Repent

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-Hank vieni con noi al bar?
Chiese Glenn al fratello minore che stava disteso sul divano fissando un punto indecifrato della stanza.
-Oggi no.
Rispose atono con l'aria di essersi abbattuto per qualcosa.
Glenn non fece domande e se ne andò via coi figli, lasciandolo solo a meditare mentre Dale stava in cantina a lavorare con la sua cinepresa.
Sentendo caldo si sbottonò la camicia prendendo un bel respiro profondo, riflettendo su come aveva trattato Eveline Miller quel giorno al Flying Deer. Aveva fatto, o stava per fare, una cosa che mai si sarebbe permesso di fare ad altre donne, ma con lei l'istinto che gli risaliva dalle viscere era furioso e lo rendeva adirato.
Percepiva, captava che in quella ragazzina all'apparenza disposta a dare più che a ricevere, si nascondeva qualcosa di oscuro, un segreto che non voleva rivelare mai e poi mai.
Si rese conto da solo che farle del male non era il modo migliore per farla parlare.
Ma poi, a lui, che importava?
-Non posso, non dopo Lisa.
Si disse da solo passando una mano sul volto stanco.
La dolce figliola alla fine decise di stare con la madre, forse facendolo apposta così da fargli sentire la sua mancanza per farlo tornare in un lampo dalla ex moglie. Per quanto possa sembrare il tipico uomo che tradisce, Hank Palmer era sempre rimasto fedele a Lisa, per questo si fidava ciecamente di lei.
Per questo il divorzio con così tanto risentimento.
Ma ora nei sui pensieri camminava un ragazzina bella, che in effetti gli piaceva, ma era soltanto attrazione fisica...forse.
Si alzò vestendosi per andarla a trovare, aveva questo chiodo fisso del doversi assicurare che stesse bene. Certo che c'era Noah a proteggerla, ma secondo l'avvocato quello di sicuro si sarebbe fatto ammazzare di botte dal primo che passa.
Lui era forte, ben piazzato, ma lo credeva non c'erano tante prove per ora.
Prese la macchina sgommando verso casa di Eveline, bussando cento volte prima di farsi aprire e vederla tutta trafelata con un taglio sulla spalla e il trucco sbavato per aver pianto.
Prima di poterle dire qualunque cosa un Olivier Dubois completamente fuori di testa e dall'aspetto fradicio arrivò da loro ridendo e brandendo un pezzo di vetro spaccato che gli stava tagliando la pelle della mano praticamente.
-Allontanati da lei!
Tuonò Palmer mettendosi a difesa della ragazza con i pugni alzati.
-Tu non sai cosa mi ha fatto!
Gridò con voce roca, probabilmente aveva urlato un sacco prima.
Anche lui aveva molte più ferite e segni di botte sulle braccia poiché Eve sa difendersi quando vuole.
Hank gli bloccò il polso spaccando quel vetro sul muro, alzandolo per la gola e scaraventandolo con una violenza inaudita dall'altra parte della casa.
-Cosa cazzo fai!?
Disperata la protagonista corse da Olivier tutto malconcio e pieno di ferite, inginocchiandosi al suo fianco e piangendo mentre iniziava a medicarlo alla carlona.
Hank sembrava un toro da quanto il petto s'era gonfiato, avvicinandosi coi pugni stretti.
-Non aiutarlo.
Eveline lo guardò piangendo ma ferma.
-E tu non hai il diritto di fargli questo!
-Ti ha fatto del male: ragiona Miller!!
A quel punto scoppiò.
-MA LUI È MIO AMICO!!!
Gridò a squarciagola facendolo indietreggiare dallo spavento. A primo impatto avrete pensato che Hank iniziasse ad infuriarsi gettando il tavolo da qualche parte, invece serrò le labbra chinando il capo.
Non poteva sbagliare di nuovo.
In pochi minuti Olivier l'aveva allontanata scaraventandola tra le braccia forti di Henry che la salvarono da una brutta caduta, togliendosi la giacca di pelle iniziando a scrocchiarsi le nocche.
Tempo di due sguardi e si ritrovarono avvinghiati in una lotta greca tra due guerrieri che puntano ad uccidere e l'altro a salvarsi.
Eveline fece il grosso sbaglio di intromettersi spingendo via il francese con la spalla, ma lui afferrò una bottiglia che stava per darle in faccia, ma Eve fu più veloce.
La tolse dalla sua mano spaccandogliela in faccia, causandogli una lunga ferita rosso sangue che partiva dal sopracciglio destro alla guancia sinistra.
Si mise una mano sulla bocca sconvolta, venendo allontanata dal suo corpo a terra da due mani venose posate sui suoi fianchi. Senza pensarci si gettò fra le braccia di Henry Palmer piangendo pentita di tutto ciò che era, ricevendo carezze.
Solo carezze.

Hank dopo tanto tempo capì che per la ragazzina, nonostante tutto, in quel tragico momento di instabilità rimaneva come conforto, unico e solo

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Hank dopo tanto tempo capì che per la ragazzina, nonostante tutto, in quel tragico momento di instabilità rimaneva come conforto, unico e solo.
Le accarezzò l'attaccatura dei capelli, chinandosi per baciarle la nuca inspirando il dolce profumo che richiamava i mirtilli.
Se Olivier l'avesse denunciata, lui sicuro sarebbe stato il suo avvocato difensore. Senza dubbio.
Voleva difenderla in aula, adesso che gli importava.
Chiamarono l'ambulanza che portò via soltanto il ragazzo, lasciando una sicura e veloce medicazione alla ferita sulla spalla di Eveline Miller. Dopo Christine, che iniziava a riprendersi, nessuno era più lo stesso.
-Scusami.
Iniziò Hank guardandola dall'alto mentre versava del whiskey in due bicchieri, tremando.
-Per tutto.
Vedendola tremare incontrollata rischiando di rovesciare tutto le si avvicinò da dietro, allunando lento le mani, avvolgendole sulle sue per guidarla nel versamento.
Entrambi sentirono una scarica di adrenalina e timore scorrere nelle ossa.
Prima di togliere il contatto le sfiorò una gota bollente, inspirando trattenendo l'istinto animale che cresceva per rispettarla.
Si sedette davanti a lei, bevendo quel maledetto whiskey che nel male cancellava i ricordi della giornata.
Sorrise pentito mentre dava due leggere pacche sulla testa di Eveline come si fa con i cagnolini, facendola sorridere un pochino.
Non pentirsi è un bene, pentirsi è meglio.





*ieri non ho aggiornato cuz mi sono addormentata zorry. Oggi vi avviso già che sarò ad un pigiama party so non potrò aggiornare zorry parte due. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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