Christine

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-Vorrei tanto stare con te tutto il giorno, ma in ospedale c'è tantissimo lavoro quindi devo proprio rimandare a sta sera.
Disse Noah al telefono con Eveline che lo stava aspettando nel punto previsto per una giornata dedicata soltanto a loro, per dimenticare l'accaduto. A quanto pare l'unica cosa rimasta da fare per la ragazza era accettare il suo impegno, sapendo quanto fosse importante per gente in condizioni gravi, e prese la sua inseparabile borsa di Monet camminando fiera come una vera donna dall'eleganza incomparabile.
Eveline Miller restava comunque ben lontana dal raggiungere i piani del successo come Hank Palmer, decisa a non vederlo mai più. Olivier e Henry andavano peggiorando in fase di rapporto, tirandosi frecciatine infantili a vicenda, soltanto che il francese rischiava molto con l'uomo.
Aveva quasi dimenticato l'errore di Eve, se prima era tutto felice e ora non la calcolava di striscio la risposta è appunto il suo sbaglio in tribunale.
Non è difficile comprendere che Olivier tiene la ragazza alle strette, ma avremo tempo per spiegarlo.
Lui voleva successo, ville, soldi.
E se già un ragazzo parte così, non oso immaginare cosa diventi una volta fatto uomo.
Lentamente la Miller stava cercando di disintossicarsi da tutti quei discorsi che le aveva fatto per farle un lavaggio del cervello, ipnotizzandola con l'illusione di un futuro come soci con case lussuose in tutto il mondo.
Infondo Eveline voleva soltanto combattere per la giustizia, renderla di nuovo un pilastro su cui sempre contare per tutti.
Esistono pochi avvocati così, e spesso vengono soffocati slealmente da persone come Dubois.
Spesso il ragazzo veniva invitato a feste fuori città per losche conoscenze che sfruttava a dovere per facilitarsi la scalata, ma se non si impara a salire la caduta sarà più dolorosa.
Eppure Eveline ogni giorno sentiva che i tacchi alti, lo champagne e i gioielli costosi non appartenevano al suo mondo.
Quel mondo non imparava mai a capirlo, a viverci, sempre costretta.
Aveva una paura matta che una volta tagliati i ponti con Olivier sarebbe di sicuro finita in strada senza un soldo e possibilità di battersi in tribunale.
Tutta questa marea di intrecci insidiosi tra una canzone e un tiro di sigaretta.
Prigioniera della sua stessa città, arrivò una donna altissima dai capelli biondi e l'aspetto di chi un tempo stava davvero in cima: Christine.
Riconoscendola le si sedette accanto, leggermente tremante.
-Ti sta pagando?
Lei annuì, iniziando a parlare della sua vita cosa che Eve aveva sentito e risentito mille volte dato che spesso l'aveva sorpresa a parlare da sola, ma spegnendo la sigaretta e la musica sospirò tornando ad ascoltarla.
Le faceva pena, insomma, capiva la sua depressione e situazione quindi rimase lì invece di andarsene.
Christine un tempo stava benissimo con Andrew, davvero, poi troppo abituata alla vita lussuosa e sedentaria con cui la viziava improvvisamente fece perdere la pazienza a lui che inoltre perse quasi tutti i soldi. Adesso stava senza un soldo, campava appunto grazie al pagamento sudato e vinto nelle udienze. Il piano d'attacco e di difesa l'aveva studiato ed escogitato quasi tutto la ragazza eh, beninteso che per quanto sia bravo Olivier lascia il lavoro più pesante a lei.
Fece molta attenzione a non nominare cose che le ricordavano Andrew altrimenti rischiava di mandarla nel panico.
Dopo i soliti consigli fece per alzarsi credendo avesse finito, ma le prese una mano pregandola di stare assieme a lei.
La Miller guardò quegli occhi sempre sul punto di piangere, di scoppiare, e per poco non pianse per compassione.
-La porto in un posto tranquillo.
Alzandola venne sovrastata tantissimo dato che assieme a quei tacchi vertiginosi svettava il metro e ottanta.
