Thanks to sushi

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-Forza.
Disse Hank Palmer indicando l'uscita del suo ufficio.
Eveline Miller prima lo guardò e poi gli passò davanti alla velocità della luce per evitare di toccarlo ulteriormente.
-Potevi anche vestirti informale, non siamo a Chicago.
Si mise a passeggiare al suo fianco, facendola sentire come se lei fosse un errore, la sua scelta di essere avvocato fosse stato un grave errore. Da come le parlava con tono superiore...pareva uno di quinta con un primino.
Con le mani nelle tasche guardava la strada senza salutare chi gli urlava le solite cose, senza aver dimenticato quel giorno in tribunale. Passata la bufera ne arriva sempre un'altra.
-Perché ti piace così tanto il sushi?
Eveline scrollò le spalle.
-Mi piace e basta.
Cosa lo chiedeva a fare se lui stesso aveva proposto di andarci?
Entrando nel ristorante meno vuoto salutò il cuoco prendendo posto all'ultimo tavolo attaccato alla finestra. Ordinò il solito e l'avvocato le andò dietro.
-Prima volta qua?
Chiese timida per spezzare il ghiaccio, vedendolo appoggiare il gomito sul davanzale passando la lingua tra le labbra.
-Sì, ma di sicuro mi piacerà.
Contento lui contenti tutti.
Fece l'occhiolino alla cameriera che portò per iniziare una tazza di tè verde alla ragazza e un bicchiere d'acqua ghiacciata all'uomo. Hank bevendo fece scivolare una goccia lungo il mento sbarbato e poi sul collo, gli occhi da cerbiatta della Miller la seguivano come ipnotizzati.
-Allora.
Sobbalzò sentendo il bicchiere fare un tonfo secco sul tavolo e Palmer guardarla di nuovo serio.
-Marito non paga gli alimenti, divorziati, tutto contro di me. È facile secondo te vincere questo caso?
Chiese a bruciapelo.
-I-Io...
Hank sorrise con l'irrefrenabile voglia di mollarle una cinquina soltanto perché la faccia di Eveline Miller gli dava sui nervi da quanto pareva antipatica, ma questa volta non poteva avere tutto. Reputava tutto ciò una perdita di tempo che poteva benissimo spendere con sua figlia o con Samantha nel letto.
-Secondo me nessun caso è facile, bisogna soltanto saperlo risolvere.
Dalla faccia che fece lui la protagonista capì che era soddisfatto della risposta.
Quando arrivò il loro ordine non riuscì a trattenersi dal sfregare le mani per l'acquolina in bocca che di certo verrà anche a voi dopo questo:

Con fretta prese subito le bacchette afferrando un nighiri al salmone e mangiandolo tutto d'un fiato, evitando di ridere vedendo Henry alle prese con la cattura di un roll

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Con fretta prese subito le bacchette afferrando un nighiri al salmone e mangiandolo tutto d'un fiato, evitando di ridere vedendo Henry alle prese con la cattura di un roll.
Riuscì a mangiarlo e stranamente piacque.
-Mh, non lavori da sola vero?
-Lavoro insieme al mio migliore amico.
Addentò dello zenzero sorridendo come solo lui sapeva fare.
-Ma non ha avuto le palle per venire qua, capisco. Mi dispiace per te che dovrai battermi assieme a uno così.
Eveline aggrottò le sopracciglia volendo ribattere, ma trattenne a stento le parole prima di aggravare la vittoria tanto lontana da loro. Decise di restare a fissarlo mentre si riempiva come un maiale mangiando e bevendo a ripetizione, lasciandole pochi secondi per accaparrarsi qualcosa. Per la foga con cui mangiava quasi rovesciò il piattino di soia, ridacchiando come un ragazzino dopo una marachella.
-La smetta Signor Palmer: non è educazione fare così in questo posto.
Disse vedendo il cuoco che conosceva guardarlo in cagnesco.
Lui rispose facendo una catapulta con un pezzo di sushi che finì perfettamente nella sua bocca, non ascoltandola.
Era irriverente come pochi al mondo e questo le dava tanto fastidio.
-Non può fare così in aula.
Ci azzeccò per attirare la sua attenzione, ma nel modo sbagliato.
-Tu in quel cazzo di tribunale non mi hai ancora visto all'opera, perciò meglio tacere ragazzina.
Il volto contratto ad un soffio da lei e un pugno sbattuto sul tavolo che aveva fatto girare tutti, sopratutto per la crepa che aveva creato. Eveline stava morendo dalla vergogna, indietreggiando paurosa e guardando tutti i clienti nel panico.
"Qualcosa in Hank Palmer cambiò dal giorno della morte del padre", dicono gli abitanti di Carlinville.
-Quanto avrò spremuto come un limone te e quel ragazzino, con ancora il pannolino, allora sì che capirai chi è il più grande tra noi due, perciò porta rispetto.
-Non se prima me lo mostri tu.
Rispose senza pensarci, portando una mano alla bocca inorridita per averlo detto davanti all'avvocato che doveva tenersi come "amico".
Hank mise le mani dietro la nuca, alzando il mento superbo.
-Tsk. Lo farò vedendo come sei in tribunale, di certo adesso per me sei soltanto una novellina che cerca di farsi grande.
Eveline Miller non commise lo stesso errore, tappando le parole con un sushi squisito.
Stranamente finito tutto pagò tutto Henry, trovandosi poi fuori con una rompiscatole di fianco.
-Senti non c'è nulla da dire tanto il caso è stupidamente semplice, perciò smamma!
Con le dita fece segno di andarsene, ma la ragazza tentò di parlargli ancora, soltanto che lui stava già andando verso casa.
-Ma tu guarda che cafone.
Sussurrò con disprezzo, camminando nervosa e indispettita da Olivier.
Quando finalmente giunse a casa lanciò le scarpe e si spogliò rimanendo in intimo, entrando senza problemi nella stanza del ragazzo.
-Eveline com'è andata?
Chiese curioso balzando dal materasso.
-Non voleva nemmeno ascoltarmi, come se fosse un gioco per lui!
Rispose sedendosi distrutta sul letto.
-Reputa il caso stupido e semplice. Secondo me c'è pure andato piano grazie al sushi.
Olivier fissò un punto indefinito.
-Facciamo in modo che per l'avversario diventi un incubo.
Sorrisero telepatici stringendosi la mano.
Voi non lo sapete ancora...ma questi due insieme formano una mente diabolica se vogliono.




*saluta andonio. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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