It's only the first day

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-Dobbiamo essere impeccabili dato che la prima impressione conta!
Gridò dalla sua stanza Olivier, sistemando la cravatta.
-Se vinciamo faremo tanti di quei soldi...
Disse battendo le mani iniziando ad andare verso la macchina.
Eveline Miller stava dando giusto gli ultimi ritocchi riguardando le carte che avevano preparato pronti per il primo giorno nella grande cattedrale. Indossava i classici vestiti per un'avvocatessa, soltanto che la giacca e i pantaloni erano beige. Indossò un bracciale di pelle, prese le carte mettendole in una ventiquattr'ore per poi uscire di corsa verso l'auto.
Erano in anticipo, proprio come da manuale.
Se l'erano studiata giorno e notte, pronti per dare il massimo in ogni caso.
Quando giunsero davanti alla cattedrale, l'ansia si fece sentire tant'è che uno dei due dovette vomitare sull'erba davanti alla scalinata unendosi alla tradizione. Entrando rimasero estasiati dal più bel tribunale che avessero mai visto. Grande, spazioso, tutto in legno che pareva voler tenere tutto ciò che accadeva lì dentro. Presero il loro posto per i querelanti, iniziando a dispiegare le carte sul tavolo prendendo confidenza con l'ambiente.
Eveline mangiò una sua caramella per il mal di gola, evitando così di incepparsi nel caso sarebbe dovuta andare all'attacco.
Tempo di ristudiare il programma che subito entrarono tutti, inclusa la difesa, e per difesa intendo lui.
La ragazza si sporse apposta per guardare Hank Palmer che ricambiò lo sguardo, tirando fuori un bicchiere e versandosi l'acqua. Christine arrivò in tempo sedendosi di fianco alla protagonista, senza degnare di uno sguardo l'uomo che stava nell'altro tavolo.
L'usciere disse la fatidica frase:
-In piedi.
Tutti obbedirono e dalla parte del giudice entrò un uomo dal volto segnato dal tempo, ma all'apparenza dolce e severo: il giudice Lewis.
Guardò uno per uno gli avvocati, sorridendo leggermente nel vedere quello più bravo.
Espose il caso, aprendo i giochi.
Partì in attacco la difesa nemica con mano di velluto, ma dritta al sodo. Più Henry parlava, più camminava per quello spazio come se avesse già vinto, più lanciava sguardi alla ragazza e più il verdetto si faceva incerto.
Parlava del divorzio, di come il loro matrimonio non funzionasse già prima della separazione e di come se n'erano accorti, ma lei sapeva che non era così. Lui lo stava dicendo per difendere il cliente certo, ma per Eveline c'era molto altro da dire e questa volta voleva scendere in campo prima lei.
Purtroppo non spettava a lei la parola, poiché maggior parte del programma, anzi tutto, apparteneva ad Olivier Dubois.
Lei segnava e basta ciò che diceva per rispondere, seguendo alla perfezione ogni cosa detta e ridetta giorni prima, ma purtroppo molto a memoria. Se Hank avesse chiesto un obiezione di sicuro l'avrebbe fatto per mandarlo in tilt.
Eppure l'avvocato voleva vedere proprio la Miller all'opera.
-Obiezione vostro onore!
Esclamò Palmer alzandosi, ghiacciando il ragazzino sul posto nel bel mezzo del suo monologo.
-Sta deliberatamente diffamando il mio cliente per influenzare la giuria.
Il giudice Lewis lo guardò per un attimo, annuendo.
-Accolta.
Eveline mise una mano sulla fronte vedendo Olivier tornare al posto tutto sudato con le mani tremanti, sopratutto dal modo in cui Hank stava smontando pezzo per pezzo il suo precedente discorso facendo apparire Christine e loro stessi dalla parte del torto. Ma quando disse, forse per tendere la mano alla ragazza, un qualcosa di troppo sulla donna, Eve immediatamente si alzò chiedendo obiezione a voce chiara e forte.
-Signor Palmer moderi i toni.
Lo ammonì il giudice, accogliendo comunque la richiesta di ribattere della protagonista.
Camminando verso il ring guardò con disprezzo l'uomo che invece le sfiorò la mano sussurrando lieve:
-È la prima ed ultima volta che ti do un'occasione.
Cercando di ignorarlo giunse nel bel mezzo della battaglia, guardando prima Lewis e poi la giuria, finendo su Christine. Alzando un dito la indicò, pronta per improvvisare ma cosciente su cosa dire.
-Questa donna si è vista crollare addosso un mondo intero, un mondo durato trent'anni quando l'ex marito ha presentato le carte del divorzio. Christine e Andrew erano una coppia felice come tutte le altre: altrimenti perché sposarsi. Ma per qualche uscita di meno ora la mia cliente si ritrova a vivere di nuovo con sua madre e arrivando a stento a fine mese.
Spostò lo sguardo sul giudice capendo che iniziava ad averlo dalla sua parte.
-Non c'è nulla da discutere signori! Quest'uomo deve pagarle gli alimenti a discapito se è legale o meno, ma per umanità. Ha vissuto maggior parte della sua vita con quella donna, sa tutto di lei, e per un motivo francamente infantile adesso le ha tolto tutto per ripicca.
Si girò verso Andrew che impassibile la guardava, ma Hank non aveva occhi che per lei, pensando a come distruggerla.
-Non credo che in trent'anni Christine sia sempre rimasta a casa.
E con questo concluse andandosi a sedere.
Per farvela breve Henry riuscì a trovare quell'unico filo debole del discorso della Miller, strappando poi gli altri, ma il concetto espresso dalla ragazza rimase. Alla fine l'ultima parola l'ebbe Olivier che sfoggiò le sue eccellenti qualità dopo aver scaricato la tensione, chiudendo la sentenza in bellezza.
Aveva sia improvvisato che seguito la traccia e le glorie tutte a lui.
Quando finalmente uscirono non respirarono libertà poiché essa stava dentro al tribunale, ma senz'altro il francesino si divertì ringraziando tutti quelli che gli avevano fatto i complimenti per la sua risposta al famigerato Palmer.
Eveline dall'alto della scalinata lo guardava e basta, senza sentire il bisogno di attirare attenzione anche se infondo la bramava. Dalla valigetta estrasse una sigaretta, accendendola per fumarla con gli occhi rivolti verso il cielo nuvoloso.
-Ed ecco che manchi ancora di rispetto.
Disse una voce che giunse dietro di lei, facendole roteare gli occhi.
Henry si mise al suo fianco, cercando di capire cosa stesse fissando e poi fissando il suo profilo mentre il fumo usciva dalla bocca semiaperta.
-Ho sprecato per caso l'occasione?
Chiese tenendo la sigaretta tra medio e indice, picchiettandoci sopra per far cadere della cenere.
-Diciamo che l'hai colta al volo ma poi sei caduta a terra.
In effetti tirando le prime somme in vantaggio restava comunque lui.
Si rimise il veleno tra le labbra, fumando.
-Vedi di fare la brava ragazza, Miller.
Con arroganza le prese la sigaretta dalla bocca mettendosela nella sua e andandosene, lasciandola di stucco.
Prese il cellulare sentendolo vibrare per un messaggio di Noah Lewis che le propose un appuntamento al Flying Deer la sera stessa, ovviamente accettato.
Scrollò le spalle raggiungendo Olivier.
-È soltanto il primo giorno.




*sto adorando. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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