "sto bene ho bisogno di stare solo dormi tranquilla ti chiamo domani!" .
C'erano troppe cose che non sapevo di Matt e questo suo allontanamento mi faceva pensare che aveva bisogno di aiuto.
Entrai nel suo studio e frugai nei suoi documenti e trovai un diario, il suo diario, era una cosa privata non avrei dovuto pensare di leggere nemmeno una pagina, ma dovevo sapere.
Lo apri e sfogliai le pagine accorgendomi che era una calligrafia infantile, almeno le prime pagine erano così, più si andava avanti e piu la calligrafia si concretizzava, diventava più adulta e matura.
Ritornai alla prima pagina e lessi.

13-10-1999
Caro diario, oggi è venuta zia Amanda e mi ha fatto un bel regalo, una macchinina tutta rossa, poi mi ha detto che per quel regalo voleva un premio, un mio bacio, ma non sulla guancia, lei lo voleva sulle labbra, come fanno i grandi e io gliel'ho dato, ha detto che la prossima volta che viene mi porta un regalo più bello e più grande.

Rimasi scioccata, quella pazza aveva iniziato a circuire Matt quando aveva solo nove anni,che schifo, ma dovevo sapere di più così andai un po' più avanti tra le pagine di quell'osceno diario.

15-7-2005
Caro diario, oggi è stata una giornata bella a scuola, abbiamo fatto delle sculture di carta pesta, poi quando sono tornato da scuola è venuta la zia e siamo andati alla casa sul lago, come al solito mi ha portato un regalo, questa volta un orologio, davvero molto bello, poi ha voluto il suo premio, me!
Mi ha fatto spogliare, si è spogliata anche lei, poi mi ha fatto mettere in ginocchio davanti al letto e mi ha legato i polsi con un nastro di raso rosso, mi ha baciato, mi ha baciato sul corpo, poi mi ha fatto stendere sul letto, mi ha ordinato di stare fermo e io sono stato fermo, è salita sopra di me e si è presa ciò che voleva.
Ogni volta che succede un pezzo della mia anima si stacca, non so perché assecondo questo incesto, ma ho paura, mi sento sporco fuori e dentro, le sue minacce mi vibrano nel corpo irrigidendomi.
Non posso scappare.
Non posso scegliere.
Non posso perdere anche l'ultima speranza che mi rimane di trovarla.

Lessi e rilessi quella pagina più volte, inorridita, schifata, con le ultime frasi che mi rimbombavano nella testa, lui parlava di me.
Mi teneva al sicuro da quella donna ancora prima di avermi trovata, perché? Cosa altro non mi aveva detto? Cercai nel diario più dettagli e trovai una pagina dove forse c'era spiegato qualcosa.

3-4-2010
Caro diario, ormai è da tempo che ti scrivo, ho scoperto dove si trova lei, sono anche stato a vederla è bellissima, ma non posso avvicinarla, se lei scoprisse chi sono sarebbe in pericolo, mia zia non perdonerebbe mai una cosa del genere, me la farebbe pagare, mi ha aiutato a mandarla nelle scuole migliori spedendogli degli assegni non intestati, solo se io avessi acconsentito a diventare suo schiavo Lei sarebbe stata salva.
Ma non posso continuare così.

Quelle parole bruciarono nel mio petto, lui aveva continuato a far contenta sua zia pur di sapermi al sicuro, nel corso della mia vita ero saltata da una famiglia affidataria all'altra senza stabilità, l'unica che avevo era quella di un assegno mensile che veniva recapitato alla mia assistente sociale e che mi permetteva di frequentare le migliori scuole, non avevo mai fatto domande su quei soldi, ma ora che sapevo dovevo aiutare Matt a salvarsi, io dovevo essere la sua ancora di salvezza, avremmo superato tutto questo insieme.
Quella sera, prima di abbracciare Morfeo cercai uno specialista per situazioni di questo genere e ne trovai uno Albert f. Moon, gli mandai una mail al suo account nonostante l'orario per poter avere un appuntamento tempestivamente, spensi il PC e andai a letto, stravolta dalle notizie mi addormentai.

una strana relazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora