The Judas Kiss

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-Hai freddo?
Chiese Hank mentre guardava la schiena di Eveline, stesi sul letto.
-Ho le mani congelate.
Ammise senza fare troppo la preziosa.
-Te le scaldo io.
Aspettò che si voltasse e poi avvolse le sue grandi mano su quelle fredde della ragazza, usando anche il suo respiro caldo.
Sotto quelle coperte si sentivano protetti, stanchi, come se avessero tutta la mattinata per dormire senza preoccupazioni. Intanto l'avvocato, che pensava ardua la sfida per tenere a bada il suo amichetto dormendo assieme a lei, non sentiva nemmeno il minimo desiderio di farla sua. Forse aveva accettato il fatto che Eveline non sarebbe mai andata completamente d'accordo con lui, che anche dopo quel ballo romantico non lo gradiva comunque.
Era la rassegnazione a mettere tutto nel completo silenzio.
-Mmh, abbracciami...
Sussurrò Eve persa delle sue carezze, avvicinandosi per farsi abbracciare mentre iniziava a strofinarsi contro il suo petto involontariamente per avere più calore. Strofinò il naso sul suo petto che era il punto più caloroso, affondando il volto mentre si pressava con più insistenza. Aveva la mente inibita dal calore, dalle carezze, ma questo metteva a disagio Henry che da lì a poco stava per fare qualcosa di cui pentirsi.
-Spostati, ti prego.
La implorò stringendo i denti quando superò il limite, prendendola per i fianchi e allontanandola bruscamente.
Aveva il petto gonfio, non riusciva a calmarsi.
-Scusami.
Disse lei accorgendosi di aver esagerato e sentendosi una poco di buono.
-Vado a farmi una doccia.
Si alzò dal materasso senza voltarsi.
-Perché?
Chiese ingenuamente.
-Alzabandiera, Miller.
Detto ciò corse verso il bagno in piena notte, lasciandola da sola mentre cercava di nascondersi sotto il piumone sbadigliando in continuazione. Dato che il bagno stava attaccato alla stanza, sentì con imbarazzo dei gemiti soffocati e il suo nome venir ripetuto a tratti e, capendo, tappò le orecchie infilando la testa sotto il cuscino.
A dire il vero invece di sentirsi totalmente imbarazzata ridacchiò con autoironia dandosi della stupida mentalmente.
Quando Hank tornò aveva stavolta tutto il pigiama addosso, tornando sotto le coperte anche se dovette abbracciarla comunque perché aveva paura di fare qualche incubo. Ed erano in due ad avercela.
Il giorno dopo Eveline iniziò ad entrare più in simpatia con Lauren anche se non la smetteva di chiamarla mocciosa, ignorando ciò che diceva Lisa sul suo conto ad Hank  in cucina credendo di non essere sentita. Sentì anche Lauren unirsi alla conversazione prima di essere rispedita in salotto, ma Eve fece la sua comparsa in reggiseno e pantaloni da tuta per prepararsi un buon waffle.
-Mocciosa non mi stai simpatica perché le cose devi dirmele in faccia.
Prima di andarsene con il piatto in mano le diede un buffetto sulla testa.
-Non prendere da tua mamma.
Lisa la rincorse prendendola per un braccio cosa che fece girare lentamente Eveline con uno sguardo di ghiaccio.
-Oddio quando due donne litigano è la fine.
Mormorò Henry prendendo in braccio Lauren e portandola in camera sua per non farla assistere a tutto questo.
-Prego?
Eve sbuffò.
-Mi hai sentito bene. Se hai tradito tuo marito poi non credere che puoi riaverlo semplicemente obbligandolo ad ospitarti usando tua figlia come arma per fargli dire di sì ad ogni cosa, okay? Tu non sei la benvenuta qua, e non lo sarai mai. Io ti consiglio di fare le valigie oggi stesso e di portarti pure Lauren con te perché io e il tuo caro maritino abbiamo un caso fragile tra le mani. Non ha bisogno di distrazioni.
Lisa guardò Hank.
-Sei d'accordo con lei?
-Cristo, no! Ma sono stufo di dover obbedire ad ogni tuo comando perché usi mia figlia per addolcirmi.
-Quindi non mi ami davvero più?
Lui allargò le braccia allibito.
-Mi hai tradito tu, non io.
Lisa annuì, correndo le scale finché non scese giù con tutte le valigie pronte e Lauren alla mano confusa da questo cambio di routine. L'avvocato la salutò con l'ennesima promessa di venirla a trovare, ma la madre non gli permise nemmeno di toccarla. Minuti dopo erano di nuovo loro due contro il resto del mondo.
-Finalmente!
Ma come mai ci teneva così tanto a rimanere da sola con Henry Palmer?
Si irrigidì sentendo due mani circondarle i fianchi ed un respiro caldo e sensuale sul collo.
-Ti piace stare sola con me, non è vero?
Sussurrò roco e malizioso, ridendo mentre lo prendeva a pugnetti sulla spalla ma comunque senza convinzione.
-Ehi tigre con calma!
La bloccò per i polsi facendole poi il solletico.
-Stasera al bar c'è una serata tutta rock e karaoke, vuoi venire?
Annuì sentendo l'opportunità di cantare un'altra volta, così la sera era già vestita tutta di nero con gli occhi segnati dal trucco, capelli all'indietro, fascia nera al polso, giacca di pelle con le borchie e il resto vien da sé.
Hank invece indossava jeans attillati, maglietta nera dei Metallica e una giacca di pelle dello stesso gruppo che gli andava un po' stretta, probabilmente l'indossava da giovane.
-Siamo dei fan, vero?
Si avviarono verso il Flying Deer, dove la band era truccata come i Kiss e aspettava il cantante coraggioso che salisse sul palco. Eveline si trovava nel suo mondo, nella sua seconda anima selvaggia e rock. Saltò sul palco senza pensarci nemmeno con Hank che la guardava come ammaliato, mentre cantava Imagine Dragons, Metallica mostrando la dote con la chitarra elettrica e chi più ne ha più ne metta. Fece impazzire i clienti che saltavano e urlavano con lei, addirittura arrivò a sputare l'acqua sul pubblico, come se fosse una fontana, e si divertiva. Nessuno l'aveva mai vista così scatenata.
Piena di sudore, le dita segnate dalle corde, la voce rauca da quanto aveva strillato.
Quando finì di cantare The Judas Kiss sotto richiesta di un certo avvocato, scendendo dal palco anche un po' brilla, Hank ebbe la premura di portarla fuori dal locale in braccio prima che svenisse dalla stanchezza.
Ed appoggiandola al muro, vicino al ponte, fu così che realizzarono la canzone tempo due battiti per guardarsi negli occhi che sentimenti ed alcool si mescolarono creando così il bacio tanto atteso.







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Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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