Just go away

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Eveline Miller giunse nella casa, la porta aperta, senza nessuno dentro.
Urlò il nome del proprietario, ma nessuno rispose, soltanto vide del sangue come se avessero trascinato qualcuno fuori dalla porta. Con addosso una strana sensazione mollò la chitarra correndo a gambe levate verso l'ospedale, ignorando la distanza. Corse con il vento che le sbatteva in faccia le colpe e le conseguenze del suo errore che, purtroppo, pagherà molto caro. Non importava se cadeva e si spaccava una gamba, se scivolava e si ammazzava: anche da morta sarebbe corsa da lui.
Perciò senza dare corda a nessuno piombò nel corridoio dell'edificio giusto in tempo per vedere i piedi di Hank su un lettino svanire in una stanza, prima che qualcosa la fece distaccare da terra per l'impatto.
Si accorse di essere trattenuta da due braccia e quando alzò lo sguardo vide Noah.
-Lasciami!
Gridò facendo scena nel bel mezzo di un ospedale, così il ragazzo le tappò la bocca portandola lontano da quella stanza dove nessuno l'avrebbe sentita o vista. Il bravo ragazzo la spingeva con il petto contro il muro per farla star ferma dato che si dimenava peggio di una biscia,
-Devo andare da lui, mollami!!
Ripeteva fino a far uscire sangue dalla bocca per quanto strillava.
-Oh sì: Olivier mi ha detto che lo avresti detto.
Così dicendo immediatamente la fermò, guardandola con un qualcosa che lei mai aveva visto sul suo volto: cattiveria.
Con lei era sempre stato il classico ragazzo timido e estremamente gentile che faceva di tutto pur di farla star bene, vederlo con quel ghigno diabolico lo rendeva strano. Come se non gli appartenesse essere cattivo.
-Che cosa intendi dire?
Chiese scontrosa.
-Ha pianificato tutto alla perfezione. Ogni litigata con Palmer l'ha ideata lui. Sapeva che avresti fatto di tutto per farlo uscire di galera, così disse a Sam di confessare. Non crederti forte Eveline: se hai riavuto Hank è soltanto perché Olivier l'ha voluto. Quella cassetta te l'ho spedita io perché lui mi ha detto di dartela quando avresti pensato di esserti innamorata di Henry, sapendo che così vi avrebbe diviso. E per sempre. Io sono soltanto uno di quei ragazzi con cui ci va a letto, ognuno una potenziale spia.
Eveline aveva parole o espressione per descrivere il puro fatto che la fama di suo padre, e ciò che ha fatto a tante famiglie non solo quella dei Dubois, la seguirà in eterno. Si era messa contro un pazzo in piena regola, abbandonato completamente alla vendetta. Ma ripeto che Achille dopo aver ucciso Ettore rimane lo stesso a piangere Patroclo, forse cento volte di più.
-Sono stata così stupida da potermi fidare.
Commentò lasciando cadere una lacrima appoggiando la testa al muro.
-Ma c'è un'ultima cosa che ha chiesto di farti.
Non ebbe il tempo di replicare che Noah le tolse i pantaloni, tenendola ferma mentre si dimenava piangendo istericamente, la bocca ora tappata da un pezzo di scotch. Con tutto il suo cuore sperava di vedere Hank irrompere nella stanza e salvarla, ma sapeva che non sarebbe mai accaduto. Si dimenò fino alla fine, fino a quando Noah la fece sua ma senza il suo consenso e questo credetemi crea solo dolore. Tirò pugni ovunque quasi a spaccarsi le mani, ma sapeva di aver finito. Di aver perso. Contro chi inganna non vinci a meno che cadi tu stesso nell'arte dell'inganno.
Nonostante tutto il nome gridato e intrappolato dallo scotch rimaneva sempre quello di Hank Palmer.
Quando finì la lasciò cadere a terra, senza forze, sentendosi sporca dentro.
Senza esitare afferrò il bisturi sul tavolino da operazione, infilandolo con rabbia nella spalla di Noah che strinse i denti cercando subito di toglierselo. In quel frangente Eveline corse via, verso l'unica stanza in cui voleva essere.
Corse ed entrò sentendosi al sicuro, ma non quando vide l'avvocato riverso sul suo letto e cosa peggiore che possa capitarle: era sveglio. Eve guardò Glenn che non la degnò di uno sguardo, avvicinandosi piano piano al paziente.
Stava messo di schiena, percependo la sua presenza senza girarsi.
Eveline crollò tra fiamme e atroci sofferenze, cadendo davanti al suo letto con le mani che lo tiravano penosamente per la maglietta.
-Ti prego perdonami, ti prego...

Si lamentava continuamente, non le importava ciò che le era appena successo poiché peggio di così non poteva andare

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Si lamentava continuamente, non le importava ciò che le era appena successo poiché peggio di così non poteva andare.
-Henry ti scongiuro....
Macchiò le lenzuola di lacrime misto al sangue che aveva ancora in faccia, troppo occupata per lavarsi.
L'uomo non si girò affatto, ignorandola completamente. E forse se l'avresti fatto Hank adesso il mondo sarebbe un posto migliore. Restò inginocchiata per ore intere, anche quando Glenn che vigilava si era addormentato su una sedia.
Dopotutto l'aveva capito che avrebbe potuto ucciderla in quello scontro, ma non l'aveva fatto, anzi alla fine quello con più danni fisici era proprio lui. Di danni morali Eveline ne è la regina.
-Ti imploro, ti prego, farò tutto quello che vuoi ma parlami!

Continuò fino a non sapere più come formulare una frase, dimenticandosi che lingua parlasse

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Continuò fino a non sapere più come formulare una frase, dimenticandosi che lingua parlasse. In tutto questo dolore, Palmer le dava ancora la schiena. Non voleva ascoltarla anche se il cuore gli diceva di girarsi, non voleva perché sapeva che poi l'avrebbe deluso ancora non fidandosi di lui. In effetti aveva ancora quei biglietti aerei per Francia dopo che Eve gli aveva detto che tornarci era uno dei suoi più grandi sogni, ma non sapeva che un sogno restava essendo stata esiliata dalla nazione. Sempre a causa di suo padre che era un po' come un nostro famoso mafioso. Si alzò solo quando Glenn la prese di peso per farla andare a dormire, mollandola non appena Hank si girò finalmente guardandola dritto negli occhi.
Ella vide quei capillari scoppiati arrosare l'occhio sinistro, quel dolore che placido sopiva sul suo petto. La guardava e intendeva solo da una parte ciò che stava per dire.
-Vai via.
Non disse altro, ma Eveline sentì come se la sua anima la spingesse via, come se davvero Hank la volesse allontanare. Non sapeva che è proprio la verità ciò che non viene riflesso dallo specchio. Guardò di nuovo Glenn e poi lui, volendo imprimersi ogni suo particolare, ma doveva andarsene. Lui non la meritava.
Lasciò cadere l'ultima lacrima, poi se ne andò via.





*ho deciso il finale della storia, ed è una minaccia. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

*Qua da Shinimal è tutto Al prossimo capitolo

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