As nobody has ever done before

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-Quindi posso andare da Annie, papà?
Hank abbassò lo sguardo sulla piccola figlia, Lauren, inginocchiandosi per non farla restare sempre con il collo piegato per guardarlo. Le accarezzò una guancia con una dolcezza indescrivibile, sorridendo.
-Certo che puoi passerotto.
Rispose con la voce candida e leggiadra, esattamente come la neve che scendeva fuori dalla bella villa, la più bella di tutta Carlinville. In quel giorno della vigilia di Natale, dove un po' tutto il mondo si sentiva unito, c'era ancora qualcuno che della gioia non ne vedeva nemmeno uno sprazzo. Di chi passerà i giorni in cui bisogna stare tutti insieme, completamente soli. Di chi è stato abbastanza forte da lasciar andar via tutto, ma pagando il prezzo. Così, mentre Henry giocava con la figlia in casa, c'è chi a Boston sta soffrendo tenendo sulle spalle il peso del cielo, la vetta del mondo, sprofondando sempre di più, come il Titano Atlante. Ma oggi siamo qua per lui non per lei.
L'avvocato rideva mentre copriva il corpicino della figlia mentre stavano per terra facendosi il solletico a vicenda. Palmer si lasciò sconfiggere cadendo di lato, permettendo a Lauren si salirgli a cavalcioni sul petto e continuare a torturarlo. Ci fu un momento di complicità quando le baciò la punta del naso, stringendola in un abbraccio con impresso il sorriso più felice del mondo. Un odore molto sfizioso subito fece balzare in piedi padre e figlia, i quali si scoccarono un'occhiata furba prima di correre come dei folli verso l'ampia cucina.
-Mamma hai fatto i pancake evviva!!!!
Strillò Lauren entusiasta mentre abbracciava le gambe della donna che sorrise dolce dandole un buffetto sulla testa.
-Tutti per voi campioni!
Hank la prese per un braccio facendola sedere sulle proprie gambe, accarezzandole le spalle mentre guardavano la bimba sporcarsi le gote paffute di panna mentre mangiava. Schioccò un bacio sotto la mandibola, voglioso.
-Stasera ti darò io qualcosa da mangiare, Lisa.
Disse malizioso spremendole quel culo da pallavolista che tanto lo mandava su di giri, meritandosi un pugno sulla spalla destra e una risata. In realtà trattenne l'espressione addolorata poiché gli aveva colpito la spalla con ancora impresso il colpo che aveva preso durante quel giorno. Quel giorno dove metà cantina di casa Palmer venne distrutta da una furia quasi omicida. Aveva ancora tante cicatrici che gli ricordavano ogni santo secondo il dolore patito nei giorni precedenti. Grazie ad una visita alla tomba di suo padre, tempo per pensare da solo, si convinse a dover dare una seconda chance a Lisa dopo il tradimento. Pensava a tutto, anche a quei momenti, ma girava sempre alla larga dal ricordo peggiore di tutti forse proprio perché lo faceva ancora sorridere e piangere dopo tutto questo tempo. Da praticamente un mese il nome Eveline Miller non veniva pronunciato da quelle labbra. Forse ad essere abbastanza forte da lasciar andare era Eve, non lui. Forse sorprenderà che nessuno dei due è forte, che mentre lui ostinatamente evita di pensarla lei pensa solo a lui, crogiolandosi di un dolore superfluo di cui non era obbligata a portarne bandiera.
Persone così purtroppo sono quelle che vengono ferite di più.
Quelle che potrebbero cambiare il mondo.
In questo attimo fuggente non sentì Lisa chiamarlo da quel suo fissare il vuoto, sapendo che non era la prima volta in cui lo beccava a fissare un punto indefinito di un luogo. Succedeva ogni volta che il vento si alzava, che passava davanti alla cattedrale di giustizia o l'ospedale. Lisa lo prese per mano portandolo lontano dall'udito della figlia, posando le mani sul suo petto.
-Amore è successo ancora?
Henry deglutì chinando il capo, affranto.
Sederono sulle sedie del porticato protetto dal freddo con una vetrata.
-Pensi ancora a lei?
Rispose con un'idea di sorridere, guardando altrove, come se saperlo di averlo fatto gli riscaldasse comunque il cuore.

-Pensi ancora a lei?Rispose con un'idea di sorridere, guardando altrove, come se saperlo di averlo fatto gli riscaldasse comunque il cuore

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