Towards the hill

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-Non ti ha ancora denunciato.
Disse Hank nel silenzio della città di prima mattina mentre accompagnava Eveline in tribunale ma per una causa stupida che li vedeva come avversari, un'altra volta. Olivier Dubois restava ancora in ospedale senza voler uscire.
E lei sapeva perché.
-Penso che Noah gli stia facendo tante di quelle ramanzine.
Rispose sorridendo lieve, scostando la mano quando accidentalmente toccò con le nocche quella dell'avvocato.
Adesso subentrava la competizione sempre comunque ardente come una torcia greca fra di loro, causa di ciò che avverrà. In effetti Noah Lewis era venuto a sapere cosa stava succedendo con Olivier e per la primissima volta tirò fuori gli artigli per difendere la sua ragazza.
Ma Noah sa che da Hank Palmer non potrà mai difenderla.
Toccava ad Eveline Miller tenere le armi il più abbassate possibile ma pur sempre pronte.
-Scusa.
Richiamò la sua attenzione alzando un dito per rispondere al cellulare, allontanandosi.
Eve avrebbe potuto camminare lasciandolo lì senza problemi, ma qualcosa dentro di lei la fece restare aspettandolo mentre lo fissava camminare avanti e indietro visibilmente preoccupato. Per un secondo venne ipnotizzata da quel bicipite che si era gonfiato appena egli piegò il braccio per grattarsi la nuca, il muscolo che quasi strappava la manica dello smoking.
E chiudete quella bocca altrimenti entrano le mosche.
Alla fine della chiamata si ricompose e le si avvicinò sorridente come se nulla fosse successo, lasciandole intendere che non avrebbe risposto a nessuna domanda. Eveline capì perfettamente così ripresero a camminare lentamente attenti a cosa dirsi per non scatenare disagi o fraintendimenti.
La ragazza si irrigidì quando Hank improvvisamente la tirò verso di sé con un braccio sulle spalle facendola ritrovare con la testa contro la sua spalla.
Abbassò lo sguardo sorridendo divertito alla sua espressione da bimba capricciosa.
-Non cominciare, ti prego.
Henry fischiettò menefreghista, strofinandole una mano sui capelli quando tentò di staccarsi, riuscendo a farla ridere alla fine.
-Ti prendo bambina!
Esclamò mentre iniziarono a rincorrersi in un momento di pazzia istantanea senza una durata stabilita lasciando che le cose accadano e basta come è giusto che sia.
Ovviamente Eveline con i tacchi non andò lontano, lasciandosi prendere da Palmer che la sollevò da sotto le ascelle facendola roteare in cerchio come se fosse sua figlia. Col mondo che girava trovando loro due come asse di rotazione, finirono per trovarsi quasi abbracciati e i respiri pesanti.
È ancora troppo presto per dire che qualcosa scattò, perché tentò di farlo ma un lucchetto fermo sul cuore bloccò tutto.
-Ti ho disfatto tutti i capelli.
Senza chiedere il permesso provò a rifarle l'acconciatura ma alla fine dovette lasciar perdere dato che le sue dita erano troppo grosse per quei fragili capelli lisci che fuggivano.
Si mise apposto lei da sola di fronte ad Hank che la fissava, ma dovette distogliere lo sguardo dal suo petto quando ella schioccò le dita davanti alla sua faccia.
-Ho visto che le fissavi, maniaco.
C'era un tono di scherzo nella sua voce, il che tranquillizzò l'uomo.
-Stavo guardando la collana.
Lei alzò un sopracciglio.
-Certo.
Quando entrarono in tribunale tutto era già pronto, tutto così semplice e di poco conto che ci stava soltanto il giudice senza giuria. Iniziarono subito, usando mano di velluto, ma quello che andò più piano fu proprio Hank con la chiara intenzione di lasciarla vincere.
C'è sempre un cambio di rotta in ogni storia, accettatelo.
Andava tutto bene, nemmeno bisogno di spiegare, ma qualcosa accadde e doveva accadere per dare inizio alla parte che fa crescere tutti, ancora una volta.
-Vostro...onore...posso avvicinarmi?
Chiese con voce tremante Henry che teneva il cellulare in mano tremando davvero.
Eveline lo guardò stranita avvicinandosi anche lei per tradizione.
Hank senza una parola allungò il telefono al giudice che fece partire una nota vocale, avvicinando l'apparecchio all'orecchio in modo tale da sentire soltanto lui. Abbassò lo sguardo comprensivo ma con un codice da rispettare.
-Finite la causa in fretta e poi può andare.
Non era la riposta che si aspettava, ma di certo il suo sguardo divenne iniettato di sangue.
-Cos'è successo?
Hank la guardò infastidito.
-Non ti interessa.

Con lo scontro finale non ebbe un briciolo di pietà per Eveline, nemmeno un segnale di volersi fermare anche quando oltrepassò la linea

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Con lo scontro finale non ebbe un briciolo di pietà per Eveline, nemmeno un segnale di volersi fermare anche quando oltrepassò la linea.
-Vostro onore questa ragazzina che non sarà mai avvocato la sta soltanto prendendo in giro, mi creda. È subdola, basta vedere le bustarelle che prende prima di entrare in aula. Il verdetto è chiarissimo, ciò che non è chiaro è se lei sarà mai capace di difendere la giustizia invece di infrangerla.
Eveline rimase sconvolta, alzandosi sbigottita perché il giudice ci credeva pure!
-Obiezione.
Disse ferma credendo di poter fermare tutto ciò che stava dicendo Hank completamente incattivito.
-Stai zitta. Nessuno ti ha insegnato a farlo a scuola di legge?
-Ma vostro onore!
Quel giudice ingiusto stava ridacchiando bellamente dato che era pure nuovo e già reputato come il peggiore.
-Le faccia vedere chi comanda signor Palmer.
Esclamò e a quel punto Hank si sbizzarrì contro di lei inventandone di tutti i colori, dandole della codarda, falsa, e chi più ne ha più ne metta. Gas l'usciere tentò di difenderla ma lo zittirono subito.
I clienti guardavano la scena attoniti.
-Bella tu non sai nemmeno cosa significa fare legge, torna dalla mamma...sempre se ce l'hai.
Sghignazzò Hank con il fuoco nelle iridi e chissà cos'era successo in quella chiamata.
Eveline aveva un vortice di emozioni negative che riusciva soltanto a respirare incredula che stesse davvero accadendo un qualcosa di così...inutile.
-E poi muovendo quel fondoschiena quando mi cammini davanti non ti farà mai vincere, bocca di rosa.
Le sussurrò colpendola ancora più in profondità, volendo vedere sanguinare quei nervi scoperti.
La Miller guardò Gas che ancora una volta si era alzato per calmare gli animi, ma Hank lo spinse via.
-Tu non sarai mai un avvocato.
Questa fu la goccia che crepò il vaso, facendole montare dentro una rabbia grande come il mondo stesso, con le lacrime agli occhi corse via dal tribunale togliendosi pure i tacchi con i piedi che sentivano la natura scorticare la pelle.
Corse verso l'unica via di salvezza, ed è anche l'ora di presentarvi qualcuno.
Confusi? Spaesati? Anche Eveline lo è, ma dovete stare con lei non con me.
Corse a perdifiato, laggiù: verso la collina che domina la città.






*si anche ieri mi sono addormentata sorry tantissimo. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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