cap 24

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<< Ehi.. Dove sei stata?>> mi chiede Jamie, appena entro in casa.

<< Ho fatto un giro, per schiarirmi le idee>> rispondo, sedendomi accanto a lui sul divano.

<< So perché sei qui>> mi dice, sorridendo.

<< Eh?>>

<< Ti messa qui, solo per farti fare le coccole>> mi accusa, scoppiando a ridere.

<< Quanto sei scemo>> gli dico, ridendo anche io. << Ma se proprio insisti>>

Mi fa sdraiare, appoggiando la testa sulle sue gambe. Poi comincia a toccarmi i capelli, giocandoci e massaggiandomi la testa lentamente.

<< Austin era molto preoccupato, ieri sera>> sussurra, ad un certo punto.

<< Come mai?>>

<< Per tua madre. Temeva che saresti stata male>> continua. << A stento sono riuscito a calmarlo>>

<< Come sei riuscito a calmarlo?>> gli chiedo curiosa.

<< Con qualcosa che tu non hai ancora fatto>>. E' la fine. Scoppiamo entrambi a ridere, riuscendo a piangere dalle risate.

Nel mentre, non ci accorgiamo di due figure che sono appena entrare.

<< Vi state divertendo?>> esordisce mia madre. << Non ci presenti?>>

<< Jamie, lei è Laura. Mia madre! Laura, lui è Jamie>> rispondo scocciata.

<< Sei il suo ragazzo?>> chiede.

<< No>> risponde lui.

<< Oh, perdonami. Vi ho visto molto in confidenza, e allora...>>

<< Non si preoccupi>> risponde Jamie, educatamente.

<< Comunque non vorrei essere sgarbata, ma ti chiedo di tornare a casa tua. Io, Dylan e suo padre dobbiamo parlare di cose personali>>

<< Lui è a casa! Jamie vive qui>> risponde mio padre, precedendomi.

<< Che cosa?>> chiede sconcertata mamma.

<< Ti crea dei problemi?>>

<< Dylan... Non ti preoccupare. Vado da Austin, avvisatemi quando avete finito>>. Poi saluta tutti, ed esce.

<< Dylan, tuo padre e io abbiamo parlato molto, questo pomeriggio>>

Sto comincia a scocciarmi di questa. << E allora?>>

<< Tua madre vorrebbe che andassi a vivere con lei e Steve, dall'anno prossimo>>

<< SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO?>> urlo, sconcertata.

<< Questo stile di vita, non è adatto a un ragazzina di 17 anni. Tu hai bisogno di una figura genitoriale, che sia costante. Tuo padre non te lo può garantire, visto che viaggia moltissimo per lavoro. Lascerò che tu finisca l'anno scolastico, e poi partiremo>>

Mi crolla il mondo addosso, e non riesco più a muovermi.

<< Tu le permetti di portarmi via da te?>> chiedo a mio padre, con le lacrime agli occhi.

<< Tua madre ha ragione, Dylan. Io non posso seguirti come meriti>>

<< Ti scongiuro, papà. Non buttarmi via>> grido, piangendo. Mi manca il respiro.

Mio padre afferra l'inalatore dalla mia borsa, me lo passa. Poi mi stringe al suo petto. Vedo che Laura vuole avvicinarsi, ma si ferma appena la fulmino con lo sguardo.

<< Amore mio, non voglio abbandonarti. Voglio che tu abbia una vita che si avvicini, per quanto possibile, alla perfezione>>

<< E perché vuoi mandarmi via con questa donna, che dice di essere mia madre?>>

<< IO SONO TUA MADRE>> urla adirata

<< NON LO SEI!>> urlo io, disperata. << Non lo sei... Puoi avermi partorita, ma non sei mia madre. Perché se lo fossi stata, vivresti qui. Conosceresti i miei amici, il cane non ti ringhierebbe addosso. Conosceresti il motivo per cui sono finita in ospedale. Asciugheresti le mie lacrime. Conosceresti la mia band preferita, il perché non guardo i film dell'orrore. Se tu fossi mia madre, avresti contribuito a creare la persona che sono ora. Ma non è così! Melinda è mia madre. Perché tutto quello che ti ho elencato, lei lo sa>>

<< Dylan, tu sei una ragazzina. Non decidi cosa fare, gli altri lo fanno per te! Mi sono spiegata?>>

<< Vattene via! Non ti voglio qui, perché non vuoi capirlo?>>

Lei esce da casa, e io stringo il mio papà.

<< Vorrei poterti dire che ci si abitua ad essere delusi e feriti dalle persone. Purtroppo, anche se mi è accaduto molto spesso, è una sensazione orribile a cui non ci si abitua mai>> sussurra.

<< Tu fa solo in modo di non deludere me!>> rispondo.

Lui mi guarda, e vedo la determinazione farsi strada nei suoi occhi.

<< Sarai di nuovo fiera del tuo papà!>>

                                                          ***

Naturalmente ho raccontato tutto ai miei amici, e anche loro hanno promesso che non mi lasceranno andare via.

Jamie è tornato a casa, e ha passato il resto della serata con me.

Non ho ancora sentito Adam, così decido di chiamarlo.

<< Pronto? >> sento la sua voce, mezza assonnata. E le farfalle nello stomaco tornano a farsi sentire.

<< Ti sei addormentato sulla scrivania a correggere compiti, come tuo solito? >> chiedo, sorridendo contro lo schermo del cellulare.

<< Tu mi conosci, succede ogni volta. –  sento la sua risata – Austin mi ha chiamato, prima >>

<< Già... Ma non ti ho chiamato per parlarti dei miei problemi familiari. Insomma... rischio di cambiare casa, ma non è la cosa più importante in questo momento>>

<< Certo... Cosa volevi dirmi? >> mi chiede, non riuscendo a celare l'ansia.

<< Io sono pronta. Voglio sentire le tue ragioni>>

<< Domani? Dopo la scuola? >>

<< Okay>>

<< Bene >> sento che sta sorridendo.

<< Adam... Io... ti..>>

<< Tu? >>

<< Ti... voglio ancora nella mia vita.  E non vedo l'ora di domani... Sono stanca di litigare>>

<< Dormi bene, amore>>

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