Cap 6

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Per quanto severo che sia un padre nel giudicare suo figlio,
non sarà mai tanto severo come un figlio che giudica il padre.
(Enrique Jardiel Poncela)



La mattina mi sveglio per il suono del telefono, e da sola nel letto. Appena prendo l' oggetto tanto odiato, leggo sul display il nome della mia migliore amica.
<< Karina...perché mi svegli alle... 7.00 DEL MATTINO?!?!>>
<< Dylan! Primo...Ciao, Secondo... Sei in ritardo per la scuola>> mi dice ridendo
<< LA SCUOLA,CAZZO!!!>>, correndo come una matta, e in fretta e furia mi vesto e mi lavo, poi noto nel letto un bigliettino, con una bellissima calligrafia.
Adam. Mi ero quasi dimenticata di essere a casa sua.
"Buongiorno mia piccola Koala, non ti preoccupare della scuola, non farai tardi... ti porto io in moto :D
Se non mi trovi, è perché sono andato a prendere le brioches, non ti abbandono!!!
Adam"
Poche righe che mi fanno scoppiare il cuore di felicità. E questo mi fa pensare a mio padre, quando avevo 14 anni, mi raccontava, quasi tutte le sere, di come ha corteggiata la mamma, prima di convincerla a uscire con lui, e di come, anche dopo sposati, lui la trattasse come una principessa.
Mi mette tristezza ora, perché lui era veramente innamorato, e lei gli ha spezzato il cuore.
Il rumore della serratura mi riscuote, così mi avvicino alla porta
<< Ehi, sei sveglia>> mi dice, baciandomi le labbra. Mi chiedo quando mi abituerò alla sua presenza
<< Si, Kari mi ha svegliato con una bellissima chiamata>> commento ironicamente
<< Hai fame?>> dirigendosi in cucina, e tirando fuori i dolcetti.
Dopo aver fatto colazione, e aver preso la borsa ci dirigiamo all' ascensore..
<< Piccola, lascia qui la borsa. Te la porto oggi pomeriggio>> mi dice con semplicità
<< Okay>>
Arrivati a scuola, ovviamente senza farci notare, raggiungo i miei amici, mentre lui si dirige in sala professori.
<< Eccola, la nostra ritardataria>> mi accoglie Jamie, con un sorriso
<< Adam, non mi ha svegliata>> dico con semplicità, poi tra una cosa e l' altra cominciamo a chiacchierare per aspettare di entrare. Mi stupisco di come abbiano accettato con molta semplicità l' idea di me e Adam insieme.
Intanto ci dirigiamo in classe, come un gruppo, io sempre a cavalluccio a Austin, la mia migliore amica mano nella mano con Aidan, mentre Noah e Jamie si spingono facendo finta di odiarsi, sempre con un sorriso sulle labbra.

***
<< Dante non riesce a trovare la luce, che possiamo interpretare come la via d'uscita>>, le spiegazioni della mia prof d' Inglese, sono come un sonnifero per noi. Alla 6° ora siamo tutti e sei collassati sul banco, aspettando che quei 10 minuti passino con molta fretta.
Poi arriva la MIA luce, la campanella!
<< Non così in fretta... Torres, Milkovich, Gallagher, Evans e Harvey. Qui adesso!>> ci richiama la vecchia megera,<< visto che la mia lezione vi sembra noiosa, resterete qui questo pomeriggio, con il professore...>>, e poi il mio angelo arriva a salvarmi,<< Adam, hai da fare questo pomeriggio?>>, oppure no.
<< No, perché?>> chiede lui con innocenza
<< Ti andrebbe di tenere d'occhio questi maleducati?>> dice lei con cattiveria. Pff... illusa, quello è il mio ragazzo. Beh tecnicamente non ancora, ma questo non è rilevante.
<< Ci penso io>> sorridendo.
Adesso siamo salvi.
<< Oh, a noi si aggiungeranno i signori McHale e Giasoni, che hanno pensato bene di imbrattare i muri della palestra>>
Dalla porta entrano due ragazzoni, che sembrano di prima, pieni di brufoli e vestiti come dei deficienti.
Il mio professore ci porta davanti alla porta antincendio e in breve ci spiega che dovremmo pulirla per le prossime due ore.
Questo mi stupisce parecchio, insomma lui è il mio... pseudo ragazzo da un giorno, e già sembra che si sia dimenticato tutto.
<< Anche io professore?>> chiedo alzando la mano
<< Mi pare ovvio, signorina Torres>> guadandomi negli occhi
Ma vi pare?!