Normalmente come altezza poteva essere paragonata a quella di Hank Palmer, ma a lui non voleva pensarci.
La fece rilassare al ristornate di sushi in una delle sale proprio in pieno stile giapponese, dove una musica rilassante accompagnava il generoso scorrere di piccoli ruscelli artificiali attorno al tavolino da sala a cui mangiavano.
Questo parve tranquillizzarla e tranquillizzare la protagonista che aveva una donna depressa sotto responsabilità.
-Anche con Andrew andavo spesso al giapponese.
Dicendolo allarmò Eve che le prese la mano per calmare il tremore.
-Pensa avanti Christine, avanti e non indietro.
In seguito passeggiarono in lungo e in largo, seguendola ovunque volesse andare parlando di ogni cosa, ma sempre la stessa.
Eveline sapeva tutto a memoria che quasi stava per prendere a testate un muro pur di non sentirla più quando la vide irrigidirsi e spasmodicamente cercare nella borsa qualcosa. Per la frettolosità rovesciò tutto ciò che teneva dentro e l'aiutò a rimettere tutto a posto.
Ancora nessuna delle due si era accorta dov'erano giunte.
Christine Blanchett aprì un barattolo di xanax e ingoiò una pastiglia cercando di respirare normalmente.
-Si calmi per favore, va tutto bene.
Con apparente calma Eve la prese fra le braccia conducendola lentamente verso la casa che aveva di fianco per chiedere aiuto, tenendo sempre gli occhi alzati su di lei però non si accorse chi aprì la porta.
-Miller che succede?
La protagonista strabuzzò gli occhi e prese un respiro profondo, senza riuscire a respirare proprio come stava facendo la donna. Hank vide Christine e subito le si avvicinò preoccupato portandola in casa.
Stava ripetendo parole chiave della sua vita, mettendosi le mani nei capelli mentre piangeva e la situazione stava sfuggendo di mano. Per la prima volta Eveline e Palmer si guardarono d'intesa dimenticando tutto.
L'uomo rimase a calmarla mentre Eve lentamente cercava di chiamare l'ambulanza.
Stava per premere la cornetta quando, per fermarla dalla crisi di nervi, Hank le bloccò le braccia da dietro incrociandole per impedirle di muoversi.
-Non farle del male!
Gridò la ragazza precipitandosi da lui che la fermò.
-Le sto impedendo di farselo da sola Miller.
Strinse le labbra e con sforzo la trattenne spingendola col corpo sul divano, le bracci sempre incrociate che teneva saldamente.
-Va tutto bene, calmati, non preoccuparti.
Le disse guardandola negli occhi senza mollare la presa.
Lanciò il barattolo di xanax alla Miller che avrebbe dovuto buttarlo, ma pensando a tutti i suoi problemi di nascosto se lo mise in borsa leggendo bene l'etichetta.
Fu un grosso sbaglio.
Vide Noah al lavoro quando giunse con l'ambulanza, agendo da vero eroe e rendendola fiera.
-Vuoi venire con noi?
Chiese lanciando un'occhiata ad Hank che si stava tirando il ciuffo per l'esperienza passata.
-No.
Quando se ne andarono con le sirene spianate, bene o male, doveva ringraziarlo per l'aiuto senza averlo avvisato.
-Sentì Miller più stai qua e più mi fai sentire in colpa, perciò smamma.
Capì che stava male anche per un altro motivo.
Non è uno stronzo davvero, ci scommetteva.
-Vattene!
Gridò stringendo i bordi di una sedia tutto sudato e tremante, ma soltanto i sintomi di quando una persona chiusa non vuole piangere.
Eveline se ne andò a malincuore, raggiungendo in taxi l'ospedale mentre Olivier stava facendo chissà cosa con i ragazzi che incontrava nelle feste.
Christine era in terapia intensiva, ma dava segni di ripresa.
In effetti, paragonando le loro storie, un pochino si assomigliavano.








*non esiste attrice migliore al mondo di Cate Blanchett. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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