Dopo due ore passate a pulire, finalmente Adam ci lascia andare, e ne approfitto per correre via, nonostante mi stia chiamando ripetutamente. Arrivata a casa, mi faccio una doccia e comincio a fare i compiti, che per mia sfortuna sono veramente pochi. Cosi mi ritrovo a pensare al comportamento di Adam, non riesco a capire. Non dovrebbe avere un occhio di riguardo, per me?!
Come se lo avessi chiamato, suona il campanello, e mi ritrovo davanti il professore in questione.
<< Che ci fai qui? Non hai dei compiti da correggere?>> guardandolo negli occhi
<< Dylan, io non ti capisco...>> comincia lui
<< Tu?! Tu non mi capisci? Questa si che è bella. Sembrava che ti piacesse davvero fare il professore cattivo. Mi hai trattata come una studentessa qualunque>> parto arrabbiata.
<< Io sono il tuo professore Dylan>> comincia lui, entrando e sbattendo la porta alle sue spalle,<< Come mi faccio rispettare, o a crearmi un qualsiasi rapporto di fiducia con i tuoi compagni, se passo tutto il tempo a fare preferenze nei tuoi confronti?!>>
<< Ma...>> non sapendo come rispondere, per la prima volta, o la seconda, sono senza parole, << Mi sono sentita umiliata>>
<< Tesoro, dentro quella scuola, non posso essere l'Adam che vorresti. E questo l ho già spiegato ai tuoi amici, dopo la punizione, e loro sembra che abbiamo capito. Ora tu lo devi capire>> mi spiega con dolcezza, baciandomi i capelli.
<< Mi sento così stupida. Scusami Adam>>gli dico, abbassando lo sguardo.
<< Non ti preoccupare...Mi fai fare un giro della casa?>>
<< Certamente. Allora... lui è Joker, il mio cucciolo>>
<< È bellissimo>> chinandosi per accarezzarlo.
Dopo avergli fatto fare tutto il giro della casa, ci sediamo sul divano a guardare la televisione
<< Hai parlato con i miei amici?>> rompendo il silenzio
<< Sì, hanno detto che vorrebbero conoscermi meglio. Adrien ha detto che ne parlerete in seguito>>
<< E mi sai dire dove si trova Jamie, ora?>>
<< Da Noah... a fare una maratona di videogiochi>> scoppiando a ridere, << hai già fatto i compiti?>>
<< Si. Il pomeriggio mi annoio moltissimo>>
<< A scuola ti ho visto giocare a pallavolo, sembri molto brava. Perché non ti unisci a qualche squadra?>>
<< Giocavo prima, poi la mia palestra ha chiuso. Dovrei cercarne un' altra>>
<< Che ruolo avevi?>>
<< Alzatrice>>
<< Ti si addice>> sussurra, baciandomi le labbra.
Il pomeriggio passa così, con un divano pieno di dolcezza, e mentre lo guardo ridere e giocare con il mio cane, mi ritrovo a pensare a quanto mi senta bene con questo ragazzo. Mi fa venire voglia di conoscere cose nuove, di crescere, di renderlo partecipe della mia vita.  Forse, un giorno, gli racconterò qualcosa di mio, forse aveva ragione lui, un giorno potrei raccontare di mia madre, e chissà potrei anche perdonarla, con il suo aiuto.
Non voglio, però, affrettare le cose, adesso come adesso voglio godermi ogni singolo momento, voglio che il tempo rallenti, per fare in modo che il tempo che passerò in sua presenza sia infinito, esattamente come la mia felicità

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